aurelioderose

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DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE

Uscirà quest'anno

edito dalla ROGIOSI

Delle Opere e degli Artisti

della Cappella Sansevero



 

LINO ESPOSITO




Ritratto che mi fece Lino Esposito
nei corridoi dell'Accademia
16/1/57

 

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PROGETTO MURALESPANSO

Post n°213 pubblicato il 14 Settembre 2009 da aurelioderose
 

 

 
 
 

Presentazione dell'Anticaglia

Post n°212 pubblicato il 12 Giugno 2009 da aurelioderose
 




Presentazione dell'Anticaglia- giovedì 4 giugno 2009 -
Saletta Rossa della Libreria Guida a Port'Alba- Napoli
con:
 Armida Parisi, Gino Giammarino, il sottoscritto, Antonella Cilento e Claudio d'Aquino



Una immagine dei presenti alla presentazione



Un'altra immagine dei presenti alla presentazione

 
 
 

Il mio nuovo testo

Post n°211 pubblicato il 10 Maggio 2009 da aurelioderose
 

E' quindi nelle librerie

L'Anticaglia
Passeggiando per il Decumano
 cuore della Napoli antica

Napoli non é solo "Gomorra" e i deprecabili spettacoli di "monnezza". E' soprattutto un luogo ricco di monumenti che troppo spesso gli stessi napoletani ignorano e, chi li governa, non ha provveduto a renderli in uno stato di decente visibilità. L'autore, così come per le fontane, le chiese ed i palazzi, anche con questo testo cerca di accompagnare il lettore nel: Decumano Superiore, che da sempre viene indicato come :" L'Anticaglia ", anche per i resti del teatro greco-romano che vide Nerone esibirsi. Si ringraziano tutti i siti che ne faranno oggetto di   pubblicizzazione: che verranno di volta in volta menzionati,



 Guerrierro aragonese in pal. Bonifacio 




Uno degli archi del'Anticaglia



Loggiato Palazzo detto della regina Giovanna
http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?article735 
http://www.partecipiano.it/Poesie/pubblicazioni/1.htm

 
 
 

Scozia

Post n°209 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da aurelioderose
 

Inverness- Con Margherita,Attilia e Dino- agosto 2006

 
 
 

Caen- Francia "Museo della memoria"

Post n°208 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da aurelioderose
 




Caen "Museo della Memoria" agosto 2007 

 
 
 

A TELE A per "I Palazzi di Napoli"

Post n°207 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da aurelioderose
 




Trasmissione a "TELE A" per "I Palazzi di Napoli"
Gennaio 2002
 

 
 
 

Giuria Premio Sparagna 2008

Post n°206 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da aurelioderose
 



Giuria Premio Sparagna (Minturno 8 dic. 2008)

 
 
 

Intervista per RAI 3 -Esoterismo a Napoli

Post n°205 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da aurelioderose
 




Intervista di Geo Nocchetti per L'Altra Italia (RAI 3)
su Esoterismo a Napoli (Aprile 1998)

 
 
 

Premiazione Pipa Club 1985

Post n°204 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da aurelioderose
 




 
 
 

Mostra Rione Luzzatti 1958

Post n°203 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da aurelioderose
 




Mostra--Napoli--Rione Luzzatti 27 luglio 1958
in piedi: Fasano, Sarno, Sarli, Monizzi, Ferrenti, Dentato e fidanzata;
accovacciati:  Roberto Romano, io e Daven 


Mostra- Napoli- Rione Luzzatti 27 Luglio 1958
Roberto Romano, Monizzi e fratello, Augusto De Rose, Bruna Sarno ed io. 

 
 
 

Post N° 199

Post n°199 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da aurelioderose
 

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Post n°196 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da aurelioderose
 

A Camilla e Margherita

Vi lascio bambine il mio sogno

Quel certo conoscere il mondo e,

i segni lasciati nel tempo.

Quei tanti momenti, che poi,

l’età ti cancella.

L’amore, la vita, il perdersi nella propria illusione

che conta ben poco, per gli altri, ma resta segnata nel cuore.

Vi lascio il ricordo,

 dei tanti momenti di nenie, di giuochi e favole

 spesso sbiadite

di fate, di maghi e di fiori che riempiono gli occhi e

portano ai sogni il sereno.

Vi lascio bambine.

 Quel giorno, non lacrime voglio

ma spargere al vento

la polvere che fu la partenza .

-         Sarà il mio ritorno alla terra  -.

