Rispetto all’anno scorso questa pazza estate 2014 è tutt’altro che calda, anzi è fin troppo piovosa. Non ci sarebbe quindi necessità di andare a cercare il fresco come un anno fa ma non serve la scusa del fresco per fare un giro in Engadina, casomai serve la scusa di… allargare i propri orizzonti.Questo giro per un milanese è quanto di più classico possa esserci, c’è addirittura un sito che lo definisce “adatto per tornare all’ora dell’aperitivo”: si parte percorrendo la Milano-Lecco sulla SS36, poi Lecco-Colico sulla vecchia strada del lago, Colico-Chiavenna attraverso il Pian di Spagna. Sosta caffè a Chiavenna dove uno striscione pubblicizza l’imminente Sagra dei Crotti, ce la segnamo.Finalmente si inizia a salire più sensibilmente per la Val Bregaglia in direzione di Sankt Moritz. La Cascata dell’Acqua Fraggia (Aqua Fracta) si mostra in tutto il suo splendore sotto il cielo azzurro e terso (qui in una foto vintage), la temperatura è di circa 25°. Si supera la Dogana di Castasegna, poco prima di Stampa si passa sotto un ponte naturale formato da un grosso masso erratico in bilico (e qui ci sarebbe da vedere Palazzo Castelmur), dopo Vicosoprano una serie di otto curvoni veloci fanno guadagnare quota ma è solo dopo Casaccia che si incontra il cavatappi della rampa ovest del Passo Maloja 1815 m, dove in tre km si sale da 1500 a 1800 metri in 13 tornanti: la strada è larga, ma i raggi di curvatura sono stretti… tranquilli, dall’altra parte di tornanti (stranamente) non ce ne sono più, l’altopiano dell’Engadina si mostra nel verde dei prati, dei versanti e dei laghi di Sils e di Silvaplana, e impercettibilmente digrada andando verso est: queste acque vanno tutte al Danubio e al Mar Nero.Silvaplana, in romancio Silvaplauna…il solo nome ci mette serenità: ha un che di antico, boscoso e acquietante, è una parola che rotola sulla lingua. Da qui la cantonale 3 che abbiamo percorso sinora devia a sinistra verso lo Julierpass, mentre davanti a noi la cantonale 28 va verso Sankt Moritz; noi svoltiamo a destra sull’istmo che separa i due bacini del lago in direzione della località Surlej, dove sorge la stazione di partenza della funivia del Piz Corvatsch che con i suoi 3303 m al culmine è la più alta funivia dell’Engadina… ma prima, pranzo al sacco. La salita fino alla stazione terminale (ce n’è una intermedia a Murtel, dove si cambia cabina) costa “una sacca di sangue” ma ne vale veramente la pena, specie in una giornata come questa. Eccoli, i nuovi orizzonti! (click per ingrandire)
17 agosto 2014: Piz Corvatsch (CH)
Rispetto all’anno scorso questa pazza estate 2014 è tutt’altro che calda, anzi è fin troppo piovosa. Non ci sarebbe quindi necessità di andare a cercare il fresco come un anno fa ma non serve la scusa del fresco per fare un giro in Engadina, casomai serve la scusa di… allargare i propri orizzonti.Questo giro per un milanese è quanto di più classico possa esserci, c’è addirittura un sito che lo definisce “adatto per tornare all’ora dell’aperitivo”: si parte percorrendo la Milano-Lecco sulla SS36, poi Lecco-Colico sulla vecchia strada del lago, Colico-Chiavenna attraverso il Pian di Spagna. Sosta caffè a Chiavenna dove uno striscione pubblicizza l’imminente Sagra dei Crotti, ce la segnamo.Finalmente si inizia a salire più sensibilmente per la Val Bregaglia in direzione di Sankt Moritz. La Cascata dell’Acqua Fraggia (Aqua Fracta) si mostra in tutto il suo splendore sotto il cielo azzurro e terso (qui in una foto vintage), la temperatura è di circa 25°. Si supera la Dogana di Castasegna, poco prima di Stampa si passa sotto un ponte naturale formato da un grosso masso erratico in bilico (e qui ci sarebbe da vedere Palazzo Castelmur), dopo Vicosoprano una serie di otto curvoni veloci fanno guadagnare quota ma è solo dopo Casaccia che si incontra il cavatappi della rampa ovest del Passo Maloja 1815 m, dove in tre km si sale da 1500 a 1800 metri in 13 tornanti: la strada è larga, ma i raggi di curvatura sono stretti… tranquilli, dall’altra parte di tornanti (stranamente) non ce ne sono più, l’altopiano dell’Engadina si mostra nel verde dei prati, dei versanti e dei laghi di Sils e di Silvaplana, e impercettibilmente digrada andando verso est: queste acque vanno tutte al Danubio e al Mar Nero.Silvaplana, in romancio Silvaplauna…il solo nome ci mette serenità: ha un che di antico, boscoso e acquietante, è una parola che rotola sulla lingua. Da qui la cantonale 3 che abbiamo percorso sinora devia a sinistra verso lo Julierpass, mentre davanti a noi la cantonale 28 va verso Sankt Moritz; noi svoltiamo a destra sull’istmo che separa i due bacini del lago in direzione della località Surlej, dove sorge la stazione di partenza della funivia del Piz Corvatsch che con i suoi 3303 m al culmine è la più alta funivia dell’Engadina… ma prima, pranzo al sacco. La salita fino alla stazione terminale (ce n’è una intermedia a Murtel, dove si cambia cabina) costa “una sacca di sangue” ma ne vale veramente la pena, specie in una giornata come questa. Eccoli, i nuovi orizzonti! (click per ingrandire)