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Renato Barisani

Post n°228 pubblicato il 24 Marzo 2012 da aurelioderose
 

 

al PAN

"Una Personale di Renato Barisani"

di Aurelio De Rose

Sabato 4 ottobre 2008 è stata inaugurata nella Project Room al primo piano del PAN-Palazzo delle Arti Napoli (Palazzo Roccella via Dei Mille 60) una Personale di Renato Barisani, a cura di Julia Draganovic e Olga Scotto di Vettimo con interventi  a catalogo anche di Enrico Crispolti, Stella Cervasio e Stefano de Stefano. Questa rassegna é un omaggio ai novant'anni che Renato Barisani compierà il prossimo mese di novembre e presenta una selezione delle Sue più recenti opere: ovvero, ne ripercorre gli ultimi quindici anni di attività, con 16 dipinti, 4 sculture di grandi dimensioni e circa 15 gioielli (collane e anelli anche di periodi precedenti). Tutte opere che tendono ad individuare ed evidenziare alcune costanti nelle più attuali genesi della ricerca del Maestro. Infatti: questa appare sempre innovativa nella connessione tra le opere scultoree e quelle pittoriche sia, nella concezione funzionale dello spazio così come nei volumi e nelle partiture cromatiche. Elementi che determinano il valore dell'oggettualità e di quanto ad esso circostante, nella tridimensionalità che le caratterizza, determinandone le significazioni. Questa quindi, di Palazzo Roccella, testimonia, ancora una volta il Suo minuzioso percorso di ricerca.

In Barisani la particolare espressione di costruzione pittorica, lo configura non solo nell'ambito della cultura artistica napoletana: e questo sin dagli anni cinquanta, ma lo colloca tra i pochi che hanno avuto un processo di continuità che è andato sempre più determinandosi e definendosi; in particolar modo nelle tensioni emesse dall'elemento oggettuale. Composizioni che non hanno alcun limite né nel disegno né nel tempo d'espressione: entrambi contigui alla propria esistenza. Piani di strutturazioni architettoniche che spaziano, oltre la propria dimensione che, surrogati dalla manifestazione cromatica, ne definiscono valori luministici nelle tonalità assumendo una crescente e vibrante definizione lirica. Materia, che appare in nuclei ben definiti e, nella loro comunicabilità si offrono come palpabili e sensibili poetiche. Indagine quindi sempre viva che non lascia, nelle strutture, alcun segno di ripetitività enunciativa sia nella propria funzione declaratoria che nei valori non solo ideogrammatici proposti. Tempo e spazio, questo in particolare delle ultime opere, che s'intersecano non più nella costante del rigore geometrico ed appaiono quindi, nella disposizione visiva, come metamorfosi ragionate del proprio sentire.

Una costruttività che pone come elemento essenziale la formulazione della materia cromatica; che assume un valore connesso al proprio senso linguistico: ovvero ne è sostanzialmente partecipe nella declaratoria che vuole esprimere determinandosi nelle oggettualità che si modulano nelle superfici, in una essenziale coniugazione. Forme oggetto quelle di Renato Barisani, che nella contiguità d'altre espressioni d'identiche e sostanziali valori, occupano lo spazio senza prevaricarlo divenendo funzionali alla loro scena propositiva.

Non è qui il caso di andare a ritroso nella lunghissima attività del Maestro che parte dal lontano concretismo del "Gruppo Sud" del 1947; al materico dell'informale così come all'immaginario geometrico. Ma è sintomatico che il percorso sempre costante e privo di tentennamenti, Egli l'abbia attraversato nella continuità di una ricerca, come accennato, sia formale che espressiva che si può sintetizzare nella molteplici e concrete proposizioni, anche nella scultura, così come nelle realizzazione di "monili" . Una attività che non ha mai avuto pause di oscillazioni avveniristiche e alla cui base vi è la qualità degli insegnamenti, soprattutto nel rigore del ritmo costruttivo ricevuto e maturatosi sin dall'età giovanile: quella ad esempio in scultura di Marino Marini del quale ne fu discepolo.

E' in definitiva quello di Barsisani,  un mondo intriso d'atmosfere di luminosità dalla quale non è estranea la propria città: Napoli, che è appunto un districarsi di sentieri spesso cullati nella luce e intersecati da mille atmosfere che variano nelle diversificazioni anche cupe che offre. Strutture modulari che non potevano quindi non coinvolgerlo ed alle quale Egli offre "valori" di logiche costruttive; che a volte e molto spesso cozzano con la realtà vissuta. E'a mio avviso quella del Maestro, un voler contrapporre ad una caotica realtà vissuta un proprio pacato rigore descrittivo.

Particolarmente significative sono alcune delle opere presenti a questa rassegna - e qui ne offriamo due esempi- che contrappongono appunto, la continuità di ricerca formale, al valore cromatico contiguo allo spazio: (foto 1 ) "Vesuvio" 2007- tecnica mista su tela  fissata su legno ; così come (foto 2) " Vuoti articolati" 2008- ferro verniciato painted iron 154 x 171 x 52 cm. Opere concettualmente definite nel "vuoto" circostante. Vuoto rappresentativo del desiderio d'una mancata espressione linguistica: valore della "parola inesistente" che si riscontra, soprattutto in questo nostro tempo, ed è sinonimo di una incomunicabilità latente .

 

 

 
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