PERCHÉ SI VOTA SÌ

Post n°25 pubblicato il 16 Giugno 2006 da demiurgo0

REFERENDUM SULLA NUOVA COSTITUZIONE  PERCHÉ SI VOTA SÌ

Domenica 25 e lunedì 26 giugno si terrà il referendum confermativo sulla riforma della seconda parte della Costituzione varata dal governo di centro destra. Questo tipo di referendum NON HA IL VINCOLO QUORUM, il referendum sarà valido anche se va a votare una sola persona sola, proprio per questo motivo bisogna andare a votare e votare SI.

Per RINNOVARE il PAESE e confermare le fondamentali novità contenute nella riforma costituzionale:
riduzione del numero dei parlamentari,
meno sprechi e istituzioni più efficienti,
più potere di scelta ai cittadini,
introduzione del concetto d'interesse nazionale
premierato "forte"
norme antiribaltone,
chiarezza dei compiti dello Stato e di quelli delle Regioni,
devoluzione alle Regioni dell'organizzazione su sanità, scuola e polizia locale,
istituzione del Senato federale ...


Pe il bene del nostro PAESE PER PER IL FUTURO NOSTRO E DELLE GIOVANI GENERAZIONI bisogna andare a votare e votare SI

 
COSA CAMBIA

Presidente della Repubblica

com'è

come diventa

Elezione: eletto da Camera e Senato in seduta comune con l’aggiunta di tre delegati per Regione eletti dai Consigli regionali in modo che sia assicurato il rispetto delle minoranze.
Poteri: è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.
Età minima per essere eletti: 50 anni.
 Elezione: eletto dall'Assemblea della Repubblica: due Camere (dei Deputati e Senato federale), Presidenti di Regione e delle Province di Trento e Bolzano e da un numero di delegati eletti dai Consigli regionali.
Poteri: è il Capo dello Stato, rappresenta la Nazione ed è garante della Costituzione e dell'unità federale della Repubblica. Vengono aggiunti due poteri, la nomina dei Presidenti delle Authority e la designazione del vicepresidente del CSM. La concessione della grazia diventa suo potere esclusivo. .
Età minima per essere eletti: ridotta a 40 anni.

Governo

com'è

come diventa

Capo del governo: nominato dal Presidente della Repubblica, dirige la politica generale del Governo.
Ministri: nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del Capo del Governo.
Fiducia: dalle due Camere, ognuna delle quali la accorda o la revoca mediante mozione motivata e per appello nominale.

Primo ministro o Premier: nominato dal Presidente della Repubblica sulla base dei risultati delle elezioni, determina la politica generale del Governo e dirige l'attività dei Ministri.
Ministri: nominati e revocati dal Primo Ministro.
Fiducia: la Camera dei Deputati esprime un voto sul programma del Governo (vedi scioglimento delle Camere).

Parlamento

com'è

come diventa

Camera dei Deputati: 630 deputati. Approvazione del Regolamento interno a maggioranza assoluta dei componenti. Età minima per essere eletti: 25 anni.
Senato della Repubblica: 315 senatori con cinque anni di mandato. Età minima per essere eletti: 40 anni.
Bicameralismo: cosiddetto "perfetto". La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due camere, con il passaggio da una all'altra dei progetti/disegni di legge fino a quando tutte e due le Camere approvano lo stesso testo.

Camera dei Deputati: ridotti a 518 i deputati più deputati a vita (ex presidenti della Repubblica e non più di 3 nominati). Approvazione del Regolamento interno a maggioranza di tre quinti dei votanti. Età minima per essere eletti: ridotta a 21 anni.
Senato Federale della Repubblica: ridotti a 252 i senatori eletti a livello regionale contestualmente ai rispettivi Consigli regionali. Devono avere legami di appartenenza alla Regione per la quale vengono eletti. Età minima per essere eletti: ridotta a 25 anni.
Bicameralismo: la Camera ha l'ultima parola sulle leggi di competenza esclusiva dello Stato, il Senato su quelle di competenza concorrente (mista Stato/Regioni) e regionale, insieme decidono sulla legge di bilancio su quelle costituzionali, elettorali e riguardanti gli enti locali.

