bahamas so cool

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La domanda che dovrebbe tener banco, ma che in pochi si pongono,  è semplicemente la seguente: quante dovranno ancora combinarne quelli del governo prima che qualcuno decida la fine della ricreazione?

Tra ministri, sottosegretari, politici di vario genere ed alti prelati finiti sotto il maglio della giustizia, sorprende, al di là e ben più della gravità intrinseca delle accuse, il clima di apatia totale che si registra nel paese.

Il controllo delle fonti di informazione sta dando evidentemente maggiori risultati di quelli che si potevano sperare, ovverosia ben oltre le più rosee (si fa per dire) attese.

Non è tanto in discussione che le notizie vengano censurate; infatti non può dirsi in generale che il cittadino non venga informato dei gravi fatti di cronaca politico giudiziaria; chè anzi effettivamente non si parla d'altro sui maggiori quotidiani (ma quanti li leggono?); tutto ciò ha un senso naturalmente solo se si esclude l'anomalia tg1, instrumentum catodicum attraverso il quale viene diffusa l'impressione inquietante che vada tutto per il meglio (ricordate il massone: tg1 omettere dignità; ...correva l'anno di grazia 2002!), parlando di sole, spiagge, viaggi, gnocca e, manco a dirlo, situazione climatica. Quello che si dice, insomma, il giornalismo.

E' piuttosto che siano riusciti a far assuefare la gente allo stillicidio degli scandali per cui qualsiasi nefandezza, oramai, viene deglutita così, come bere un bicchier d'acqua. 

Duole intanto registrare che il nostro governo, anzichè preparare le valigie per i suoi fallimenti e per l'indegnità di alcuni suoi rappresentanti, sia tutto intento a spingere per l'approvazione della legge bavaglio. 

La voglia a dire: "presunzione di innocenza", ma se i processi non si fanno, o peggio se si indulta l'indultabile ed anche di più... è evidente che l'affermazione "rispettare la presunzione di innocenza" suona come una presa per i fondelli, più che per un richiamo alle giuste e necessarie guarentigie del cittadino.

Vanno bene infatti le garanzie, chi lo nega? Anzi non sono mai abbastanza per i deboli. Ma un politico accetta o, meglio, dovrebbe accettare un controllo maggiore sulla sua condotta di vita proprio perchè non dovrebbe solo rispondere a se stesso, ma anche, come con una certa dose di enfasi si dice, a chi rappresenta.

Ed allora, per dire se un politico è degno o indegno di rappresentare qualcuno o qualcosa oltre a se stesso, bisogna per forza attendere una pronuncia dell'autorità giudiziaria? Che peraltro si occupa della verità processuale, troppo spesso riflessa attraverso molti prismi processuali in grado di offuscarla! O è più giusto che il cittadino possa giudicare autonomamente il politico, per ciò che fa? 

In altri termini, dove sta scritto che per valutare la moralità di un politico il cittadino debba attendere il filtro del processo? Sono piani diversi: il processo interessa la giustizia e la sorte giudiziaria del politico; i fatti che trapelano dalle intecettazioni servono e devono servire ai cittadini per il loro giudizio, ci perdonino i magistrati, molto più importante di quello del giudice.

L'erezione aurorale stamattina è stata purtroppo spazzata via dal pensiero: ma sarà vero tutto quello che accade? Capirete allora ancor più il rammarico e l'acredine che trapelano da queste righe! Il cattivo pensiero che, considerate le ruberie dei politici e dei molti italiani del ceto dirigente in generale, questo clima di relativa calma, di silenzio e di apatia, renda ancor più bizzarro e surreale il presente; più incerto, indecifrabile, offuscato da ingombranti ombre il futuro.

Il dramma infatti è che non si vede alcuna via d'uscita pur se è altamente probabile che il governo crolli di qui a breve, forse a brevissimo.

Ma ciò che intristisce, è che il governo cadrà per consunzione o implosione, per dinamiche losche del tutto interne al potere stesso, non certo però perchè il paese batterà un colpo.

Quest'ultima è invero un'eventualità non prevista dal tristo protocollo, mentre si deve constatare fatalmente che un paese chiamato italia non esiste nei fatti. 

Se è così, han ragione quanti non si identificano in questo staterello e forse, a questo punto, anche quanti non ne vedreebbero con tanto disfavore un disfacimento nella forma oltre a quello, già compiutosi, della sostanza.

Avanti coi tatuati e le spiagge e i lati B. A tutto il resto ci pensa il governo.

V.M.