ROMA (29 settembre) - «Il progetto di riforma
della scuola voluto dal governo lascia a piedi i bambini più poveri,
accresce le diseguaglianze sociali. E' un nostalgico ritorno a classi
in cui hanno tutti lo stesso grembiule, ma sono negate a tutti le
stesse possibilità». E' netta la critica che il segretario del Pd
Walter Veltroni muove alla riforma del ministro dell'Istruzione
Mariastella Gelmini. L'occasione è la manifestazione "Salviamo la
scuola" al Teatro Capranica di Roma, dove il leader del Pd ha
incontrato professori, associazioni scolastiche, studenti e genitori.
Che intervenendo prima di lui hanno riversato la propria rabbia contro
la reintroduzione del maestro unico, la riduzione del tempo pieno, i
tagli alle risorse e al personale scolastico previsti dalla riforma
dell'Istruzione. Tutti uniti nel dire no a una «scuola che più che al
ritorno del maestro unico punta a ripristinare il pensiero unico, che
vuole formare i nostri ragazzi con le fiction in tv, che in sostanza
non vuole far crescere dei cittadini, ma dei consumatori».
Un'insegnante: maestro unico per un mese. E'
Caterina Silo, insegnante all'Istituto comprensivo Italo Torsiello di
Roma, ad aprire il ciclo di interventi nella sala del teatro Capranica
stracolma: «Il ministro ha voluto farci credere che dietro la riforma
ci fosse un progetto pedagocico - tuona - secondo noi c'è solo la
volontà di uccidere il senso critico dei bambini. Se la scuola fosse
solo leggere e scrivere potremmo già chiuderle, a scuola si fa altro».
La sua proposta, per tutti i docenti, è quella di attuare per un mese
l'esperimento del maestro unico: «Vedremo se dopo un mese i genitori
saranno soddisfatti», dice. Poi è la volta di Sofia Toselli del Centro
iniziativa democratica insegnanti (Cidi): «Perché non si eliminano
tutte le specializzazioni? - dice provocatoriamente - Si passi anche al
medico unico. La verità è che per il ministro Gelmini la scuola è
un'infrastruttura che costa troppo».
Il 2 ottobre No Gelmini day.
E' un fiume in piena Simonetta Salacone, dirigente scolastica del 126°
circolo Iqbal Masih, la scuola elementare nella quale si è svolto un
presidio di genitori e insegnanti per protestare contro la riforma
Gelmini. Attacca il ministro: «Come può dire che i precari non siano un
suo problema?». E invita a raccogliere il dissenso del mondo della
scuola: «Ho scritto una lettera aperta al ministro e poi ai docenti per
dire che la scuola è delle persone che ci vivono dentro, dei
cittadini». Riccardo Assazi, uno dei genitori che ha partecipato alla
protesta, invita tutti a partecipare, il 2 ottobre, al "No Gelmini
day", iniziativa che trova il consenso dimolti insegnanti. Luca Dezolt,
della Rete degli studenti medi, chiude denunciando l'emergenza
"ballismo" e annunciando una manifestazione nazionale per sabato e
invita a partecipare per smontare il teatrino
"Berlusconi-Tremonti-Gelmini".
Fioroni: credere e obbedire è la scuola di Gelmini. Anticipa
l'intervento del leader del Pd l'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe
Fioroni che attacca: «Non si può riformare qualcosa che non si conosce
e che non si ama. E se per Tremonti la politica è "dio padre e
famiglia" per la scuola di Gelmini non può diventare "Credere e
obbedire". Ci vogliono più risorse e spese meglio. E invece ai 75mila
precari che dovevano essere stabilizzati nel giro del quinquennio se ne
aggiungeranno altri 150mila. E poi - continua Fioroni - come si fa a
mantenere il tempo pieno con il maestro unico e 24 ore di lezione a
settimana?» Inadeguata, impoverita e invecchiata, sono queste, secondo
Fioroni, le tre "I" della scuola di Gelmini.
Veltroni: la paura alimento della destra.