Scioglimento delle Camere

com'è

come diventa

Il Presidente della Repubblica può sciogliere le due Camere (dei Deputati e Senato) o anche solo una di esse, sentiti i rispettivi Presidenti. Camera dei Deputati: in caso di mozione di sfiducia al Primo Ministro, lo scioglimento è automatico. In caso di richiesta di fiducia negata, il Primo Ministro si dimette e il Presidente della Repubblica scioglie la Camera e indice le elezioni, oppure la maggioranza può presentare una mozione in cui indica il nuovo Primo Ministro che il Presidente della Repubblica sarà tenuto a nominare (Sfiducia costruttiva).
Senato federale: il Presidente della Repubblica può sciogliere il Senato federale in caso di sua prolungata impossibilità di funzionamento.

Corte costituzionale (Consulta)

com'è

come diventa

Composizione: 15 giudici, nominati dal Presidente della Repubblica (cinque), dal Parlamento in seduta comune (cinque) e dalle supreme magistrature (cinque).
Incompatibilità: Parlamentare, Consigliere regionale, avvocato.
Composizione: 15 giudici, salgono da cinque a sette quelli di nomina parlamentare ( tre dalla Camera, quattro dal Senato federale), quattro vengono nominati dal Presidente della Repubblica e quattro dalle supreme magistrature.
Incompatibilità: Parlamentare, Consigliere regionale, avvocato durante il mandato; si aggiungono, nei tre anni dopo la scadenza, incompatibilità con incarichi di governo, cariche elettive o di nomina governativa, svolgimento di funzioni in organi o enti pubblici.

Consiglio superiore della magistratura (Csm)

com'è

come diventa

Presidenza e membri di diritto: è presieduto dal Presidente della Repubblica. I membri di diritto sono il primo presidente e il Procuratore generale della Corte di Cassazione.
Membri eletti: per due terzi da tutti i magistrati ordinari e per un terzo dal parlamento in seduta comune. Il CSM elegge un vicepresidente tra i componenti designati dal Parlamento.

Presidenza e membri di diritto: non cambia
Membri eletti: per due terzi da tutti i magistrati ordinari, per un sesto dalla camera e per un sesto dal Senato federale. Il Vicepresidente è scelto dal Presidente della Repubblica.

Federalismo e devoluzione

com'è

come diventa

Regioni: potestà legislativa in ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.
Governo: può promuovere la questione di legittimità costituzionale alla Consulta qualora ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione.Regioni: potestà legislativa esclusiva in materia di assistenza sanitaria, organizzazione scolastica (e parte dei programmi scolastici di interesse specifico regionale), polizia locale (Devoluzione).
Definizione delle competenze regionali trasferendo all’esclusiva competenza statale importanti materie di interesse nazionale ( tra cui energia, infrastrutture, tutela della salute, sicurezza sul lavoro).
Attuazione, entro tre anni, del federalismo fiscale previsto dalla precedente riforma per gli enti locali, (autonomia finanziaria di entrata e di spesa, risorse autonome, fondo perequativo per territori con minore capacità fiscale, destinazione di risorse aggiuntive in casi determinati.
Governo: può impugnare una legge regionale, che ritenga pregiudichi l’interesse nazionale, davanti al Senato federale che rinvia la legge alla Regione per la rimozione della causa d'impugnazione. In caso negativo la legge viene sottoposta al Parlamento in seduta comune che a maggioranza assoluta, può proporre al Capo dello stato l'annullamento parziale o totale della legge.
Clausola di supremazia: lo Stato può sostituirsi agli enti locali nel caso di mancata emanazione di norme essenziali.

 
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IL 25 E 26 GIUGNO VOTA  "SI" AL REFERENDUM CONFERMATIVO

Post n°24 pubblicato il 16 Giugno 2006 da demiurgo0
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Nasce il comitato “I giovani votano sì”. Per il referendum del prossimo 25 giugno, il coordinamento dei giovani parlamentari della Casa della Libertà, assieme ai rispettivi movimenti giovanili, scendono uniti in campo in favore della modifica della seconda parte della costituzione, attraverso una campagna di sensibilizzazione nazionale che troverà il suo culmine dal 17 al 23 giugno, per una settimana ricca di mobilitazioni che interesseranno tutte le città italiane.

