Creato da Maddalena_e_oltre il 30/04/2013
C'è una forza misteriosa nelle cose esteriori [...]. Un attore, per immedesimarsi perfettamente nello spirito del personaggio da rappresentare, deve indossarne il costume.*
 

 

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Il pegno

Post n°88 pubblicato il 05 Maggio 2014 da Maddalena_e_oltre

 

 

E' inutile. Pago pegno ogni volta che te ne vai. Allora non trovo via d'uscita, come una falena che avanzando dalla notte buia, sbatta sul vetro anelando alla luce, oltre.
Grande obolo ai mostri, alle fantasie che assillano in grandioso girotondo, alle immagini che gridano dal pozzo del visto, del vissuto, del sentito.

Il labirinto sta lì, senza sforzo ad ingoiarmi, come tra i vicoli bui di Napoli sotterranea, sotto l'ira di un Vesuvio che furioso leva voci infuocate. Corro per scappare verso un mare che, creduto salvezza, si rivela impenetrabile, senza quiete da offrire, e rimango con il fiato corto sulla spiaggia a chiudere gli occhi e a tapparmi le orecchie, per non vedere e non udire quella folla che preme. I Cristi crocifissi nelle lande deserte da aguzzini della sabbia, le fanciulle offese, elette a Madonne da una morte errabonda e i bambini affamati di ogni fame. Tutti loro urlano, sommessamente, oltre le mie dita trasparenti. Io devo ascoltare ogni storia, guardare ogni piaga, sentire ogni dolore.

Pago il pegno e ingoio tutto quel mondo, fin giù, dentro. Fino al ballo di un vagabondo davanti alle vetrine illuminate di un Natale estraneo, fino al suo figlio forse perduto e ad uno inventato. Fino a quello sognato e desiderato.

Pago pegno. Poi so che tutto passa.

 

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Commenti al Post:
blanche.f
blanche.f il 05/05/14 alle 23:22 via WEB
Ora dico io, ma ti pare post da scrivere quando sai che sto proprio sotto l'ira del Vesuvio? Come dormo ora? Passami un po' di quell'erba che ti sei fumata, va.
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 08/05/14 alle 13:56 via WEB
E' apotropaico mia cara... così non erutterà mai :)))
 
   
blanche.f
blanche.f il 08/05/14 alle 14:59 via WEB
Mi fido. ( tra noi inaffidabili ci capiamo).
 
inessarmand
inessarmand il 06/05/14 alle 21:20 via WEB
E' inutile. Pagherai tu il Lacryma Christi del Vesuvio , quando arriveremo sul grande cono, fino alla Valle dell'Inferno. Ci accamperemo nel grande slargo piroclastico... io, tu e Blanche con teli, chitarre e bonghetti . Allontaneremo l'ira del vesuvio, le voci infuocate e i mostri con la nostra cantilena. Resteremo con il fiato corto ad ascoltare nella Valle , il dolore del mondo scolpito sui dicchi e lo ingoieremo svuotando fino in fondo il nettare rosso . (Blanche raccoglierà anche "erba" e ginestre). Tre tende, tre anime, per trasfigurare i dolori e i rumori del mondo e trasformarli in quiete ... Che bello ritrovarsi...un caro saluto, Ines :))))
 
 
blanche.f
blanche.f il 06/05/14 alle 22:55 via WEB
Domani inizierò il mio allenamento di raccoglitrice di ginestre.
 
