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Informazioni sulla nascita del Centro di Documentazione

Post n°3 pubblicato il 21 Giugno 2008 da bioantroponoosfera
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NASCITA DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE TEILHARD DE CHARDIN

1)      L’incontro con il pensiero di Teilhard de Chardin

 

All’inizio degli anni Sessanta incontrai per la prima volta il pensiero di Pierre Teilhard de Chardin per merito di uno scritto del filosofo Felice Balbo.

 

A quell’epoca mi stavo interessando della storia della Sinistra Cristiana di cui Balbo era uno degli ispiratori e mi imbattei in una breve nota da lui scritta intitolata: Mie opinioni  sul modo di comprendere Teilhard.

Un breve scritto, critico, ma denso di ammirazione per questo gesuita il cui pensiero poteva rilanciare il messaggio cristiano non solo tra i credenti ma anche tra i non credenti.

Uno scritto che sollecitò la mia curiosità  e mi spinse ad avvicinarmi al  pensiero del gesuita Teilhard.Scritto che pubblicherò su questo blog.

Trovai in libreria i primi volumi dell’opera teilhardiana in francese e  in questa mia ricerca mi imbattei, non volendo,  nella prima opera  di Teilhard tradotta in italiano: L’avventura dell’uomo , pubblicata dalla Editrice Partenia di Roma nel 1947.  La pubblicazione era stata tradotta e curata da A.C.Blanc, paleontologo e amico di Teilhard.

Rimasi  affascinato dal pensiero  teilhardiano e nel corso dei successivi anni  iniziai  a raccogliere articoli e libri soprattutto in italiano.

 

 Negli anni ‘60 le Autorità Ecclesiastiche non vedevano di buon occhio l’affacciarsi del pensiero di Teilhard in ambito cattolico ; ne fanno stato gli attacchi sferrati dalla Civiltà Cattolica e dall’Osservatore Romano dopo la pubblicazione curata da Blanc, fino alla  prima dichiarazione , è il 1957 due anni dopo la morte di Teilhard, di carattere riservata e “interna” contro il gesuita in cui “ si ordinava di bandire le opere di Teilhard dalle biblioteche e dai seminari e ne vietava la vendita nelle librerie cattoliche” e alla pubblicazione ufficiale , del 1962 del famoso Monitum   ( pubblicato sull’Osservatore Romano seguito da un articolo non firmato, durissimo contro il pensiero del gesuita francese,  ma ispirato dal Card. Ottaviani) in cui  si correggeva di poco  la sostanza del primo monito ma  egualmente  metteva in guardia i fedeli contro le “ambiguità e i gravi errori presenti nell’opera del Padre Teilhard de Chardin”.

Secondo la Curia Romana i cattolici italiani (ahimè ! ) non erano preparati alla lettura e alla riflessione del pensiero del gesuita francese, ma i duri attacchi della Curia e dei suoi sostenitori altro non fecero che stimolare l’attenzione del cattolicesimo più maturo verso Teilhard e così anche sulla stampa specializzata cattolica cominciarono ad apparire studi e riflessioni, anche di una certa importanza su Teilhard de Chardin e il suo pensiero. Case editrice cattoliche pubblicarono sia libri tradotti dal francese che contributi originali di pensatori italiani.

Nelle Università vennero assegnate tesi sui vari aspetti del pensiero teilhardiano (scientifico, filosofico, teologico, ascetico e mistico) e interessantissimi studi apparvero sulle riviste e sugli annali universitari.

 

In quegli anni si dimostrò, in modo sorprendente, come i cattolici italiani dimostrassero più maturità dei vecchi e incartapecoriti soloni del Sant’Uffizio.

Due sono secondo Danilo Zolo, che pubblicò un breve nota sul Monitum del 1962 nella rivista fiorentina Testimonianze, “ le grandi intuizioni di Padre Teilhard de Chardin che fanno di lui un autore al quale il pensiero cristiano non può rinunciare: la prima è quella di aver compreso che non esiste alcuna incompatibilità fra le dottrine scientifiche moderne e la prospettiva della fede…La seconda intuizione, di natura spirituale, sta nell’avere tentato di restituire la sua grandezza e il su significato spirituale al dovere di stato”..

Intuizioni che vennero condivise dal popolo cattolico che, davanti all’Autorità ecclesiastica dimostrò  la sua maturità e la consapevolezza di aver compreso  il messaggio del Concilio Vaticano II che tanto aveva preso dal pensiero di Teilhard. 

