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SAN NICOLA DI BARI

Post n°353 pubblicato il 09 Maggio 2014 da bellerman

 

SAN NICOLA DI BARI

 

 

San Nicola di Bari, noto anche come

san Nicola di Myra, san Nicola dei Lorenesi,

san Nicola Magno, san Niccolò e san Nicolò

(Patara di Licia, 270 circa - Myra, 6 dicembre 343),

è venerato come santo dalla Chiesa cattolica,

dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre

confessioni cristiane, fu vescovo di Myra (oggi Demre),

una città situata in Licia, una provincia dell'Impero

bizantino, che si trova nell'attuale Turchia.

È noto anche al di fuori del mondo cristiano perché

la sua figura ha dato origine al mito di Santa Claus

(o Klaus), conosciuto in Italia come Babbo Natale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti al Post:
bellerman
bellerman il 09/05/14 alle 20:30 via WEB
Nacque probabilmente a Pàtara di Licia, tra il 261 ed il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti. Cresciuto in un ambiente di fede cristiana, perse prematuramente i genitori a causa della peste. Divenne così erede di un ricco patrimonio. In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 durante le persecuzioni emanate da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l'attività apostolica. Non è certo che sia stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea del 325: secondo la tradizione, comunque, durante il concilio avrebbe condannato duramente l'Arianesimo, difendendo la fede cattolica, e in un momento d'impeto avrebbe preso a schiaffi Ario. Gli scritti di Andrea di Creta e di Giovanni Damasceno confermerebbero la sua fede radicata nei principi dell'ortodossia cattolica. Ottenne dei rifornimenti durante una carestia a Myra e la riduzione delle imposte dall'Imperatore. Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell'anno 343, forse nel monastero di Sion.
 
bellerman
bellerman il 09/05/14 alle 20:31 via WEB
Il culto si diffuse dapprima in Asia Minore (nel VI secolo 25 chiese a Costantinopoli erano a lui dedicate), con pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell'abitato di Myra. Numerosi scritti in greco ed in latino ne fecero progressivamente diffondere la venerazione verso il mondo bizantino-slavo e in Occidente, a partire da Roma e dal Meridione d'Italia, allora soggetto a Bisanzio. San Nicola è così diventato già nel Medioevo uno dei santi più popolari del Cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati. Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l'abbia gettato nella casa dell'uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio. Anche per questo episodio, è venerato come protettore dei bambini e dei fanciulli
 
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bellerman il 09/05/14 alle 20:32 via WEB
Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l'Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i sacerdoti Lupo e Grimoldo, partita con tre navi di proprietà degli armatori Dottula, raggiunse Myra e si impadronì di circa metà dello scheletro di Nicola, che giunse a Bari il 9 maggio 1087.
 
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bellerman il 09/05/14 alle 20:32 via WEB
Secondo la leggenda, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono[3]. Si trattava in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di San Michele Arcangelo) sotto la custodia dell'abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari. L'abate promosse tuttavia l'edificazione di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da Papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta. Da allora san Nicola divenne copatrono di Bari assieme a San Sabino e le date del 6 dicembre (giorno della morte del santo) e 9 maggio (giorno dell'arrivo delle reliquie) furono dichiarate festive per la città. Il santo era anche presente, fino al XIX secolo, sullo stemma della città tramite un cimiero.
 
bellerman
bellerman il 09/05/14 alle 20:33 via WEB
È poco noto che Venezia spartisce con Bari la custodia delle reliquie di San Nicola. I Veneziani, infatti, non si erano rassegnati all'incursione dei baresi e nel 1099-1100, durante la prima crociata, approdarono a Myra[4], dove fu loro indicato il sepolcro vuoto dal quale i baresi avevano trafugato le ossa. Tuttavia qualcuno rammentò di aver visto celebrare le cerimonie più importanti, non sull'altare maggiore, ma in un ambiente secondario. Fu in tale ambiente che i veneziani rinvennero una gran quantità di minuti frammenti ossei che i baresi non avevano potuto prelevare. Questi vennero traslati nell'abbazia di San Nicolò del Lido. San Nicolò venne quindi proclamato protettore della flotta della Serenissima e la chiesa divenne un importante luogo di culto. San Nicolò era infatti venerato come protettore dei marinai, non a caso la chiesa era collocata sul Porto del Lido, dove finiva la laguna e cominciava il mare aperto. A San Nicolò del Lido terminava l'annuale rito dello sposalizio del Mare. Solo in tempi recenti, l'autenticità delle spoglie veneziane è stata accertata, ponendo fine a una secolare contesa fra le due città
 
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