Appunti da un Viaggio... Sogno numero 6
“Mi dirigo verso l’orizzonte, lì dove prevedo che le ombre di diffuse antiche visioni si renderanno chiare, in quel luogo ritenuto dai più sempre convenientemente inesistente, in quel luogo dove, in concreto, tutti i vili non troverebbero il conforto del solidale appoggio d’altre impaurite bestie”.
Improvvisamente,
nel mentre della nuova burrasca,
tutto si calma!
In cerchio al mio vascello,
osservo numerose distinte strane bestie.
Roteano impotenti sospinte da un vento che per adesso non m’appartiene.
Il turbine della loro tempesta le tiene sospese.
Dall’apparente bonaccia in cui io mi trovo analizzo un’effettività!
Quel fiato prodotto dal loro stesso collettivo lamento,
unico vento ad alimentare la tempesta.
Percepisco solita diffusa paura,
richiami e urla di dolore.
L’ennesima variabile prende consistenza.
Pianti e lamenti,
altre giustificazioni per sapersi vitali?
Se vero,
avrei l’unica certezza!
“Costruiscono recinzioni dove unitamente proferir falso lamento e commiserazione,
prestandosi a turno fittizio e facile aiuto,
riescon così,
finanche a giustificarsi vivi”.
Il continuo superfluo e facile lamento,
altra immagine di miserevole e volontaria prigionia esistenziale!
Axelber