 

Stare appresso all’uscita di tanto materiale era una fatica non indifferente e  con il passare del tempo la consistenza cartacea su Teilhard  e sul suo pensiero diventava sempre più imponente.

 

2)     Il primo Centro di Documentazione

 

Fu a  metà degli anni ’60 che  realizzai ad Ostia il primo abbozzo del  Centro di Documentazione di tutto quanto, nel frattempo,  era uscito in Italia e in italiano su Teilhard ( libri, articoli di quotidiani e settimanali, articoli  di riviste laiche e cattoliche, relazioni congressuali, tesi di laurea ecc…).  Tutto il materiale venne messo a disposizione di quanti volevano studiare questo pensiero. Venne promosso ad Ostia  un Gruppo di lavoro a cui partecipavano all’epoca anche il Prof. Ferdinando Ormea e la Professoressa Daverio e successivamente padre Alessandro Dall’Olio, cattolici che tanta parte ebbero nello sviluppo del pensiero del gesuita in Italia.

La Professoressa Daverio presentava  ogni volta al Gruppo di lavoro testi che spiegavano le varie opere di Teilhard che venivano pubblicate in Francia e che per la loro validità di spiegazione verranno ripubblicati in questo sito insieme a due  lavori realizzati dalla Daverio sui rapporti tra Roma e Teilhard.

 

Il  Centro pubblicò in quegli anni anche un Bollettino di informazioni teilhardiane, ciclostilato ,utile strumento di collegamento tra tutti i partecipanti del gruppo di Ostia.

Nel  Centro erano presenti lavori, articoli e studi apparsi su giornali e riviste che intanto avevano cessato le pubblicazioni e pertanto il materiale emerografico  diventava prezioso.

Il  Centro di Documentazione, iniziato qualche anno  prima, si rivelò   uno strumento utile per chi aspirava a conoscere in un modo giusto e moderatamente critico il pensiero di Teilhard.

Uno strumento che intendeva aiutare ogni tentativo di autoinformazione intellettuale alla scoperta di un pensiero unico e profondo per  rendere  possibile la comprensione, l’unione e la comunione individuale e collettiva con il Cristo Alfa e Omega.

 

La stagione del pensiero teilhardiano era sull’onda  del successo, si parlava ovunque di questo “gentiluomo di Dio”:  le sue idee venivano pubblicate ovunque e ovunque studiate, interpretate, dibattute e  anche criticate.. con rispetto e moderazione anche se all’epoca molti teologi cattolici andarono oltre gli aspetti civili di un dibattito necessario nell’ambito ecclesiale.

 

Ma nuvole nere si addensavano ancora all’ orizzonte.  La Curia Romana non aveva perso il mordente e non poteva permettere ancora una volta che questo gesuita venisse a scardinare  la statica realta’ della Chiesa di Roma.

 

Come ho già accennato ,era  il 1962,  come un fulmine a ciel sereno ( ma forse era prevedibile visti gli attacchi della rivista  DIVINITAS e dei teologi o pseudo-teologi più retrivi, gia’ da qualche tempo prima) l’Osservatore Romano  pubblicava  il  Monitum contro Teilhard e,  accanto,  un articolo  di inaudita violenza, non firmato, contro il pensiero di Teilhard.

Nel frattempo una conferenza stampa di padre Arrupe, allora  Generale dei gesuiti, metteva in luce pregi e utilità del pensiero del Nostro.

Fu quella una porticina aperta verso la liberta’ di parlare  nuovamente di Teilhard e fino agli anni ’70 la pubblicistica cattolica si impegnò molto per la diffusione del pensiero di Teilhard de Chardin mettendo a disposizione studi originali italiani di approfondimento con aspetti e valutazioni del pensiero teilhardiano ancora oggi degni di essere letti e valorizzati.

 

Molte riviste dedicarono numeri speciali alla vita e alle opere di Pierre Teilhard de Chardin.

 

Una bibliografia ragionata  della  sua presenza  in Italia non appare facile soprattutto quando si vogliono scoprire certe posizioni polemiche e certe reticenze che hanno prodotto guasti non indifferenti nel dibattito serio e  pacato sul pensiero teilhardiano avvenuto in quegli anni ’60.

 

La situazione politica dell’Italia di quegli anni non contributi  alla chiarezza. Teilhard era considerato l’anticipatore del dialogo con i comunisti favorendo una opposizione clericale e politica che ha rasentato a volte il disprezzo e il dileggio.

