Teilhard de Chardin
Incontro con Teilhard de Chardin attraverso varie testimonianze« Scienza e Fede | Messaggio #37 » |
Incontro con Floriana Porta
Nella mia casella di posta elettronica mi sono trovato, tempo fa, una e/mail inviatami da Floriana Porta; aveva visto un mio riferimento in internet e scoprendo che mi interessavo di Teilhard de Chardin mi chiese se potevo inviarLe frasi tratte dalle opere del gesuita francese perché voleva realizzare delle fotografie con inseriti i pensieri di Teilhard.
Ho risposto a Floriana, come rispondo a tutti quelli che mi chiedono qualcosa di Teilhard e da li è nata un amicizia che spero proficua e profonda per tutti e due.
Floriana Porta è una artista eclettica: basta andare in internet e vedere la sua attività di poetessa e di fotografa.
Qui non voglio, perché non mi compete, realizzare un quadro della Sua attività e una presentazione del Suo lavoro. Altri lo hanno fatto ed altri ancora lo faranno, perché, ripeto, l’artista è presente in modo deciso nell’ambito della poesia e della fotografia.
Voglio soltanto esprimere il mio pensiero sulle foto e sulle frasi di Teilhard che Floriana Porta ha pubblicato nei suoi blog, che vi invito ad andare a leggere.
In una società altamente tecnologica come quella in cui viviamo, a volte può passare per la mente un pensiero di totale inutilità dell’attività artistica. Ma credo che se i giovani di oggi sono diventati quello che si legge quotidianamente sui giornali questo è determinato anche dalla mancanza di preparazione artistica manuale e di pensiero. I nostri giovani sono orientati verso meccanismi tecnologici e li utilizzano in modo da limitare, forse senza accorgersene le loro espressioni artistiche, di pensiero e di parole .
Teilhard de Chardin non era un artista nel senso letterale, ma era uno scienziato, un filosofo e un sacerdote che avrebbe voluto in gioventù, essere, vista la sua sensibilità verso la natura, anche un poeta, un musicista o addirittura un romanziere.. Malgrado questo, leggendo le sue opere non possiamo non dire che Teilhard non esprimesse quella sensibilità e quella passione propria dell’artista.. Nel 1916 scriveva alla cugina: “…Esistono evidentemente dei temperamenti in cui l’intuizione nasce da un eccesso di tensione ossia di ardore vitale, ben più che da uno sforzo metodico; ed a questi temperamenti il mio è certamente vicino. Sono un appassionato ben più che uno scienziato”.
Del suo senso della natura, che egli chiamava “senso cosmico” Teilhard ne ha sempre proclamato la necessità di svilupparlo, e persino di suscitarlo grazie alla “frequentazione prudente ma assidua delle realtà più commoventi”, cioè grazie alle arti.
Nelle prime pagine della sua opera, L’Ambiente Divino Teilhard cosi scriveva:”Un suono purissimo si è alzato nel silenzio , – un’iride limida si è diffusa nel cristallo, - una luce è passata negli occhi che ano…Erano tre cose piccole e brevi: un canto, un raggio, uno sguardo. Perciò ho creduto dapprima che fossero entrate in me per fermarvisi e perdervisi. Invece, sono state esse a catturarmi e a rapirmi…Con il pungolo acuto delle tre frecce che mi ha vibrato, il mondo stesso ha fatto irruzione in me e mi ha attratto a sé”.
Ed è questo senso cosmico che ho trovato nell’opera di Floriana Porta. La Sua arte e la Sua poesia fanno tesoro di queste frecce e trascinano l’anima di chi “legge e vede” a ricercare il Bello e il Grande verso l’incontro con il Cristo Cosmico, Alfa e Omega dell’intero creato.
Giovanni Fois
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)