   
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 08/05/14 alle 14:01 via WEB
No, Blanche, non le ginestre, quelle sono solo per fare scena... l'Erba devi portare! (rido... mo' ci rinchiudono)
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 08/05/14 alle 14:00 via WEB
Mi immagino questo sabba notturno e le danze di veli bianchi nel buio denso della notte, sul fondo scintille rosse e grida. Vestali di una terra scossa e martoriata... sarebbe bello questo canto di purificazione, sarebbe bella la quiete distillata... vabbè dai, a proposito di distillati... oltre alle "erbe" possiamo pure darci all'alambicco, forse qualche ricetta segreta di antichi druidi la recuperiamo :)... Bello ritrovarsi, hai ragione, ricambio il saluto, dolce Ines.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 07/05/14 alle 00:23 via WEB
Pagare il pegno dell'angoscia. Il mare che non si raggiunge, né quello fuori di noi né quello "dentro". Nutrita della sostanza della felicità ma costretta alla sua assenza, perché forse è vero che questo dolore è la vertigine della libertà, d'altronde una volta ingoiato il mondo crocifisso ci si riabitua alla vista e si riesce a credere ancora che le vetrine sono illuminate, anche se è un Natale non ci appartiene. Ma prima di sapere che tutto passa, dopo l'immersione nel vortice di Creta, sono solo i cataclismi di cui scriveva Pessoa a parlare, quelli che quando arrivano intorno a noi si perde il sole e si sconvolgono le stelle. La capisco più di quanto possa credere. P.S. Molti dei miei post sono decisamente lunghi, non preoccuparti (posso darti del tu?) è un atto quasi masochistico leggerli ;-) Ai tuoi molte volte non ho commentato, nonostante li abbia letti, perché li ho sentiti come canti solitari, e talvolta ad un canto solitario il solo modo per rispondere è accoglierlo, in silenzio.
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 08/05/14 alle 14:11 via WEB
L'angoscia che viene come un eco dal mondo, che satura ogni poro della pelle e a volte sembra soffocare tanto manda odore forte. Il pegno è la coscienza di quello scarto tra intuizione di una felicità possibile e la tangibilità della sua assenza... è vero quel che dici, questo dolore è la vertigine della libertà, quella che tanto sembra cozzare contro felicità, che paradossalmente porta peso. E' solo che quel mondo bulimicamente ingoiato, rimane di traverso alla gola e ancora fatico a credere che quelle vetrine siano disponibili anche solo allo sguardo del vagabondo e sento tutta la pesantezza dell'aria di Lisbona, dell'infinita variabilità delle sue nubi, di quell'angoscia che veste ogni giorno, senza via di fuga. p.s. Sono già passata al tu :) Io sono sufficientemente masoschista, solo in questo periodo capita spesso di non poter assecondare il mio masochismo con la calma che vorrei e i tuoi post sono incompatibili con una lettura veloce e distratta. (Sei la benvenuta, con piacere quando commenti e con altrettanto piacere quando scegli il silenzio)
 
Mimante_62
Mimante_62 il 08/05/14 alle 08:23 via WEB
Concordo: a volte, la risposta migliore è l'ascolto. Nel mio caso, silente ed ammirato dall'affilata eleganza di queste pagine formate come spazi fruibili ai bisogni dello spirito. Se scrivo, è solo perchè colto da delirio inverso... incapace di coglierne tutta l'essenza, attribuisco un significato normale alle abnormi percezioni che questi tuoi spazi sollecitano. P.s. Mi sa che devo cambiare pusher...
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 08/05/14 alle 14:12 via WEB
Ecco... mi sa che il fumo del sabba qui sopra si è pericolosamente diffuso, chissà dove Blanche ha raccattato le sue erbe da strega :)) ... P.S. prima di cambiarlo, non è che mi passeresti l'indirizzo? (... grazie)
 
Fanny_Wilmot
Fanny_Wilmot il 08/05/14 alle 14:37 via WEB
Non che nutrissi il minimo dubbio, ma leggere pagine "buone" insegna sempre qualcosa; mi riferisco all'aggettivo "apotropaico" che usi in un commento: non lo conoscevo, ora mi frullerà in testa per un po' e magari "mi scappa" di usarlo in un post. Che faccio? cito la fonte? :)
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 08/05/14 alle 14:45 via WEB
Cara Fanny, "frulla" pure quel che vuoi: ogni erba di quest'orto è a tua disposizione e non serve etichetta :)))
 
blanche.f
blanche.f il 08/05/14 alle 14:59 via WEB
Ecco, anche Fanny vuole l'erba della Maddalena. :)
 
