Storie

Post N° 32


La guerra contro Chalco Era usanza che un nuovo sovrano, immediatamente dopo la sua elezione, dovesse dirigere una campagna militare, al fine di dimostrare la sua attitudine a svolgere il compito per il quale era stato eletto: cioè fare la guerra. In questa occasione i chalcas furono le vittime. Non erano mai stati conquistati pur trovandosi a pochi chilometri al sudest di Tenochtitlan, tra la riva della grande laguna e i vulcani sempre coperti di neve. Era passato molto tempo da quando avevano partecipato alla sconfitta degli aztechi a Chapultepec, ma durava ancora l’inimicizia tradizionale tra i due popoli. Nei primi anni della monarchia azteca, nel 1376, era cominciata una lunga e disperata guerra contro Chalco, che ancora doveva terminare quando salì al trono Moctezuma; questa guerra rimase accantonata ai margini nel 1428, quando gli aztechi ed i loro alleati sconfissero l’oppressore tepanaca. Tuttavia, era ovvio che tra tutti i popoli che circondavano la valle del Messico, questo antico e potente stato che tanto danno aveva fatto agli aztechi e che per tanto tempo lo aveva osteggiato, sarebbe stato il primo ad essere attaccato dagli aztechi.Non è sorprendente che Chalco fosse l’ultimo centro della zona ad essere soggiogato, perché non era unicamente una città-stato, ma si trovava alla testa di una potente confederazione. La sua alleata più importante era Amecameca, una città in una situazione geografica privilegiata, situata alle falde di due vulcani con un magnifico mercato. In totale, la confederazione aveva non meno di tredici confederati, così si poteva contare su una maggiore estensione territoriale e maggiore potenziale umano. Chalco poteva schierare un grande esercito sul campo di battaglia ed offrire una resistenza più dura rispetto agli stati vicino. Moctezuma conosceva bene Chalco e i suoi abitanti e non sottovalutava la sua forza. Era stato lì prigioniero, giusto prima della guerra contro i tepanachi. Ebbe la fortuna di scappare; con lo scopo di coltivare la sua amicizia, aveva visitato Chalco nel 1439, un anno prima della sua ascesa al trono.La guerra cominciò in una maniera abbastanza usuale. Una delle prime preoccupazioni di Moctezuma, quando prese il potere, fu quella di costruire un edificio più vasto e sontuoso al posto del vecchio e modesto tempio di Huitzilopochtli. Inviò messaggeri a tutti i suoi vassalli affinché gli procurassero legno e pietra. Allo stesso tempo mandò la stessa richiesta a Chalco, dicendo che aveva bisogno di grandi blocchi di pietra da scolpire per adornare il nuovo tempio e che avrebbe fatto piacere se i chalcas avessero provveduto. Furono inviati i quattro messaggeri di rito che furono ricevuti dai due re di Chalco. I sovrani risposero in maniera negativa alla richiesta, spiegando che non potevano obbligare ai loro uomini liberi a fare questo lavoro, e che comunque dovevano consultare prima altri due colleghi. Quando i messaggeri tornarono per avere la risposta definitiva, i re risposero che prima di accettare la richiesta preferirebbero la guerra. Moctezuma e Tlacaelel immediatamente inviarono una spedizione di esploratori ben armati alle frontiere del territorio di Chalco. Furono scelti per questa missione due capitani valorosi ed ebbero l’ordine di osservare tutti gli avamposti di frontiera e le difese. Gli esploratori videro le forze chalcas riunirsi e preparasi alla guerra; erano così numerosi che coprivano l’intera valle. Intanto i rapporti tra i chalcas e gli alleati texcocani di Moctezuma erano degenerati ad un punto cruciale. I chalcas, dopo aver catturato due figli di Nezahualcoyotl, li assassinarono ed i loro corpi erano serviti da candelabri nel palazzo del re.Questi movimenti preliminari avvennero nel 1444. Gli aztechi fecero i soliti preparativi di guerra, però questa volta furono più intensi, infatti mobilitarono qualsiasi uomo o ragazzo che potesse portare un’arma. Lo sforzo straordinario fu dovuto ad una mancanza di aiuti degli stati vassalli. Gli aztechi furono costretti ad inviare delle spie per registrare eventuali segnali di slealtà di Xochimilco e le altre città sottomesse; evidentemente non si poteva avere la sicurezza di contare su di loro per combattere contro Chalco, anche perché conservavano con questo molte relazioni. Tuttavia, la guerra fu condotta dai tre membri della Triplice Alleanza e Texcoco ebbe una parte importante nelle operazioni belliche.Quando l’esercito azteca fu riunito, iniziò una dura battaglia, con gravi perdite da ambo le parti; durò tutta la giornata, ma i chalcas non si davano per vinti. Quindi gli aztechi decisero di adottare una tattica differente: con lo scopo di sfinire l’avversario, si limitarono a brevi scaramucce per cinque giorni, facendo al sesto giorno un grande attacco. I chalcas, trovandosi in difficoltà, chiesero una tregua di cinque giorni per poter celebrare la festa del dio Camaxtli. Moctezuma sorprendentemente la concesse, e nel frattempo per la battaglia mobilitò e armò perfino ragazzi di dodici anni, che collocò dietro l’esercito per far credere ai chalcas che le loro forze erano aumentate. Dopo la tregua, gli aztechi si lanciarono nella battaglia e vinsero e i chalcas si ritirarono, perdendo molte terre.La lunga guerra chalca durò in totale venti anni, ed era arrivata ad un punto che gli aztechi, anche se avevano conquistato molto territorio, non erano ancora riusciti a prendere i principali bastioni della confederazione di Chalco. Quindi in un momento in cui Chalco si trovava indifesa ma non vinta, si arrivò ad una specie di tregua obbligata per colpa della grande carestia che colpì entrambe le fazioni nemiche dal 1450 al 1454.