Teilhard de Chardin
Incontro con Teilhard de Chardin attraverso varie testimonianze« Messaggio #79 | Messaggio #81 » |
CHE PENSO DI LUI...
A.A.Zukov, Professore di etnografia all'Accademia delle Scienze dell'URSS
Per una sola immagine del mondo (relazione UNESCO 16 sett. 1981)
"Teilhard ha anticipato la ricerca della scienza che tenta di unificare in un tutto unico le leggi dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo.
Secondo le sue idee, un'immagine del mondo intero potrebbe essere fornita da un sistema completo di conoscenze, con l'Uomo al posto principale. " La vera fisica - ha scritto - è quella che un giorno perverrà ad includere l'uomo, nella sua totalità in quanto coerente del mondo". La nostra epoca è quella delle grandi analisi delle conoscenze e dei dibattiti filosofici sulla "antropologizzazione" delle scienze ed in tale momento una tale strada sembra particolarmente necessaria e preziosa".
KARANG SINGH, alto funzionario del Ministero della Cultura e dell'Educazione dell'India
Un nuovo fattore di universalizzazione (relazione UNESCO 16 sett.1981)
"...Teilhard de Chardin fu uno dei primi pensatori dell'Occidente ad accorgersi che la scienza e la tecnologia moderne non sono soltanto un prolungamento dell'antica tradizione, ma costituiscono un fattore assolutamente nuovo dell'universalizzazione del genere umano, che nessun teologo attento può permettersi di ignorare..."
EWERTH. COUSINS, Filosofo dell'Università Fordham di New York
Il risceglio di una coscienza planetaria (relazione NESCO 16 sett. 1981)
"...Secondo Teilhard de Chardin la comunità umana si accinge a vivere una trasformazione radicale della coscienza. Passiamo da una coscienza tribale o nazionale a una coscienza universale. Per un processo chiamato "pianetizzazione", le forze dell'evoluzione cessano di divergere per convergere. Dopo la comparsa dell'uomo sulla terra, i gruppi umani divergevano per formare tribù diverse. Però, la forma sferica del globo, l'aumento della popolazione del pianeta e lo sviluppo rapido delle comunicazioni provocano in un secondo tempo una convergenza ed una concentrazione delle coscienze. Da qui l'emergere di una coscienza universale...
...Il pensiero religioso di Teilhard ci aiuta a comprendere il fenomeno religioso della nostra epoca, nel suo aspetto ecumenico e laicizzante. I suoi concetti di convergenza e di complessità-coscienza illuminano l'incontro delle religioni. La sua comprensione del potere spirituale della materia permette di porre il processo di laicizzazione in una prospettiva spirituale. Ma il suo pensiero non può ridursi a una sintesi armoniosa offerta al nostro sguardo ammirato: è l'appello di un profeta che guarda all'avvenire che esorta le religioni a orientare attivamente le energie degli uomini, che si avvicinano a un momento critico della loro storia. Il profano avrà così delle ricadute fruttuose nello spirituale, e lo spirituale racchiuderà ed animerà le energie profane. In questo senso, il pensiero di Teilhard continuerà a caratterizzare la coscienza religiosa del prossimo secolo..."
ZHU MING ZHON - LI YAN XHAN , Professori paleontologi dell'Istituto di Paleontologia vertebrata e di Paleoantropologia di Pechino
"Sotto il martello del geologo la storia della Terra edell'Uomo (relazione UNESCO del 16 sett. 1981)
"...Molto presto Teilhard comprese che per indagare sulle origini dell'Uomo era indispensabile uno studio geologico assai approfondito. Non si muoveva più senza il suo martello di geologo a portata di mano. Consulente del servizio geologico nazionale cinese Teilhard prende una parte molto attiva, per molti anni, agli scavi di Chukutien, vicino a Pechino, che portarono alla memorabile scoperta del Sinantropo.
Dicevano i suoi colleghi di ricerca;"Tutte le volte che ci rechiamo nei posti dova ha lavorato Teilhard de Cghardin, ci riferiamo ai suoi studi e non possiamo fare a meno di inchinarci davanti al suo spirito di abnegazione, al suo senso di antiveggenza ed alla qualità del suo contributo alla scienza cinese...."
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)