Il programma, che vedrà il coinvolgimento di migliaia di ragazzi si articolerà attraverso eventi organizzati in luoghi di aggregazione come la spiaggia, i locali, le piazze e le università. Ideata anche la distribuzione di ghiaccioli sui litorali per "rinfrescare l'Italia"

Azione Giovani ha scelto di votare sì al referendum, perché convinta che l’Italia abbia grande bisogno di un ammodernamento. Basti pensare all’abbassamento dell’età per l’eleggibilità alla Camera e al Senato, che comporta di fatto uno svecchiamento del Parlamento, che in termini pratici significa più attenzione dello Stato alle esigenze delle nuove generazioni. Altro aspetto fondamentale di questa norma è il rafforzamento della democrazia e della sovranità popolare, attraverso la possibilità di far scegliere direttamente ai cittadini da chi farsi governare e soprattutto impedendo i cosiddetti “ribaltoni”.

Evidente poi è il risparmio di tempo e di denaro che il popolo trarrà in caso di vittoria del sì: il costo stesso della politica sarebbe sensibilmente ridimensionato con la diminuzione del numero delle “poltrone” e i tempi burocratici che spesso hanno ingessato le istituzioni nazionali compromettendo i servizi, sarebbero più accessibili, con l’attribuzione di specifiche competenze alle Regioni ponendo attenzione al confronto tra autonomie locali e Governo nazionale.

 
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CAMPAGNA TESSERAMENTO 2006

Post n°23 pubblicato il 16 Giugno 2006 da demiurgo0
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“L’infinito è presente”, questo lo slogan scelto da Azione Giovani per la campagna tesseramento 2006, che si concluderà il prossimo 10 luglio. Per chi ancora non lo sapesse, o non lo avesse ancora fatto, è possibile aderire al movimento giovanile contattando i nostri referenti provinciali presenti in tutta Italia, compilando l’apposito modulo di partecipazione. In alternativa, ricordiamo che è possibile comunicare anche tramite il presente sito i propri dati personali, che saranno inviati alla federazione di appartenenza. Il costo della tessera è di 6 euro annuali.

 
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Concessa la grazia a Bompressi

Post n°22 pubblicato il 31 Maggio 2006 da demiurgo0

Svolta nella complicata vicenda Calabresi: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha graziato Ovidio Bompressi, che insieme ad Adriano Sofri è stato ritenuto mandante dell'omicidio, il 17 maggio 1972, del commissario Luigi Calabresi. Era stato condannato a 19 anni di carcere. Grande la sua gioia, fino a commuoversi: "Finalmente posso respirare  e non piangere tutti i giorni". Parole diffuse dai genitori, Renato e Gilda. Felice la figlia, Elisabetta: "Siamo tutti felici che sia finito
questo incubo", dice.

Niente invece è stato ancora deciso per Sofri, che sulla carta continua a scontare una condanna a 22 anni di reclusione. Napolitano ha però precisato, parlando di lui a margine della commemorazione dedicata al sindacalista Luciano Lama, che "attendiamo il seguito agli annunci del ministro di Giustizia, poi sarà presa una decisione".

Questo perché i gravi problemi di salute per i quali è stato ricoverato alla fine del 2005 in ospedale, hanno spinto i giudici a concedere la sospensione della pena. Da allora lo scrittore, ex leader del movimento di Lotta Continua, vive a casa sua.

Poi il presidente ha spiegato: "Il decreto di grazia per Bompressi è stato predisposto dal ministro di Grazia e giustizia, la questione è stata ripresa al punto in cui era stata interrotta l'8 novembre del 2004 con la lettera del presidente Ciampi", questione "poi conclusa con la lunga vicenda del conflitto dinanzi alla Corte perché il presidente della Repubblica aveva chiesto al ministro di predisporre il decreto di grazia per Bompressi. E' stato fatto ed io l'ho immediatamente firmato".

Anche Nicola, uno dei frigli di Adriano Sofri, ha commentato la decisione di Napolitano: "Sono contento per Ovidio: è un buon inizio per il nuovo governo", ha detto. Soddisfatti insieme a lui il setgretario dei Ds, Piero Fassino, che ha definito la decisione "saggia", e Oliviero Dilberto (Prs), che lo ritiene un "atto di giustizia". E Fausto Bertinotti sottolinea: "Matura la grazia per Sofri".

Ed è già polemica. Per l'ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli, le parole sono poche. "Ingiustizia è stata fatta", ha detto. E ha continuato attaccando la sinistra, colpevole di un errore duplice: una volta "nei confronti delle vittime del terrorismo e dei loro parenti, e l'altra nei confronti di tutti quei detenuti che nelle medesime condizioni di Bompressi hanno chiesto la grazia e se la sono vista negare".

