Creato da sarabanda5 il 12/07/2006

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Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 10 Settembre 2006 da sarabanda5


Le riforme amministrative e le politiche europee, attuate negli ultimi anni, richiedono alle pubbliche amministrazioni, in ogni settore operativo, di dedicare la massima attenzione alla definizione ed al controllo dei percorsi decisionali, nonché alla valutazione dei risultati della propria azione. La Legge n. 328/2000 di riforma del sistema di assistenza rientra pienamente in questo filone di cambiamento ed innovazione per il contribuito determinante apportato alla trasformazione del settore delle politiche sociali in Italia. Sebbene lo scenario di riferimento istituzionale designato dalla legge quadro è stato profondamente
modificato dalla riforma del titolo V della Costituzione, in questi cinque anni tutte le amministrazioni regionali hanno avviato percorsi di costruzione di sistemi di welfare che esplicitamente o implicitamente si ispirano ai principi enunciati dalla legge nazionale.
Lo spostamento dell’asse delle funzioni amministrative dal centro al territorio e il ridimensionamento complessivo dei compiti di gestione affidati ai poteri pubblici ha, comunque, comportato una complessiva ridefinizione delle strutture organizzative sia a livello centrale che periferico ed ha promosso un nuovo assetto del sistema delle competenze per la programmazione e gestione delle politiche sociali.
All’interno di questo nuovo e mutevole scenario, le politiche sociali, vista l’esclusiva competenza assegnata alle Regioni, rappresentano un’area di policy su cui i singoli territori sono chiamati a sviluppare capacità di governance attraverso la revisione di modelli organizzativi e l’adozione di sistemi gestionali innovativi per il presidio delle principali funzioni di competenza.
Il definitivo avvio di tanti sistemi regionali per le politiche di inclusione sociale non toglie, tuttavia, rilievo al ruolo di coordinamento e di monitoraggio affidato dalla stessa Legge Quadro al livello di governo centrale, che assume
ancora maggior importanza in considerazione della necessità, condivisa dal Coordinamento degli Assessorati Sociali delle Regioni, di individuare e promuovere tratti comuni per i diversi sistemi di welfare e favorire, quindi, dal basso, cioè dai percorsi avviati dai singoli territori, il rafforzamento dell’omogeneità rispetto alla capacità reale di tutte le Regioni di rendere esigibili per tutti i cittadini gli stessi diritti sociali.
Di qui l’esigenza maturata da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di ricostruire una base informativa adeguata sulle caratteristiche strutturali che i sistemi regionali hanno assunto in questo primo quinquennio di attuazione della Legge n. 328/2000, con specifico riferimento alle scelte strategiche di programmazione sociale e agli assetti istituzionali e
organizzativo- gestionali adottati a livello locale.

 
 
 
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