Teilhard de Chardin
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Sito biosferanoosfera: illustrata un'opera di Teilhard non pubblicata in Italia
SFOGLIANDO IL ‘JOURNAL’ DI TEILHARD
Continua l’appassionante testimonianza del Prof. Fabio Mantovani sul pensiero e sull’opera di padre Pierre Teilhard de Chardin.
Abbiamo scritto in altra parte del blog (Come leggere Teilhard) che è molto utile, per capire Teilhard, leggere, non solo le opere principali, ma anche la corrispondenza e i diari.
Questi scritti sono la cornice importante per avvicinarsi con spirito aperto al pensiero del padre.
La difficoltà sta, però, trovare le opere tradotte in italiano e che sono orami esaurite.
In internet si trovano offerte librarie , in lingua italiana, a prezzi ancora abbordabili. (vedi l’elenco delle opere di Teilhard pubblicate su questo blog).
Ma molte altre raccolte di corrispondenza non trovano un editore italiano che le riproponga nella nostra lingua così come le note che Teilhard redigeva nei suoi ritiri spirituali e il Journal che rappresenta il diario personale del Padre e che ritengo importantissimo per la conoscenza del pensiero teilhardiano. La case editrici italiane continuano a sfornare la solite opere o alcune altre già pubblicate da Il Saggiatore con commenti a dir poco risibili (vedi Jaca book)
Nel sito www.biosferanoosfera.it il Prof, Fabio Mantovani, che ripeto ancora una volta, è l’unico studioso italiano di Teilhard. E per questo è inviso all’associazione italiana Teiklhard de Chardin la quale è preoccupata di non dare troppo respiro alla conoscenza del gesuita., ma soprattutto di appoggiarsi alle sue spalle per trovare per se stessa una debole pubblicità.
Se andate a visitare il sito citato troverete anche alcuni scritti inediti di Teeilhard mai pubblicati in Italia.
Seguendo questo percorso il Prof. Mantovani si è imbarcato nell’esame del Journal con citazioni critiche di spiegazione del pensiero teilhardiano.
Sui questo blog mi preme dare soltanto alcune notizie e chi fosse interessato più dettagliatamente alla lettura de Il Journal può visitare il sito.
Il ‘Journal’
Il 26 agosto 1915 Teilhard de Chardin iniziò il Journal, la cui ultima pagina è datata 7 aprile 1955, tre giorni prima della sua morte.
Il Journal e suddiviso in 21 Cahiers:
a. i primi nove (dal 26 agosto 1915 al 17 luglio 1925) furono consegnati da Teilhard alla cugina Marguerite, allorche fu costretto a lasciare l’Institut Catholique e a trasferirsi in Cina. In tal modo questi Cahiers poterono essere sottratti alla censura delle autorità ecclesiastiche. Sono attualmente in possesso dei legittimi eredi di Teilhard.
Grazie al paziente lavoro compiuto da Nicole e Karl Schmitz- Moormann, otto di questi Cahiers (dal 26 agosto 1915 al 26 febbraio 1922) hanno visto la luce nell’edizione tedesca Tagebücher, Walter Verlag, Olten 1971.
Gli stessi Nicole e Karl Schmitz-Moormann hanno poi pubblicato in francese i primi cinque Cahiers,nell’edizione del 1975 di Artheme Fayard, pp. 396 ( opera che viene ora pubblicata sul sito con citazioni e commenti)
b. tre Cahiers (il decimo, l’undicesimo e il dodicesimo: dal luglio 1925 al luglio 1944) sono rimasti in Cina e non ancora ritrovati. Quando nel maggio 1946 Teilhard lasciò Pechino in aereo, egli fu costretto a portare con se pochissime cose: salvò soltanto il tredicesimo Cahier (dal 18 luglio 1944 al 27 ottobre 1945);
c. nove Cahiers (dal tredicesimo al ventunesimo, che abbracciano il periodo dal 18 luglio 1944 al 7 aprile 1955) si trovano negli archivi della Compagnia di Gesu. ( incomprensibile la loro ostinazione a non pubblicare questo materiale).
Così come non vogliono pubblicare il documento in cui condannavano Teilhard per la sua adesione all’evoluzionismo (vedi il sito citato)
Teilhard de Chardin iniziò a scrivere il Journal alla. fine di agosto 1915. Dopo gli infernali combattimenti ad Ypres, Teilhard era acquartierato con il suo reggimento nella zona di Dunkerque. Avverti allora il bisogno di cominciare «una specie di diario» per «evitare la noia dell’accantonamento e per costringersi a pensare, ad osservare, a precisare».
Sono queste le ragioni con cui egli spiega la propria decisione di iniziare il Journal. Ma si puo aggiungere che “l’acquartieramento nella zona di Dunkerque” avviene dopo le terribili battaglie sulla linea del fronte, dove l’equilibrio della sua persona era stato messo a dura prova. Il Journal gli offri quindi l’opportunita di ritrovare la centralità e la verticalità del suo essere.
In seguito, altri eventi, non meno drammatici per il suo vissuto interiore, lo colpiranno dolorosamente: si tratta di incomprensioni e di condanne che disumanamente si sono spesso abbattute su di lui.
Ogni volta la redazione de il Journal gli ha permesso di riordinare e di precisare le sue idee, al fine di riproporre la grandezza della sua visione, «pour ne rien abandonner de ce qui peut glorifier Notre Seigneur» (p. 19).
L’interesse del Prof. Mantovani è quello di evidenziare gradualmente alcune riflessioni contenute nel Journal e , che serviranno , in questo marasma di citazioni e di chiacchiere su Teilhard a chiarire ulteriormente il pensiero e i modi di sentire di Teilhard.
Il Prof. Mantovani ha iniziato il suo lavoro di riflessione sul Journal di Teilhard il 6 maggio 2012, e mano mano verranno aggiunte nuove citazioni e riflessioni sull’opera di Padre Teilhard commentandole per renderle più appropriate a quanti si voglioni avvicinare all’opera di Teilhard de Chardin
Giovanni Fois
Centro di Documentazione Teilhard de Chardin sul futuro dell’Uomo - Roma
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)