Provai la tentazione furiosa di tornare indietro, correndo, fino alla Casa dei guaglioni. E di coricarmi accanto a lei: di dirle: "Fammi dormire un poco assieme a te. Partirò domani. Non dico che dobbiamo fare l'amore, se tu non vuoi. Ma almeno lascia ch'io ti baci qua all'orecchio, dove ti ho ferito".
Già però il marinaio ai piedi della scaletta, stracciava i nostri biglietti per il controllo: già Silvestro saliva, assieme a me, la scaletto. La sirena dava il fischio di partenza.
Come fui sul sedile accanto a Silvestro, nascosi il volto sul braccio, contro lo schienale. E dissi a Silvestro: - Senti. Non mi va di vedere Procida mentre s'allontana, e si confonde, diventa una cosa grigia... Preferisco fingere che non sia esistita. Perciò fino al momento che non se ne vede più niente, sarà meglio ch'io non guardi là. Tu avvisami, a quel momento.
E rimasi col viso sul braccio, quasi in un malore senza nessun pensiero, finchè Silvestro mi scosse con delicatezza, e mi disse: - Arturo, su, puoi svegliarti.
Intorno alla nostra nave, la marina era tutta uniforme, sconfinata come un oceano. L'isola non si vedeva più.
Oggi Giulio mi ha messo di fronte al mio grande rifugio... Ventotene... che somiglia tanto all'isola di Arturo Gerace. Mi piace perchè è un posto dove non si approda. Vorrei partire da lì, lasciare mia madre, mio padre, le mie origini per un oceano sconfinato. Oggi hai visto la malinconia nel mio viso, lo so. Domani parto di nuovo e mi ricordo di una promessa.
Se Giulio ti dicessi che volevo portarlo lì, stretta tra le sue braccia gliel'ho chiesto e lui rispose di sì. Se non fossi andata via chissà, forse staremmo ancora insieme, perchè per lui non ero lo spettacolo delle 4, ma quello delle 9. Mi hai fatto ridere oggi Giulio tantissimo. Ci sono dei viaggi che in passato non avrei dovuto fare, avrei dovuto continuare quello che stavo già facendo, ma faceva troppa paura, era troppo vero. A Ventotene un giorno il cuore mi si è spaccato in mille pezzi e io lo so che ho fatto solo finta di essere ripartita, ho messo la mia barca in mare , ma ho solo continuato a girare intorno all'isola e ci sono ritornata. Devo partire Giulio, devo andare via dall'isola che ha il nome della mia famiglia e vedere la marina sconfinata come un oceano. Mi hai abbracciato forte e anche io. Ti ho detto che ho paura. Mi hai detto che la tua isola non va via. Almeno lei.
PS: sto fuori per il we, a presto! Fate un bell'albero e se dovesse cadere l'aereo ricordatevi che vi ho amato tutti e vi ringrazio perchè mi avete fatto compagnia in questi mesi. Spero di raccontarvi il mio ritorno comunque... e magari un giorno parlerò di come si sta bene avendo lasciato l'isola.