E li,

vi seguirò nel cammino !

 

7 novembre. 2008

 

 

 
 
 

                           Per il Natale

Post n°195 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da aurelioderose
 

Auguro Buon Natale a quanti entreranno in questo Blog

dedicando anche a loro questa poesia




Quel Tuo presepe a Natale

E’ un nucleo di piccole schegge

muschio che copre le crepe

fatica di giorni a comporre con colla di pesce

più acre che i vuoti riempie del tempio.

Cappella diventa il tuo spazio che digita grotte e colline

che sughero e cartapesta antica modella.

E dopo, alla fine, son crete che il chiodo delinea

trapunta in spazi dovuti

pastori di gregge e cammelli

ed angeli posti a difesa di un tempio

che già il destino segnava.

Natale che è festa per tutti, a te che ne serbi nel tempo

rimane oltre il giuoco la fede rinchiusa nel cuore.

E allora disegni con gli occhi che han visto sul luogo

le dune con palme distese in silenzi remoti.

Ed è li che nasce il Messia:

gioiosa speranza che vita rinnova

e scalda il cuore più freddo.

E’ Natale !


 



 
 
 

Post N° 194

Post n°194 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da aurelioderose
 

Le creazioni di Camilla e Margherita



Camilla-Il pesciolino- 2005



Margherita-L'arcobaleno,il cuore e la casa-2007




Camilla - Diverso -2008-




Camilla- Ermione- 2008



Margherita- La fata- 2008




Camilla-I vari colori-2008



Camilla-Ferdinando-2008



Margherita-Il suonatore di flauto ad una festa-2008

 
 
 

 Eduardo Palunbo

Post n°193 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da aurelioderose
 

Allo Studio Massi di Roma con Eduardo Palumbo

novembre 2008



 
 
 

Giuria Premio Gennaro Sparagna 2008

Post n°192 pubblicato il 11 Dicembre 2008 da aurelioderose
 

Premio Gennaro Sparagna 2008: La giuria

Minturno 7 dicembre  










Mauro Montaccesi, Aurelio De Rose, Irene Sparagna,

Massimiliano Badiali, Luciano Somma

 
 
 

Post N° 189

Post n°189 pubblicato il 22 Settembre 2008 da aurelioderose
 




Mario Carrese
"Strappi sul Carracci"
affresco su legno stuccato 1997 cm-85x108




Mario Carrese
"Tempo e Spazio"
affresco su gesso 1994 cm. 50x50

 
 
 

Al Bar di Amedeo Pianese

Post n°182 pubblicato il 20 Settembre 2008 da aurelioderose
 




 

il 17 settembre 2008 con: da sin. a dex.
Antonio Siciliano-Armando De Stefano (seduto)
Gerardo Di Fiore, Eduardo Alamaro -
 che s'intravede ed Amedeo .


foto scattata da Giovanni Villapiano

 

 
 
 

Post N° 177

Post n°177 pubblicato il 03 Settembre 2008 da aurelioderose
 

Alcune opere di Eduardo Palumbo














 
 
 

Post N° 176

Post n°176 pubblicato il 03 Settembre 2008 da aurelioderose
Foto di aurelioderose