Davanti a centinaia di esponenti del mondo della scuola, Veltroni
inizia il suo intervento affermando che «il nostro è un Paese che sta
vivendo uno dei momenti più difficili della storia: disoccupazione,
rincari delle bollette, la situazione internazionale di grande
instabilità. Si ha la senzazione che domani sarà peggio di oggi - dice
- e soprattutto si ha paura», quella paura che per il leader del Pd è
uno degli alimenti di cui si nutre la destra. Poi comincia l'attacco a
Gelmini: «Tremonti ha deciso che ci vogliono tagli per 8 miliardi e il
ministro sta lavorando per questo. Il destino dei precari non
interessa, devono andare a formare le guide turistiche dice Gelmini,
facendo un affronto a quanti hanno speso anni e anni in formazione».
Veltroni dice di aver pensato a Don Milani, alla sua logica inclusiva e
alla lotta contro le diseguaglianze: «Occorre pensare a questo quando
si parla di scuola. Ancora lottare per evitare che il figlio di un
contadino resti escluso».
Autonomia e Valutazione sono
le parole d'ordine della scuola del Pd: «Con i tagli rischiano di
scomparire le scuole nei piccoli comuni, 500 solo in Sicilia - continua
Veltroni - Nessuno ha pensato a come quei bambini dovranno spostarsi in
altri comuni, alle spese aggiuntive ma anche agli insegnanti che si
troveranno di fronte non più classi da 20 ma da 30 bambini».
Precari.
E nessuno, dice Veltroni, pensa ai precari, «la maggior parte delle
quali sono donne, che oltre a non vedere la possibilità di inserimento
nel settore vedranno i loro figli uscire prima; per cui solo chi potrà
permetterse di avere qualcuno che vada a prendere i figli a scuola
potrà manternere il proprio lavoro». Secondo il leader del Pd il
governo ha attaccato l'unica scuola che funziona, quella elementare,
che nelle statistiche Ocse Pisa risulta tra i livelli migliori.
Voto in condotta. Poi
Veltroni affronta il tema del voto in condotta: «Frutto di una politica
che si basa sui risultati dei sondaggi: cosa piace agli italiani? Il
voto in condotta, il grembiule? Una politica che spaventa. Come fare a
recuperare un bullo bocciato per la condotta - sottolinea - la
soluzione del problema non è il voto sulla condotta, ma è difficile da
far capire a chi attua una politica basata solo sui sondaggi».
«No a un destra che educa con la tv». La
soluzione, per Veltroni, è quella di lavorare a un patto educativo tra
sinsegnanti e genitori: «Dire non una destra che vuole educare con la
tv».
La contestazione. E' dopo questa frase che gli
applausi scroscianti per il leader del Pd hanno lasciato posto all'urlo
di un contestatore: «Lo dici proprio tu che hai fatto l'accordo con
loro su Petruccioli!», ha gridato Marco Quaranta, insegnante di violino
mostrando un articolo di Repubblica datato 23 settembre
dal titolto: "Rai, Veltroni Rilancia Petruccioli". Veltroni ha risposto
che l'augurio è che in commissione di vigilanza la maggioranza rispetti
la scelta del candidato dell'opposizione, Leoluca Orlando dell'Italia
dei Valori. E prendendo il contestatore per un grillino ha aggiunto:
«Dovunque vado faccio sempre la stessa domanda e cioè: dov'è finito
Grillo? Da quando c'è la destra in Italia è sparito». Applausi dalla
platea, ma il contestatore non si ferma e grida: «Io non sono uno di
Grillo, sono un iscritto al Pd». E Veltroni, che di scuola ed
educazione aveva parlato fino a poco prima ha ribattutto: «E allora la
prima cosa che devi imparare è la buona educazione...». Il contestatore
si placa solo quando dal pubblico qualcuno si alza e gli dà uno
spintone, invitandolo a tacere.
«Rompere il circolo Tremonti-Gelmini-Parlamento». In
chiusura il leader del Pd snocciola alcuni dati: un bambino su 5 in
Italia è in una condizione di povertà di conoscenza, 144mila sono i
bambini che lavorano. «Questi sono i dati, se il governo e il ministro
vogliono ascoltare, e rompere il circolo per cui Tremonti decide i
tagli, Gelmini esegue e il Parlamento ratifica».