Teilhard de Chardin
Incontro con Teilhard de Chardin attraverso varie testimonianze« Pillole di saggezza 2 | Messaggio #73 » |
Cosmogenesis 2
Nel sito ECplanet.ch abbiamo trovato uin articolo di Alessio Mannucci dal titolo: Cosmogenesis 2. Vi riproponiamo il punto in cui l’autore parla di padre Teilhard de Chardin
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IL PUNTO OMEGA
Secondo Padre Theilard de Chardin, l'Universo è una realtà dinamica, in movimento, in espansione e contrazione, in trasformazione, in evoluzione: una creazione continua. Una “cosmogenesi”, che si evolve in modo complesso. Se si eleva lo sguardo verso questo processo dell'evoluzione, secondo Padre de Chardin, si intravede una “moltitudine che si sta organizzando verso un qualcosa di nuovo che fa procedere l'evoluzione”. La nuova tappa del cammino dell'universo è la “noosfera”. Secondo Padre de Chardin, la stoffa dell'universo non è fatta di sola energia-materia, essa è materia e spirito, energia e interiorità. Perfino la materia inorganica ha una sua “interiorità”. La complessità crescente dell'universo in espansione e in accelerazione non è frutto della casualità, ma è centrata su un “disegno intelligente”, su un progetto: l'evoluzione della coscienza. La cosmogenesi è dunque in realtà una “noogenesi”, cioè la creazione di “coscienza”, di “spirito”, per mezzo di una complessificazione crescente. L'apice della evoluzione sulla Terra al momento è l'uomo, l'essere più complesso, con la coscienza più complessa. Ma, attraverso le risorse sempre più strettamente interconnesse e comunicanti (pensiamo alle comunicazioni interplanetarie ed a Internet), la coscienza umana si complessifica sempre più, creando una unione pensante e cosciente che sintetizza ed utilizza tutte le differenze. “...l'uomo scopre, per usare un'espressione forte espressione di Julian Huxley, di non essere altra cosa se non l’evoluzione divenuta cosciente di sé stessa” (“L'Ambiente Divino”). Gli esseri umani, con i loro pensieri, ma soprattutto con la loro coscienza, sono simili ai neuroni di un grandioso “cervello globale” o “mente planetaria”.
La biosfera si evolverà attraverso questo processo in noosfera. L'apice della ominazione sarà allora una super coscienza che straborderà oltre lo spazio-tempo, nell'Uno, il “Cristo Cosmico”, il Punto Omega, un polo di attrazione che attirerà a se la molteplicità e la incorporerà in un qualcosa di superiore e unitario. La via di salvezza all'angoscia esistenziale rispetto la nostra finitezza è quella di comprendere che l'Universo è qualcosa che evolve, dotato di una sorta di “sapienza sistemica”, di cui - come natura - facciamo tutti necessariamente parte.
IL PROGETTO DI DIO
“Cristo si è realizzato nell'evoluzione”.
Secondo Theilard de Chardin, il “Cristo Cosmico” si realizzerà nella evoluzione stessa. Tra i pochi a vedere nell'evoluzione scientifica un “segno divino”, il gesuita francese, che unì la passione religiosa a quella scientifica, tentando di riconciliare la teoria evoluzionista di Darwin con quella creazionista del Cristianesimo, attingendo anche alle idee sull' “evoluzione creatrice” di Bergson, giunse a preconizzare l'avvento di una “mente planetaria”, o meglio, una “rete nervosa planetaria” (noosfera) ,che raggiungerà il cosiddetto “Punto Omega” (“Ad quem omnia tendunt”), cioè l'unione con il “Cristo Cosmico”. Questa idea di singolarità “tecno-mistica” e di “escatologia cosmica”, con una forte aspettativa messianica, tende a considerare gli esseri umani, con i loro pensieri, con la loro coscienza, simili ai neuroni di un grandioso “cervello globale” dal quale emergerà la “coscienza di Cristo”. In seguito, le idee di De Chardin influenzeranno profondamente Marshall McLuhan e tutta la “sociologia globale” successiva. In particolare, il francese Pierre Lévy, studioso di temi antropologico-culturali legati allo sviluppo della realtà virtuale, che nel saggio “Le Tecnologie dell'Intelligenza. Il Futuro del Pensiero nell'Era dell'Informatica” (Synergon, Bologna, 1992) descrive il ciberspazio come una sorta di doppio virtuale di Gaia, il pianeta vivente, e il luogo di condensazione di uno “Spirito della Terra” che raccoglierà in sé la totalità delle intelligenze organiche e inorganiche.
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Alessio Mannucci
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)