LA RAGIONE E IL TORTO
Un mio amico, di cara memoria, raccontava una scena curiosa, alla quale era stato presente in casa di un giudice di pace in Milano, vale a dire molti anni fa. Lo aveva trovato tra due litiganti, uno dei quali perorava caldamente la sua causa; e quando costui ebbe finito, il giudice disse: - Avete ragione.
- Ma signor giudice, - disse subito l'altro: - lei deve sentire anche me, prima di decidere.
- E' troppo giusto, - rispose il giudice: - dite pur su, che vi ascolto attentamente.
Allora quello si mise con tanto più impegno a far valere la sua causa, e ci riuscì così bene, che il giudice gli disse: - Avete ragione anche voi.
C'era lì accanto un suo bambino di sette o ott'anni, il quale, giocando pian piano con non so qual balocco, non aveva lasciato di stare anche attento al contraddittorio : e a quel punto, alzando un visino stupefatto, non senza un certo che d'autorevole, esclamò: - Ma babbo! non può essere che abbiano ragione tutt'e due.
- Hai ragione anche tu, - gli disse il giudice.
Come poi sia finita, o l'amico non lo raccontava, o m'è uscito di mente; ma è da credere che il giudice avrà conciliato tutte quelle sue risposte, facendo vedere tanto a Tizio quanto a Sempronio, che se aveva ragione per una parte, aveva torto per un'altra.
Alessandro Manzoni
--Segni confusi,succede--
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