 
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LA DESTRA PUNTA SUI GIOVANI: ASSUMIAMOCI TUTTI LE NOSTRE  RESPONSABILITA’

Post n°21 pubblicato il 09 Maggio 2006 da demiurgo0
Foto di demiurgo0

Nella vita accadono all’improvviso episodi, avvenimenti che segnano il passaggio dall’età giovanile a quella della piena maturità, attraverso una consapevole assunzione delle proprie responsabilità.
Momenti che caratterizzano l’esistenza di singoli individui e delle comunità politiche ed umane alle quali appartengono.
E’ quanto accaduto a Giorgia Meloni, 29 anni, Presidente nazionale di Azione Giovani, indicata dal Presidente di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini, come Vice Presidente della Camera dei Deputati.
Un incarico di grande prestigio istituzionale e al tempo stesso un segnale di forte attenzione verso le donne e i giovani del nostro paese.
Un evidente volontà del Presidente del partito di effettuare un vero ricambio generazionale dello stesso, partendo dal basso, dai giovani, e guardando alla qualità ed alle capacità dei singoli, secondo un criterio puramente meritocratico, senza prestare attenzione alle correnti e  a vecchi equilibri interni.
Una scelta indubbiamente coraggiosa che premia la militanza giovanile, unitamente alla serietà ed umiltà di una giovane leader in grado di farsi apprezzare in un partito in passato troppo chiuso su posizioni maschiliste e che oggi vede ai vertici del giornale e del sindacato di riferimento due donne capaci.
Una scelta che marca ancora di più la differenza con la sinistra che, nella legislatura appena conclusa, aveva indicato, come vicepresidenti di  Pierferdinando Casini, Fabio Mussi, storico dirigente comunista cresciuto alla scuola di Frattocchie, e la vecchia volpe democristiana Clemente Mastella.
Nella lunga storia del movimento giovanile della destra mai nessun Presidente nazionale in carica è riuscito a raggiungere un tale risultato, in quanto tutti i vertici delle organizzazioni giovanili di destra sono diventati, prima o poi, deputati senza assumere incarichi di rilievo, per poi diventare Ministri e sottosegretari quando la destra è diventata forza di governo.
La destra, tuttavia, non è nuova nel puntare sui giovani provenienti dal suo mondo giovanile in modo cosi netto e chiaro, non potendo non ricordare come lo stesso Fini, nel 1987, da leader dei giovani missini si ritrovò, su intuizione di Pinuccio Tatarella, ad essere uno dei segretari più giovani di partito dell’epoca, succedendo ad Almirante alla guida del Msi.
La responsabilità istituzionale di cui è stata investita il leader dei giovani di AN non è personale in questo caso, ma riguarda tutta la classe dirigente giovanile della destra, i suoi militanti.
La giovane destra ha l’onore di rappresentare oggi le istituzioni italiane ed il dovere di essere di esempio per le nuove generazioni.
Non possiamo più asserire che il partito non concede il giusto e meritato spazio ai suoi giovani, poiché è il solo che è riuscito farlo, eleggendo tra i parlamentari più giovani la sola con un reale senso di partito, delle istituzioni e della politica, non veline o sfascia vetrine.
Dobbiamo crescere e dimostrare di essere in grado di camminare, ragionare, fare politica da soli.
La destra dimostra non solo di avere dalla sua i giovani e di credere in loro, ma di scegliere, tra loro, quelli che intendono la politica come servizio e dedizione, capaci di interpretare i sogni e le aspirazioni dei giovani, senza utilizzarli come specchietti per le allodole.
La giovane destra ha la grande occasione di poter dimostrare, non solo a chi le ha dato fiducia, di essere all’altezza.
Riusciremo solo continuando nella strada intrapresa dal nostro leader, assumendoci tutti pienamente le nostre responsabilità e selezionando una preparata ed adeguata classe dirigente.
Un movimento giovanile unito per costruire una reale e diffusa opposizione di governo, caratterizzata da una valida proposta alternativa, in grado di ritornare nelle piazze, partendo da i giovani.
 
di Fabrizio Tatarella -- Esecutivo nazionale Azione Giovani

 
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