Creato da Bistrazora il 28/10/2014

"Chi inquina paga"

Come difendersi dall'inquinamento

 

 

Come far applicare il principio "chi inquina paga"

Post n°1 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Bistrazora
Foto di Bistrazora

Commenti, analisi, proposte operative intorno al tema del danno ambientale e delle sue conseguenze

 

di Giampaolo Schiesaro

 

 

Il danno ambientale è l’altra faccia dello sviluppo industriale.

 

Rappresenta, infatti, almeno da un punto di vista macroeconomico,  il prezzo che la collettività inevitabilmente paga  (e spesso anche a sua insaputa, senza, cioè, che i cittadini ne abbiano piena consapevolezza) a fronte di attività industriali che comportino un consumo contra legem di risorse naturali.

 

Il principio “chi inquina paga è stato, pertanto, introdotto, a livello internazionale, per contrastare il danno ambientale, sia impedendo gli effetti distorsivi sulla concorrenza determinati dalle produzioni industriali a costi inferiori di quelli altrimenti imposti dal rispetto della normativa di protezione ambientale sia per disincentivare i comportamenti criminali capaci di mettere in pericolo la popolazione, arrecando danno all’ambiente, per egoistici (ed illeciti) fini di lucro.

 

Far concretamente rispettare il principio “chi inquina paga” è, però, difficilissimo, in Europa come in Italia, specie nei casi in cui  la Pubblica Amministrazione non sempre riesca ad offrire quei requisiti di indipendenza, professionalità e garanzia che sono, invece, assolutamente indispensabili nello svolgimento dei  compiti di vigilanza e di controllo.

 

Eppure mai come oggi, in un Paese ormai ridotto allo stremo da crisi economica e dal malaffare, sarebbe vitale riuscire a rianimare lo sviluppo  recuperando importanti risorse economiche dai responsabili del degrado ambientale ed investendole subito nella sua riparazione, con beneficio prima di tutto della popolazione colpita dai disastri ambientali e, non da ultimo, come dimostrano anni di esperienza specifica, anche dello stesso mondo industriale.

 

Si tratta di una prospettiva molto concreta, già sperimentata con grande successo in alcuni territori più fortunati di altri, ma i cui esiti non vengono mai illustrati con l’ampiezza che meriterebbero.

 

Proprio il valore dirompente  di tale fondamentale quanto semplicissimo principio – non a caso osteggiato con ogni mezzo da chi vuole non perdere il controllo sui fenomeni economici e sui benefici che da essi si possono continuare a trarre – mi ha fatto venire l’idea di un blog su questo argomento.

 

Per mettere a disposizione di tutti gli interessati quanto quarant’anni  di esperienza specifica, prima come Magistrato  e poi  come  Avvocato dello Stato, incaricato di speciali compiti operativi ormai definitivamente cessati,  mi hanno permesso di conoscere e di sperimentare su gran parte delle più gravose situazioni di crisi ambientale del nostro Paese.  

 

Da vicende di attualità cercheremo insieme di ricavare insegnamenti e consigli per “sopravvivere” agli inquinatori, cercando, se possibile,  di far pagare loro il conto dei disastri che continuamente producono ai danni del resto del mondo…

 

 A me il compito di provocare il dibattito, di moderarlo quando ce ne fosse il bisogno, e di suggerire possibili vie d’uscita ai problemi, grandi e piccoli, che andremo a toccare. Buon lavoro a tutti!

 

 
 
 
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