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il sito di bagnoli..un quartiere come tanti..ma dentro dentro un po' diverso come altri.

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IL sogno di bagnoli,il sogno di tutti i bagnolesi

Post n°37 pubblicato il 05 Dicembre 2009 da stellina20092

Il sogno di Bagnoli, dalle ciminiere al turismo

“Vendo Bagnoli, chi la vuol comprare?”, si chiedeva Edoardo Bennato in una canzone del 1989. La domanda del cantautore partenopeo, ironica quanto amara, riassume idealmente il disagio che tanti napoletani hanno provato per decenni - e provano ancora - nel pensare allo scempio di una delle zone più belle e incantevoli del litorale flegreo, compresa tra la collina di Posillipo e l’acropoli di Pozzuoli. Un’area che, negli anni Trenta, era diventata meta ambita per la villeggiatura d’élite. Ma, dopo la Seconda guerra mondiale, arrivò il processo di industrializzazione di Bagnoli, che passò in un batter di ciglia dall’inconfondibile profumo dell’acqua salmastra al nauseabondo olezzo delle ciminiere dell’Ilva, della Cementir e della Montecatini.

Il resto è storia di oggi… o al massimo di ieri. La lenta agonia del polo industriale di Napoli ovest, la chiusura dell’Italsider, il titubante processo di recupero dell’area. Obiettivo, quest’ultimo, che vede protagoniste alcune realtà in prima linea nel rilancio di Bagnoli. Una di queste è l’associazione Nesis, di via Coroglio. Nata nel 1994 e presieduta da Umberto Frenna, l’associazione si è posta l’obiettivo di creare una struttura polifunzionale che non si basasse solo sulla nascita di stabilimenti balneari, ma soprattutto sulla creazione di luoghi di aggregazione e di cultura.

Questa finalità è stata poi raggiunta con la creazione dell’Arenile, una struttura (attualmente aperta da marzo a settembre) che nella stagione estiva 2001 ha contato circa mezzo milione di presenze complessive, dividendosi tra i servizi riservati ai bagnanti (con quattro stabilimenti funzionanti) e un ricco programma di iniziative e concerti, ospitati nell’area di prato retrostante la spiaggia. Nel settore della cultura un ruolo importante, per il rilancio di Bagnoli, è invece svolto dalla Fondazione Idis-Città della Scienza, soggetto no profit che si finanzia per il 70 per cento grazie alle diverse attività e ai servizi che fornisce al territorio e a clienti nazionali ed esteri.

La Città della Scienza, inaugurata il 18 ottobre del 1996 dall’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, è un insieme di funzioni e servizi che integra un Business Innovation Centre (Bic), uno Science Centre aperto al pubblico - con sezioni espositive, mostre temporanee e aule polifunzionali -, un centro per l’educazione e la formazione permanente, e settori specifici per l’orientamento all’istruzione e al lavoro (SpaziOrienta) e per servizi al pubblico e congressi (Spazio Eventi). I visitatori della Città della Scienza, intanto, hanno già superato abbondantemente il milione, con un 70 per cento circa composto da giovani studenti. Due esempi importanti. Due modi diversi di riproporre Bagnoli come area “nobile” di Napoli. E, soprattutto, per dimenticare l’Italsider…

 

scritto a (maggio 2002)

 

 

 
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