Sono un Pellegrino

DIARIO DI UN PELLEGRINO A PIEDI DAL BELGIO A GERUSALEMME

Poi continua:
- Ma ora che sono credente, sento di avere una missione, di avere qualcosa da fare nella vita. Ma non so cosa.
Mi invita a prendere posto a tavola sulla terrazza. Mi serve una soda. Le dico:
- Trovare la propria strada richiede che ci si ritiri dal mondo per un certo tempo e che ci si immerga nel silenzio della propria anima. La pietra levigata su cui si riflette la luce divina si trova solo al di là di tutti i nostri timori, al di là dell'ombra che ci abita. Tuttavia, poichè riceviamo numerose sollecitazioni sulla superficie del nostro essere, ci dimentichiamo della nostr anima. Il frastuono delle nostre vite immerse nell'attività ci impedisce di ascoltare il sussurro deella nostra anima. Possiamo lascire passare la nostra vita senza rendercene conto ... Un bel giorno, se ci risvegliamo, rischiamo di sentire male, molto male. Spesso ci si rende conto dell'importanza della voce dell'anima nei momenti di disperazione, per esempio quando perdiamo una persona cara. Quello è il momento in cui si vive nella verità, perchè la tristezza è un sentimento vero, come lo è l'amore. E' un sentimento che non si può dissimulare o imitare. E' solo nei momenti di verità che si sente ciò che ci dice il nostro cuore. Questi momenti di verità possono anche rivelarsi attraverso il cammino, o attraverso la preghiera. Il cammino è una catarsi che rimanda all'istante presente, il quale, a sua volta, rimanda all'eternità. Tuttavia, questa società mediatica ci invade di immagini alle quali ci conformiamo immediatamente, benchè esse siano estranee a ciò che la nostra anima desidera, poiché possiamo consumarle immediatamente.