Creato da Maddalena_e_oltre il 30/04/2013
C'è una forza misteriosa nelle cose esteriori [...]. Un attore, per immedesimarsi perfettamente nello spirito del personaggio da rappresentare, deve indossarne il costume.*
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Post n°97 pubblicato il 07 Luglio 2014 da Maddalena_e_oltre
C'era una volta una bambina. Una bambina gaia e ciarliera in una grande casa vuota e silenziosa. Le case grandi, vuote e silenziose spesso assomigliano a labirinti ostili o forse questo dipende dalla certezza di non trovare tesori nelle loro stanze. La bambina aveva un coraggio da esploratrice, ma la porta scura della sua cameretta le sembrava un varco troppo cupo e così pensò che avrebbe esplorato il "dentro" anzichè il "fuori". Costruì un cerchio magico, un grande orso protettore e dentro i confini delle sue zampe, ogni viaggio poteva cominciare. Una bambina ciarliera costretta al silenzio dalla solitudine, non può che inventare dialoghi. Le parole erano i sassolini su cui seguire rotte tracciate nei luoghi più lontani e fantastici. I sassolini che biancheggiavano nello scurire delle ore, nell'addentrarsi folto su sentieri ombrosi. Vascelli e dirigibili, cavalli e draghi, cavalieri e pirati, castelli e grotte, tesori e pugni di cenere. La bimba sapeva però che avrebbe sempre dovuto fare rientro. Al termine del labirinto/corridoio c'era l'entrata della casa e ad una precisa ora del pomeriggio il campanello avrebbe squillato e lei, ad occhi chiusi per non dover contare le ombre, sarebbe corsa ad aprire ed il suo eroe l'avrebbe salvata in un abbraccio.
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Nell’attesa, però, io ero un po’ più… vivace. Spacciavo, taglieggiavo i commercianti, facevo giri in bici con gli amici… Insomma, tutte quelle cose che fanno i ragazzini di otto/dieci anni, ecco.
No, dài, sto scherzando, non facevo giri in bici con gli amici.