Barchimede TransAt
Traversata atlantica Italia Brasile ottobre-novembre 2008
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Impressioni sulla traversata, scogli di San Pietro e San Paolo, arcipelago di Fernando di Noronha
Post n°93 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da barchimede1
L'arcipelago di Fernando de Noronha fu scoperto nel 1503 da Amerigo Vespucci, il grande navigatore italiano che ha dato il nome all'America. All'atterraggio appare inconfondibile per la forma improbabile dei pinnacoli di roccia che svettano un po' ovunque. Subito all'arrivo in rada si percepisce che qui la natura è particolare: branchi di 50 o 100 delfini girano liberamente in mezzo alle barche alla fonda, qua e la qualche grande tartaruga marina nuota placidamente. Alla mattina un gruppo di delfini arriva sotto la barca e la tentazione di fare il bagno diventa irresistibile. Il porto è piccolo, può ospitare al massimo 8-10 barche, giusto il tempo necessario per imbarcare o sbarcare i passeggeri e poi subito fuori. Il canottino è piccolo, quindi la si fa a nuoto, trainando documenti e ciabatte, unica cosa a bordo. La nuotata è impegnativa, dato il vento e la corrente contrari. Arrivati a terra, molti cartelli avvisano chiaramente che non è permesso fare molte azioni che rovinerebbero un ambiente così incontaminato. L'isola è stupenda, verde, rigogliosa, tropicale. Ovunque cannoni della 2a guerra mondiale, quando l'isola era stata fortificata temendo un'invasione nazista. Bellissimo il museo degli squali (Museu dos Tubarões).
La Polícia Federal è molto gentile e ci da tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno. L'isola è parecchio scoscesa, vulcanica, ricorda un po' le nostre Eolie anche se è molto più lussureggiante e rigogliosa. C'è tutto quello che si può desiderare, immersioni, surf, snorkeling al traino, nuotate con i delfini e le tartarughe, pesca al barracuda o all squalo, se si desidera il lato marino. Locande tranquille e ben ventilate, villaggetti incontaminati, cibi brasiliani di carne, pesce o verdure, buoni, semplici ed economici se si vuole il lato rilassante. Discoteche, feste danzanti, Caipirinha, Cervejinha, belle signorine e bei giovanotti robusti, se infine si vuole la vita notturna.
Scogli di San Pietro e San Paolo Gli scogli di San Pietro e San Paolo (Penedos de São pedro e São Paulo) sono delle roccette vulcaniche minuscole a 1650 chilometri a nord-est del Brasile, a cui appartengono. A proposito: grazie Pietro, saluti a Monica, Beatrice e Arianna; grazie Paolo, i Powerade sono stati fantastici! Lo scoglio più grande è San Pietro e misura circa 60 metri per 40 e la sua vetta è alta ben 6 metri. San Paolo non ha nemmeno un filo d'erba. Arrivando vicino agli scogli, ormai stanchi e depressi dopo 5 giorni di calme equatoriali con il gasolio ormai in esaurimento, vedo la nave e provo a chiamarla per radio, che magari mi danno buone notizie meteo. Detto fatto, mi danno il bollettino meteo più impeccabile che abbia mai visto, oltre a 2 taniche di gasolio, che non si sa mai... tante piacevolissime chiacchiere nella lingua madre, l'invito per una doccia, una cena e per qualunque cosa avessimo bisogno. Ma ancora di più mi ha colpito , quando gli ho chiesto da dove venissero e mi hanno risposto semplicemente Belém, al mio commento "ah, Belèm do Pará ? Mais longe que Cabo Verde !!" l'espressione di tutti i loro volti mi ha commosso ! Anche se a ripensarci la loro nave era più confortevole del Barchimede, con l'aria condizionata e ogni confort normale in marina. Altra cosa che li ha colpiti è la dimensione minuscola del nostro serbatoio di gasolio, credo che 35 litri sia il loro consumo per 20 secondi di navigazione.
La traversata
La traversata ha vissuto fasi alterne, all'inizio correvamo con buon vento, poi le calme tropicali ci hanno tostato con il caldo, infine la pioggia e il caldo umido ci ha veramente prostrato. Lotta contro la stanchezza, il vento variabile, il deperimento degli alimenti, il peggioramento dei vestiti e del letto, scarsa sopportazione di ogni piccola cosa, ci hanno quasi stroncati. Per il resto è routine, ci si abitua a tutto, compreso il rollìo, la barca sbandata e doversi svegliare ogni notte dalle 2 alle 6 e nel contempo dover cucinare, lavare i piatti, e fare manutenzione alle vele e agli impianti di bordo. L'equipaggio è stato all'altezza. Solo i pesci che abboccavano erano decisamente troppo grossi, ci sarebbe voluto una canna professionale, con mulinello da mille metri di filo da 2 millimetri. |
SLIDE SHOW
I PROTAGONISTI
Raffaella
Daniele
Rodolfo
Samuele (Canarie - Capo Verde)
Fausto (Fiumaretta - Canarie)
Antonio (Malaga - Canarie)
La barca
Barchimede è un Wing 34, un progetto di Taddei (il progettista della fortunata serie degli Stag) ed è stata costruita dal cantiere bresciano Petit Bateau. Nella sua prima stagione (1985) ha vinto il campionato italiano di classe Ior con il nome di Lady G e così per tre anni di seguito, successivamente si è ben piazzata in tutte le regate alle quali ha partecipato.
i delfini
Inviato da: Peter Lebenyi
il 30/07/2019 alle 17:14
Inviato da: diletta.castelli
il 23/10/2016 alle 13:47
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 14:50
Inviato da: Rebuffa17
il 28/06/2012 alle 17:48
Inviato da: Rebuffa17
il 28/06/2012 alle 17:48