 
Fanny_Wilmot
Fanny_Wilmot il 08/05/14 alle 17:49 via WEB
(Blanche, avevo pudore a chiedere...)grazie Maddalena, vedrò di ricavarne qualche buon mix :)
 
blanche.f
blanche.f il 08/05/14 alle 15:01 via WEB
Ahhhh! Sarei io che mando in fumo tutti??? Ma te guarda che faccia tosta, Maddalena. (ho avuto una buona notizia, sono un po' felice)
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 09/05/14 alle 11:21 via WEB
Care le mie fanciulle... condivido volentieri con chi non fa di tutta l'erba un fascio :))))
 
korov_ev
korov_ev il 08/05/14 alle 18:06 via WEB
Elì, Elì, lemà sabactàni?
Presumo che scrivendo “quando te ne vai” lei si riferisca allo scriteriato “esploratore” di qualche post fa, così mi viene da chiederle: ma quanto sta via, questo Indiana Jones de no’ artri, per darle il tempo di colmare un tal vuoto? E soprattutto, con cosa lo riempie?
Glielo chiedo perché ho vissuto una situazione simile alla sua e ho anche provato ciò che lei ben descrive, ma mentre la mia compagna dopo un po’ riusciva a far sì che “tutto passasse”, a me quel dolore restava appiccicato addosso insieme alla mancanza. Il risultato era che nel momento della “ricongiunzione” io ero emozionato e desideroso come un bambino che avesse aspettato natale per un anno intero, mentre lei aveva bisogno di “riconoscermi”.
Riusciva ad essere distante ad un centimetro da me.
Può benissimo rispondermi di farmi gli affari miei, ma, come è scritto anche nella dichiarazione di intenti del mio blog, la mia è una ricerca: se non per me, lo faccia almeno per la scienza :-)
P.S. Sa, a volte tra i suoi post ci sono strane commistioni... ma probabilmente sono io che non capisco
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 09/05/14 alle 11:30 via WEB
Monsieur, va bene l'adorazione ma qui sfioramo la blasfemia! :)) Ora, passando oltre l'aramaico, provo a risponderle, chiaramente perchè il mio imperativo etico mi impone di non tirarmi indietro rispetto al possibile progredire della scienza! Per me il vuoto di un'assenza non si colma. Mai. In nessun modo. Fossi ricca e vivessi nell'ottocento, mi permetterei di languire sospirando alla finestra fino al prossimo incontro. Invece accade che le cose del giorno richiedano attenzione vigile e impegno, allora succede di dover "anestetizzare" la voce di quel vuoto, ridurla a urlare solo in pochi spazi e tempi. Una specie di mantra del controllo. Questa sorta di armatura, come fosse di ghiaccio, ha bisogno di tempo per essere costruita e di tempo (anche se di molto inferiore) per essere smantellata... quindi immagino che potesse succedere qualcosa di simile alla sua compagna. Una specie di contestualizzazione, di sovrapposizione pensiero/ricordo/strazio/desiderio e realtà/presenza. p.s. Non so bene a che cosa si riferisca con "strane commistioni", forse alla variabilità degli argomenti? all'azzardo di certi accostamenti? In questo sono per default "mobile qual piuma al vento" :))
 
   
korov_ev
korov_ev il 09/05/14 alle 13:01 via WEB
Vede, madame, anche io ho mille altri pensieri che richiedono presenza e concentrazione, ma volontariamente (ed a volte neanche tanto) continuavo a desiderare di provare quella mancanza, quel dolore.
Sarei stato capace anch'io di rifugiarmi in un provvisorio guscio di auto sopravvivenza ibernando il mio sentire fino alla volta dopo, ma non lo facevo per il semplice motivo che così la mia compagna sarebbe stata ancor più lontana, non lo facevo perché in quel modo sarebbe stata più lontana, perché così facendo qualsiasi altra cosa sarebbe diventata più importante di lei... e così, anch'io, come il suo esploratore, mi sono consumato.
Forse ha ragione lei, forse sbagliavo. Magari avrei dovuto usare una strategia a risparmio energetico: magari sarei durato più a lungo.
Peccato che io sia di razza dura di collo e malgrado tutto continui a credere che sia giusto così. terrò da conto comunque il suo insegnamento: visto mai che prima o poi decida di farlo mio :-)
 
     
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 11/05/14 alle 21:26 via WEB
Non credo che lei abbia capito quel che ho scritto e non intendo una comprensione intellettuale o logica, intendo una comprensione emotiva ed esistenziale. Non è un problema di risparmio energetico per quel che mi riguarda, ma è una questione di sopravvivenza e non la intendo come via più comoda bensì come unica via. Per lei sarebbe una scelta (dice che ne sarebbe capace) per me è una necessità. Evidentemente quel misterioso quid che "assembla" le persone ha tenuto conto delle vostre "complementarietà".
 
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