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Beach Volley Gate: lo scandalo FIPAV/FIVB (7a puntata)

Post n°23 pubblicato il 26 Settembre 2008 da emanuelemonduzzi
 
Foto di emanuelemonduzzi

(PER VEDERE LE PUNTATE PRECEDENTI RICERCA I "TAGS" BEACH VOLLEY GATE)

LA GRANDE GUERRA

Come ricordato nell'ultima puntata la sola idea di far nascere qualcosa di indipendente nello sport aveva già fatto scatenare la FIPAV e la FIVB pronti a boicottare con ogni mezzo, leale o sleale, i cosiddetti reietti che avevano anche solo pensato di schierarsi contro il sistema. Ribadisco ulteriormente che il progetto PROSERIES era quello di essere PRO beach volley e non CONTRO tizio o caio...ma ovviamente è più facile far passare quest ultimo concetto per il proprio tornaconto di POTERE.

POTERE ma che cosa è il potere? La definizione più immediata è quella di definire il potere come l'influenzare la volontà altrui ma in questo caso siamo ad un livello superiore: riuscire a fare passare per giusto ciò che è ingiusto, far passare il male per il bene, far credere che il carnefice sia la vittima e viceversa. Non solo bisogna riuscire ad imporre la propria volontà e le proprie verità, ma bisogna riuscirci senza che nessuno obietti o protesti in tal senso.

La Grande Guerra ebbe così inizio. Devo ammettere che fece un certo effetto ricevere la prima email da parte del FIVB Beach Volley Department. I toni erano sempre un arguto misto fra l'intimidatorio, il legalese e la diffamazione: il mix perfetto. La prima fase era sempre quella di attaccare il nemico mettendolo sulla difensiva, poi i sottointesi in legalese facevano capire che gli avvocati a libro paga stavano già studiando tutte le carte a loro disposizione per studiare ogni possibile azione, infine c'era la parte diffamatoria che chiariva sin da subito, soprattutto agli occhi dei terzi in genere, chi erano i cattivoni del caso.

L'attacco più diretto fu ovviamente nei confronti degli atleti, da sempre la parte più debole e volubile, non solo nel beach volley ma probabilmente dell'intero mondo dello sport. Si menzionavano vere e proprie scomuniche di anni con pene di ogni tipo per coloro che avessero osato solo collaborare con ProSeries ivi inclusi anche eventuali bambini che avessero agito da raccattapalle durante i tornei.

La prima cosa che saltava all'occhio fu l'entità delle pene minacciate: si parlava addirittura di 5 anni di squalifica; se un giocatore di una qualsiasi categoria pallavolistica avesse tirato giù dal seggiolone e preso a pugni e calci un arbitro mai avrebbe rischiato una tale punizione; tantomeno chi avesse commesso irregolarità sportivo-disciplinari, per esempio mi vengono in mente le storie dei vari atleti transfughi cubani, sarebbe incappato in tale gogna.

La seconda cosa era la pianificazione a 360° dell'attacco che doveva coinvolgere anche tutti gli sponsor, comuni ospitanti, media partner etc. in pratica le federazioni nazionali avrebbero dovuto contattare tutti coloro che avevano a che fare con ProSeries per fare terra bruciata intorno ed ovviamente tagliarne le risorse. Qui però mi saltò all'occhio già una prima sottigliezza: la FIVB delegava, eufemismo per dire che imponeva, alla federazione nazionale di fare il cosiddetto 'lavoro sporco'. Non è n particolare di poco conto: in pratica la FIVB annunciava proclami terroristici ma poi ben si guardava dallo sporcarsi le mani. L'effetto però, soprattutto agli inizi e per fortuna di ProSeries, fu quello di una valanga-al-contrario nel senso che quando arrivava a valle l'effetto devestante di tali azioni si era già ridotto di parecchio.

Infine venivano menzionate assurdità allo stato puro come le squalifiche 'a priori':  anche i cosiddetti atleti non-tesserati, che quindi nulla avevano a che fare attualmente con le federazioni, erano passibili di squalifica retrodatata; in pratica era come voler minacciare di licenziare qualcuno da una ditta per la quale non lavora.

Che contromosse applicare? Ognuno diceva la sua, chi si perdeva nei dettagli dicendo che le squalifiche dovevano valere solo per il beach volley e non per la pallavolo, chi pensava di risolvere la cosa politicamente, chi studiava azioni legali etc. ma la mia visione era ben chiara sin dall'inizio: andare avanti lavorando sodo e continuare ad organizzare belle manifestazioni, questa era la migliore strategia, inutile voler sfidare il nemico nel terreno a lui congeniale, politica ed azioni legali, di cui si cibava quotidianamente.

E così fu ma non fu affatto semplice, soprattutto perchè il nemico doveva ancora muovere l'artiglieria pesante.

Alla prossima puntata.

 
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