L’astratta musicalità delle opere

di Eduardo Palumbo

di Aurelio De Rose

Ancora una volta mi imbatto in personaggi che, lontani da Napoli hanno riscosso e, riscuotono, un interesse molto più lusinghiero di quello ricevuto quando vivevano nella città d’origine. Ancora una volta si dimostra quindi, che al di là di una accertata linea “gotica”: così come continuo a definire il circuito campano, l’affermarsi, nel mondo culturale, chiaramente nelle capacità, è molto più facilmente riconosciuto. E’ indubbio che a tutto ciò contribuiscono alcuni fattori essenziali e quindi, non dipende esclusivamente dalle singole qualità e capacità, che pur devono esistere e che, certamente, non subiscono mutamenti nell’abbandono dei luoghi natii ma restano eguali e intatte. Allora, cos’è che trasforma in “positivo” tutta una serie di personaggi della cultura che altrimenti resterebbero avvinti in una morsa “provinciale” e “locale” ?Come accennato i fattori sono vari ma essenzialmente quelli di una assenza sia da parte di quanti gestiscono il “potere culturale”ma anche di gallerie legate a circuiti di un certo tipo - esempio quello gay - per i quali non ho nessunissima preclusione ma ne evidenzio la capacità di incidere nel circuito globale. A tutto ciò poi, va incluso anche una certa “apatia” da parte degli artisti e, particolarmente da parte di quanti avendo ottenuto cattedre all’Accademia, per questa loro “carica”, hanno creduto che al pari dei loro Maestri che a Napoli sono stati: Notte, Brancaccio, Greco, De Stefano, Perez e pochissimi altri, fosse un loro diritto acquisire collocazioni che avessero risonanze extra locali; pur restando chiusi negli studi che spesso la struttura accademica concedeva loro. E quindi, vivendo in questo loro ristretto “circuito” e, nell’assoluto distacco dal resto del mondo artistico nazionale, ne hanno subito le conseguenze . Come prima accennato, alcuni casi sono stati diversi perché diversa è stata l’impostazione che gli stessi si sono dati sin dall’inizio della loro carriera. Ad artisti come Guido Blasi, Lucio Del Pezzo, Bruno Di Bello, Sergio Fergola si può aggiungere Eduardo Palumbo che abbandonando Napoli, soprattutto per contraddizioni e difficoltà d’inserimento nel campo dell’insegnamento, si trasferì nella Capitale nel lontano 1961. Eppure Palumbo era stato non solo alunno molto legato al Maestro Emilio Notte ma, aveva riscosso anche dei successi alle prime mostre e premi ai quali partecipava: così come quello del Premio Strega del 1959 vinto ex equo con Sergio Mascaro. 



