Storie

Post N° 36


La soggiogazione finale di Chalco Nel 1465, alla conclusione del regno di Moctezuma, rimaneva un solo problema da risolvere: la soggiogazione finale di Chalco. Alla fine della grande carestia del 1455, ancora la guerra continuava, anche se in maniera più sporadica; in questo periodo, Chalco già era sufficientemente debilitata e non costituiva una minaccia per gli aztechi quando andavano a combattere guerre lontane. Gran parte del territorio di Chalco già era stato conquistato, ma non le sue città principali.Nel 1464 la guerra sembrava sul punto di terminare. In questo periodo gli aztechi riuscirono ad impadronirsi di una collina che affacciava verso Amecameca, la seconda città della confederazione. Dopo sopravvenne un periodo tranquillo fino all’anno seguente. Gli aztechi avevano deciso di non ritornare a casa fino a quando Chalco non fosse stata sconfitta; addirittura arrivarono a costruire degli accampamenti sulle pianure che circondavano Chalco. Scoraggiati da questa determinazione e sicuri dell’approssimarsi della fine, i figli di alcuni nobili di Chalco passarono dalla parte degli aztechi, tradendo la propria causa. Guidati da questi traditori, gli aztechi penetrarono le difese chalcas e l’esercito fu sbaragliato. Moctezuma uscì vittorioso anche da quest’ultima campagna militare, riuscendo a mettere fine ad una guerra che si protraeva ormai da vent’anni.Sicuramente Moctezuma I è d’annoverare tra i più grandi fondatori di imperi ed aveva affrontato avversità come la grande carestia e riportato trionfi, uscendo sempre vincitore. Comunque, come spesso accade, le vittorie comportavano dei problemi e gli aztechi erano adesso prigionieri delle loro conquiste. Gli dei volevano più vittime, lo stato più tributi e questa miscela rendeva necessarie ulteriori conquiste. Sicuramente Moctezuma spingeva verso una politica espansiva, ma non sempre riuscì ad essere padrone delle situazioni che lui stesso aveva creato.