DIACRONIE

IL SIG. CAPITALE NON ESISTE


Soros è un capitalista multimiliardario che fa i propri affari come tutti i capitalisti multimiliardari, volendo anche apparire un benefattore (ho letto da qualche parte che sarebbe il nuovo "Platone". Chissà su quali manuali di filosofia hanno studiato per la maturità) come Zuckerberg, Gates, Bezos, Jobs (buonanima).In realtà lo scopo è quello di fare profitti e, possibilmente, di garantirseli per più tempo possibile.Se poi oltre a quello si riesce anche a passare anche per mecenati (con l'esempio di Windows che regala le "lavagne 2.'" alle scuole, legando così le strutture a quella piattaforma ed abituando i ragazzi fin da piccoli a considerare naturale quel sistema operativo) meglio per tutti anche per chi beneficia di questo "capitalismo progressista"Se questo è vero non lo è l'inverso, ovvero il capitalismo non è Soros. Far coincidere un sistema socio economico con 1 o 2 persone vuol dire gettare a mare Carlo Marx e imbarcare qualcosa d'altro.La fase di sviluppo capitalistica, se non erro, per Marx, era una fase di avanzamento che, distrutte le vecchie impalcature degli obsoleti sistemi socioeconomici precedenti, ne svelava lo sfruttamento e metteva a nudo i rapporti di forza fornendo le basi per una nuova fase di superamento dello stesso sistema capitalistico.Non mancando di sottolineare sia il peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita che il capitale portava ma senza negare neppure l'enorme avanzamento per suo merito o malgrado.Trasformare tutto questo in un complotto di qualche persona vuol dire precipitare negli abissi dell'irrazionale e del pensiero magico che nulla hanno a vedere con le basi materiali e concrete di un sistema e di rapporti di forza che riguardano l'intera popolazione mondiale.Se, quindi, una parte della sinistra sta sposando questa visione che tradizionalmente appartiene alla parte opposta della barricata (ovvero identificare il capitale cattivo in quello finanziario - originato dalla Spectre - per pensare di tornare ad un capitale buono, quello "de noantri" senza considerazione alcuna dei rapporti di classe e soprattutto di quelli di forza, che negli anni '70 - anni in realtà molto più complessi di quelli che la vulgata racconta - erano virati a favore della classe lavoratrice), questo avviene perché l'altra parte ha gettato a mare il nucleo della ragione stessa di esistere di una qualunque sinistra-progressista: ovvero il superamento di un sistema socioeconomico che per Marx apparteneva alla storia e quindi, di per sé, non immanente e anzi, avente al suo interno le stesse contraddizioni per il suo superamento (superamento NON arretramento).Avere accettato invece questo sistema come immanente e quindi perpetuo e a-storico da parte della sinistra (pensiero magico non meno dell'altro che pensa di poter ritornare a modi di produzione ormai sbriciolati proprio dal capitale) ha praticamente annullato il nucleo principale della sinistra storica comunista o socialdemocratica, gettando la propria base nella completa confusione.Il "popolo della sinistra" così, completamente spoliticizzato (assieme alla rinuncia a qualunque prospettiva pedagogica che innalzasse la base a livelli superiori) e "attivato" passivamente solo in occasione dei riti della scheda, o, al meglio in difesa di diritti spogliati di ogni parvenza sociale e di classe (dimenticando la fondamentale lezione della uguaglianza dei diritti nella stratificazione di classe di ogni società capitalista) ha finito, come dicevo, o per aderire ottusamente a questo mantra della permanenza assoluta del capitale nel mondo, o reagendo con vere e proprie perversioni intellettuali quali il "moralismo" spicciolo, il complottismo, l'analisi superficiale.Il problema enorme di questo abbandono delle postazioni (che vanno difese sempre, anche quando si perdono battaglie su battaglie) è che la realtà non si fa carico delle interpretazioni più o meno suggestive o deliranti.Se un aspetto ha caratterizzato la storia dell'umanità è la provvisorietà di ogni ordinamento che pareva immobile ovviamente non dimenticando il substrato di storia di lunghissima durata . Braudel docet.Sopra la storia lunga e sotterranea sta quella delle conformazioni politiche economiche e sociali, che, seppure caratterizzate da vite a volte lunghissime, hanno avuto comunque una fine, a causa delle contraddizioni insite nelle loro stesse strutture.All'appuntamento di questo cambio paradigmatico, per la prima volta da quanto esiste, la sinistra arriverà senza "nulla sapere" rischiando di essere definitivamente travolta dagli eventi e anzi, di essere additata "per mille e mille anni ancora" come l'unica e vera responsabile.Cosa non vera, ma che non elimina il vulnus da essa stessa prodotto negli ultimi trenta anni. La storia non solo non si ferma ma, spesso, presenta il conto.