Ma ripercorriamo un poco anche se brevi linee il percorso di questo Artista napoletano perché in particolare i lettori intendano quale valore di “qualità culturale” si sia allontanata dal proprio habitat d’origine. Le prime esperienze pittoriche anche brevemente citate di Eduardo Palumbo seguite dal maestro Emilio Notte, risalgono quindi alla seconda metà degli anni Cinquanta. Quando le arti figurative napoletane annoveravano tutta una serie di giovani che Palumbo frequenta ed i cui nomi è bene ricordare e sono: Carlo Alfano, Carmine Di Ruggiero, Giuseppe Pirozzi, Mario Persico, Gianni Pisani che non lasceranno Napoli e altri come i già citati Biasi, Di Bello, Del Pezzo e Fergola che invece emigreranno nel nord d’Italia ed in particolare a Milano e Venezia dove avranno modo e spazi per affermarsi. Tra questi va inserito Eduardo Palumbo che: terminati gli studi nel 1959 si trasferisce come accennato a Roma nel 1961 dove continuerà a dipingere ed inizierà ad insegnare; da prima nella provincia laziale (Priverno) per giungere poi nella Capitale nel 1976, quando avrà la cattedra di discipline pittoriche presso il Liceo Artistico di via Ripetta. E’ chiaro che in tutti questi anni (dal 61 al 76) l’attività pittorica di Palumbo subisce tutta una serie di modificazioni dovute all’attenta analisi di ricerche effettuate, ed alle quali non rinuncerà neppure nelle fasi successive e che tutt’oggi persegue. Ma come accennato, esaminiamolo questo percorso anche per grandi linee per avere un quadro più esatto delle continue indagini che effettuerà sin dai lontani esordi. Significativo è quindi il suo esordio (1958) che rappresenta, appunto, un primo rappresentativo indice di quel distacco dalla iniziale calligrafica figurazione, che va maturandosi, per un sempre più specifico approdo verso una maggiore ed ampia definizione cromatica che, in uno alle forme, avranno tendenzialmente come riferimento il “contesto sociale” e la ricerca di “luce”. 
Infatti: partendo da un impressionismo pregno di quelle atmosfere locali che sono soprattutto la luce ed il colore, inizierà ad indagare e ricercare quelle forme e cromatismi atte ad esprimere, in forme sempre più personalizzate, non solo le proprie sensazioni ma, anche gli stati d'animo che sente la necessità d’esternare. Sintomatico è quindi nel 1966, il ciclo sul “Sole” come luce di una personale “intimistica fede” a cui si contrappone quella del “Guerriero” come forza di difesa a quei valori che documentano appunto, la sostanziale chiusura nei confronti di quelle fasi iniziali rappresentate da più specifiche “figurazioni”. E’ il periodo questo, della individuazione, anche se come fase iniziale, d’una astrazione dominata da visioni policrome che assumono un carattere di narrazione dell’essere e del suo contesto. Sono questi anche gli anni di contestazione a cui assiste vivendone il dramma che esprimerà nella “rottura” ed esplosione di quel “sole” che moltiplicherà i suoi raggi dominando la tela in cerca di uno stabile riferimento. E’ questo, il 1968, l’anno delle “conferme” all’attento lavoro che si concretizza anche con la partecipazione, per invito, alla VI Biennale Romana così come nella partecipazione a rassegne internazionali in vari punti del globo tra i quali: Austria, Iran, Romania, Svizzera e Germania. Situazioni che lo metteranno in contatto con personalità del mondo culturale così come: il poeta Ezra Pound e lo storico dell'arte Walter Zettl. Con questo ultimo che oltre a ospitarlo a Vienna scriverà: « Palumbo è un artista mediterraneo, il mare e le sue coste inondate di luce esercitano la loro azione sulla pittura. Ma egli ci restituisce questo mondo non sotto forma di romanticismo avulso dal tempo, bensì rendendo visivo il suo legame elementare con quest' atmosfera. Rifiuta qualsiasi imitazione della natura e dà vita a formazioni e colori nuovi, nati direttamente dagli elementi e visualizzati, come un caleidoscopio, secondo la loro più intima struttura ».  Caleidoscopio che si materializzerà nella nascita degli “aviogrammi” che Giuseppe Capogrossi sosterrà d’essere, a differenza dei suoi di natura letteraria, generati dalla natura che, per Palumbo, rappresenta la sintesi costruttiva delle molteplici fasi di ricerca effettuati e nelle quali non è estranea l’acquisita solarità dei suoi luoghi d’origine: Napoli.
Fasi queste degli aviogrammi, che man mano assumeranno sempre più valore nel segno così come nei colori legati alla natura a cui è ombelicamente congiunto e tali da raggiungere una spazialità ricercata concettualmente, che man mano viene ad assumere anche un carattere di musicalità. E’ in questa fase che Palumbo, instancabile nelle continue elaborazioni, è alla ricerca di un equilibrio che, nel segno assunto renda la superficie alla quale è offerto una specifica sintassi enunciativa, sempre limpida negli schemi rappresentativi ed espressione di una energia sempre più evidente: tipica negli andamenti pentagrammatici. Fase quindi che lo porterà ad abbandonare gli aviogrammi per strutture d’elementi materici rigorosamente rapportati al colore e pregne di fluttuanti e sinuose modulazioni. Ed è quindi alla materia, soprattutto in un giuoco di bianchi, a cui affida la priorità d’espressione a fare da costruzione all’intera concretizzazione dell’opera. Segno e colore quindi in fasi sempre più specifiche di una voluta e ricercata “perfezione”. Significativo e non da sottovalutare è l’incontro nel 1994 con il giornalista napoletano Gino Agnese che lo condurrà alla officina di Alberto Burri in quel di Città di Castello. Incontro che Agnese sottolinea come fase di grande impatto emotivo da parte del Nostro che intensificherà ancor più nei successivi anni, la propria attività espositiva. Tra le tante, è sintomatica quella del 1997 alla Galleria Lazzari dove Piero Dorazio noterà del come: « Palumbo resta fedele alla concezione dinamica dello spazio propria dei Futuristi, però trasforma il loro furore epico in uno squisito lirismo »; nel mentre Gabriele Simongini identificherà come essenza nella ricerca di Palumbo una « metafisica della luce ». Si potrebbe riempire un intero volume per indicare più specificatamente tutto quanto è stato il cammino di Eduardo Palumbo sino alle più recenti partecipazioni a rassegne nazionali ed internazionali. Sarebbe indicare una didascalica sequenza di date, luoghi e nomi che lo hanno visto e lo vedono, certamente tra i maggiori e significativi protagonisti dell’arte in Italia ma, crediamo non sia il caso di effettuare una specifica lunga elencazione. Citiamo, per tutte, solo quella che coagula un ulteriore riconoscimento dovutogli e che a gennaio di quest’anno ha visto inserire una Sua opera nella collezione d’Arte contemporanea alla Farnesina ( Ministero degli Esteri ): un trittico dal titolo “Là dove il cielo è più sereno e lieto” che misura cm. 150x300. Doveroso questo riconoscimento ricevuto da Eduardo Palumbo, a testimonianza d’un percorso artistico lineare ed individuabile, nella personale “astratta musicalità”.

Pubblicato su il  cartaceo luglio-agosto 2008, e sul web agosto del il Brigante

 

 
 
 
 
 

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