Teilhard de Chardin
Incontro con Teilhard de Chardin attraverso varie testimonianzeMessaggio #2 » |
Post N° 1
PERCHE' UN BLOG SU TEILHARD DE CHARDIN ?
Andando in giro per il Web mi sono accorto che sono molte le persone che citano spesso Teilhard de Chardin dando qualche volta delle interpretazioni non troppo corrispondenti alla realtà del pensiero teilhardiano.
Ciò può succedere sia perchè non credo siano molti ad aver letto le opere di Teilhard (molte delle quali sono oggi fuori commercio e di difficile ricerca) e sia perchè il pensiero stesso di Teilhard è difficile utilizzando lui un proprio linguaggio a volte poetico, a volte visionario, a volte mistico, ma sempre attento alla realtà del mondo che ci circonda.
Molti fanno l'errore di vedere nel pensiero di Teilhard una dottrina che a prima vista tende a sostituire un certo cattolicesimo tradizionalista ormai fuori dalla realtà del mondo globalizzato.
Quello di Teilhard non è una dottrina ma un metodo che ha avuto il merito di aver condotto l'evoluzione nell'ambito della fede cattolica, prorprio per l'interpretazione altamente spirituale che di essa egli ha potuto e saputo dare. E' una verità indiscutibile che soltanto chiudendo gli occhi non è possibile vedere.
C'è una pagina, nel Prologo de "Il Fenomeno Umano" che Teilhard considera importantissima e dove ci spiega il corretto posizionamento dei nostri occhi interiori: Teilhard cita alcuni sensi non abituali che devono essere attivati per meglio poter cogliere quelle dimensioni che altrimenti sfuggono alla nostra vista fisica, ma tuttavia assolutamente reali: l'immensità spaziale delle grandezze macro e micro; la profondità delle distanze temporali, la moltitudine degli elementi coinvolti in tutte le cose esistenti,il moto senza fine sotto l'immobilità apparente; i legami strutturali degll'insieme e tra gli insiemi.
In Teilhard si trova un vero messaggio spirituale per il cammino del cristiano moderno e per un orientamento di tutta l'Umanità verso le fantastiche dimensioni spazio-temporali dell'Universo che ci circonda.
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)