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IL CARRETTO DEI LIBRI USATI

Post n°68 pubblicato il 03 Settembre 2008 da bioantroponoosfera
Foto di bioantroponoosfera

Rovistando su una bancarella mi è capitato tra le mai un libro  realizzato da vari autori, tra cui il Card. Martini, dedicato a: La spiritualità di Don Luigi Monza nella vita delle piccole Apostole della Carità”, ed. La Nostra famiglia e nel  capitolo  scritto da Luigi Mezzadri: Tutta la Terra è vostro posto ho trovato questo bellissimo riferimento a Pierre Teilhard de Chardin. Ve lo ripropongo come elemento di riflessione personale.

“………………………………………………………………………………………………………..

4. La scuola della terra

Una certa teologia, rappresentata tra l’altro da Barth, Bultmann, Gogarten, ha presentato il mondo come realtà «areligiosa», opaca, in relazione a Dio. Solo la Parola di Dio salva, ma di una salvezza trascendente, acosmica, incompatibile con il mondo.

Con Teilhard de Chardin (1881 -1955) si sviluppò una linea più comprensiva del mondo, giudicato «trasparenza» verso Dio. Questo gesuita sentiva in sé le istanze della fede (le forze verso l’alto) e della scienza (le forze in avanti). È una tensione che ha indotto molti all’abbandono della fede e taluni  a  chiudersi al progresso. Teilhard ha cercato una soluzione che non mortificasse la scienza e rinnegasse la fede. Gli sembrò di averla trovata nell’evoluzionismo che, a differenza di molti cattolici in quell’epoca contrari, accettò.

All’inizio ci sarebbe stata - secondo Teilhard - una materia inerte (= previta), che attraverso un processo complesso ha dato origine alla vita. Per Bultmann il punto conclusivo della storia non potrebbe essere il risultato di uno sviluppo storico, ma solo il suo arresto per opera di Dio; per Barth le realizzazioni più nobili dell’Umanesimo non preparano le realtà future. Theilhard rifiuta invece un’idea manichea della materia. La materia «è il peso, la catena, il dolore, il peccato, la minaccia sulle nostre vite.

È ciò che appesantisce, che soffre, che ferisce, che tenta, che invecchia. Per colpa della materia siamo pesanti, paralizzati, vulnerabili, colpevoli... Eppure nello stesso tempo la materia è gioia fisica, il contatto esaltante, lo sforzo virilizzante, la felicità di crescere. Grazie alla Materia, siamo alimentati, sollevati, collegati al resto del Mondo, invasi dalla vita» (Ambiente divino, 117). È l’evoluzione che produce l’uomo. Dopo l’apparizione dell’uomo, non ci sarà un essere superiore, ma l’evoluzione avviene attraverso il lavoro dell’uomo e tende a quel punto Omega che costituisce il momento in cui tutta l’umanità sarà unità. E quest’unità non potrà avvenire che in Cristo: è Lui il punto Omega della scienza e così si pongono le condizioni per cui Dio interviene e attua il Regno.

Contro i «disertori del mondo», Teilhard propone una spiritualità incarnata, che apprezza i valori terrestri, la «Materia affascinante e forte... La virtù di Cristo è passata in te. Con i tuoi fascini attirami; con la tua linfa nutrimi. Con la tua resistenza fortificami. Con gli strazi che c’imponi liberami. Infine con tutta te stessa, divinizzami» (Ambiente divino. 123). Il valore più nobile è quello del lavoro, che diventa così un collaboratore alla creazione. Un secondo elemento è quello della lotta contro la sofferenza:»

Lottare contro il Male , ridurre al minimo il Male che ci minaccia (anche se è solo fisico), ecco indubbiamente il primo gesto del Padre nostro che sta nei cieli»  (Ambiente divino 83) . Compito del cristiano è dunque la lotta; ma Dio è anche dalla parte della sofferenza, quando lui stesso apre un varco doloroso nelle fibre dell’uomo «per penetrare fin nel cuore della mia sostanza e per rapirmi a Te» (Ambiente divino 91).

Nel tendere al progresso si giustifica l’impegno di carità. «O Signore, nella vita dell’Altro, fa splendere per me il tuo volto. La luce irresistibile dei tuoi occhi, accesa nel cuore stesso delle cose, mi ha già precipitato verso ogni opera da proseguire, verso ogni fatica da superare… Fra gli uomini e me stesso Tu vuoi che con l’ausilio dell’Eucaristia, si manifesti la fondamentale attrazione (già oscuramente presentita da ogni amore, non appena è forte) che fa misticamente della miriade delle creature ragionevoli, una specie di Monade unica in Te o Cristo Gesù…

L’umanità dormiva - e dorme ancora assopita nei godimenti ristretti dei suoi gesti di amore chiusi.

Un'immensa potenza spirituale sonnecchia nel cuore della nostra moltitudine, e si desterà solo quando sapremo sfondare le pareti dei nostri egoismi ed elevarci mediante una fondamentale rifusione delle nostre prospettive".

E conclude:

"O Gesù! Salvatore dell'attività umana alla quale conferisci una ragione d'agire - Salvatore della fatica umana alla quale conferisci un valore di vita - sii la salvezza dell'unità umana, costringendoci ad abbandonare le nostre grettezze e ad avventurarci, appoggiati a Te, nell'oceano sconosciuto della Carità" (Ambiente divino, 175s.).

 

 

 

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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