 

Molti intellettuali e teologi  cattolici contribuirono alla guerra della Curia contro il gesuita  utilizzando solo alcune opere di Teilhard.  Ricordiamo che soltanto alcuni anni fa le opere sonio state tutte pubblicate in Francia, mentre in Italia mancano ancora alcuni testi: Anche l’epistolario non è completo e mancano ancora pagine del suo diario e tanto altro materiale. Per inciso,  come si poteva, negli anni '60,  giudicare un pensiero così vasto e profondo senza  aver letto tutte le opere? Oggi è possibile e da molte parti ci si auspica una riflessione totale  ma anche critica del metodo e del sistema teilhardiano. A questo scopo il libro del Prof. Fabiio Mantovani: Dizionario delle Opere di Teilhard de Chardin, Gabrielli Editore 2006,risulterà un utilissimo strumento di consultazione e di analisi.

 

Si veda poi anche il sito www.biosferanoosfera.it che unico in Italia e in Europa tratta della situazione dell’Uomo e dell’Umanità partendo dalla visione olistica di Padre Teilhard. Il sito è un’utili strumento per andare oltre il pensiero di Teilhard come lui stesso aveva auspicato: Mi capiranno soltanto quando sarò superato.

 

In quegli anni ’60  anche  molti intellettuali cattolici  guardavano al suo pensiero per ritrovare una visione totalizzante da sostituire a quella del cattolicesimo tradizionale e ormai vecchio e  una ispirazione che facesse lievitare in senso progressista l’ideologia cattolica.

 

Il  mimetismo e il sotterfugio di molti  sacerdoti e cattolici laici  italiani,  triste eredità delle repressioni antimoderniste , abituato a dire e non dire secondo ordini superiori, ha dimostrato nell’incontro  con Teilhard di non aver appreso fino in fondo quella lezione di libertà impartita dal Concilio né il significato della silenziosa denuncia di un regime di sopruso contenuto nella leale obbedienza dello stesso Teilhard.

La reticenza e la strumentalizzazione del  suo pensiero stanno a significare la paura dello scandalo e il desiderio di consolidare un  atteggiamento che ancora oggi domina nella  prassi di buona parte della cattolicità italiana, preoccupata di salvare quella Chiesa che, come dice il Papa, non sa più parlare al mondo e con la quale Chiesa Teilhard è vissuto in  obbediente conflitto fino alla sua morte avvenuta a New York, lontano da casa e in esilio per colpa della Chiesa, nel 1955, giorno di Pasqua come lui voleva ed aveva chiesto a Dio.

 

3)     L’attuale Centro di Documentazione

 

La prima fase del Centro finisce nel 1973.

La ricerca del materiale emerografico era diventata più difficile in quanto  gli studi  e le  riflessione sul pensiero teilhardiano avevano lasciato la stampa, chiamiamola di consumo, e si erano trasferiti  nelle riviste altamente specializzate di teologia e di filosofia  legate alle   Università cattoliche e non cattoliche.

In questo lavoro , ovviamente, la  rete informatica mi è stata molto utile  e con la pazienza di un frate certosino sono riuscito ancora una volta a recuperare materiale ormai  quasi perduto.

 

Oggi nel Centro sono presenti all'incirca  trecento libri in italiano e in francese e oltre  7000 articolidi giornali e di riviste, di relazioni congressuali, tesi di laurea, materiale web, supporti audio/video, fotografie e varia altra  documentazione.

Ecco allora nascere l’idea di realizzare uno strumento  informatico utile a riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica , cattolica e non,  Teilhard de Chardin

 

 

 

 

 

 

La lettura del programma  non sarà un mero elenco di titoli e di nomi ma potrà  e devrà  essere utilizzato come uno strumento vivo per una ricerca studiata di tutto quel materiale che oggi potrebbe essere utile per riscoprire un pensiero che abbraccia non solo “il fenomeno ma tutto il Fenomeno”.

 

In più la pubblicazione di questo blog  mi darà la possibilità di inserire in rete materiale non altrimenti rintracciabile.

In conclusione vorrei dire  che nel crollo dell'idea illuministica di progresso il pensiero di Teilhard  non è  stato travolto, come dicono ancora oggi molti detrattori, soprattutto cattolici.  Mentre quest’ ultima ha condotto l’attività umana ad una operatività senza fini,  il movimento della storia di Teilhard sfocia nell’unita’ degli uomini, in una fusione d’amore e di fraternità rappresentata dal Cristo Cosmico. " Tutto ciò che sale converge" amava di Teilhard.

 

E’ per questo che il pensiero di Teilhard de Chardin è una fiamma mai del tutto spenta. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giovanni Fois

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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