« Messaggio #118Messaggio #120 »

Post N° 119

Post n°119 pubblicato il 30 Ottobre 2008 da bioantroponoosfera
Foto di bioantroponoosfera

Il Punto Omega di Teilhard de Chardin

 

         Ricorre quest'anno il centenario della nascita di Teilhard de Chardin, gesuita, ricercatore, scienziato, antropologo, filosofo, e soprattutto - come una volta sentii dire da un'eminente personalità in un convegno teologico - uno dei più importanti "segni" per la cultura cristiana del nostro tempo.

          Lo scopo di tutta la ricerca di questo scienziato, che sapeva esprimersi con altissima espressività poetica, fu infatti quello di comprendere la misteriosa unità che esiste tra la terra e il cielo, tra la fatica dell'uomo sulla terra e il suo eterno destino, tra il travaglio che conduce la materia a organizzarsi in forme sempre più perfette e lo Spirito di Dio che "aleggia sulle acque" e che creativamente continua ad essere presente in essa per condurla alla sua ultima perfezione.

          Teilhard ha scritto e pubblicato moltissimo: volumi, articoli, ricerche, saggi, lettere, di cui molto dev'essere ancora edito. Non c'è da meravigliarsi allora se, fin dal manifestarsi del "fenomeno Teilhard", a partire dagli anni quaranta, si siano sviluppate interpretazioni diverse e anche opposte del suo pensiero, sovente travisato, e che Teilhard stesso sentisse il bisogno, nel 1955 - l'anno stesso della sua morte sopravvenuta nel giorno di Pasqua - di pubblicare due articoli per precisare quale fosse il "senso ultimo" di tutta la sua ricerca.

          Questi articoli hanno per titolo "Il pensiero del padre Teilhard de Chardin esposto da lui stesso" e "Un sommario della mia prospettiva fenomenologica del mondo"; e poiché essi riassumono sostanzialmente, dandone la corretta interpretazione, le altre opere principali di Teilhard, che tante controversie avevano suscitato, e cioè "L'ambiente divino", "Il fenomeno umano" e "L'avvenire dell'uomo", ci rifaremo brevemente ad esse per non correre il rischio di travisare le intenzioni di un autore che attende ancora di essere "scoperto" dal pensiero cristiano.

         Innanzi tutto, Teilhard afferma decisamente di non volersi esprimere strettamente in modo filosofico, ma in maniera libera, scientifica e poetica insieme. "Essenzialmente - egli dice -, il pensiero del padre Teilhard de Chardin non si esprime in una metafisica, ma in una sorta di "fenomenologia", intendendo con questo termine una metodologia di ricerca scientifica dei fenomeni umani e cosmici, una descrizione attenta delle loro leggi e della loro formazione, a cui possono fare seguito diverse ipotesi di interpretazione.   

          Teilhard, che fu soprattutto uno scienziato, un ricercatore appassionato delle leggi che governano l'universo, la storia della vita sulla terra, il mondo dell'uomo, enuncia quindi la grande legge che, secondo lui, regge la totalità del mondo e delle realtà umane: la famosa "legge di complessità-coscienza". Ora questa legge generalissima (nel senso che si riscontra ad ogni gradi di evoluzione del vivente) permette, per Teilhard, di stabilire un nesso di stretta relazione tra il grado di complessità organizzativa a cui giunge una certa linea dell'evoluzione  della materia, e il grado di coscienza o di psichismo che le è correlato. In altri termini, quanto più la materia vivente diviene complessa, si organizza, si struttura, spinta quasi da una inarrestabile finalità che le è intrinseca, tanto più essa richiede - come si può vedere nel caso dell'evoluzione delle specie animali - un grado di coscienza maggiore e, nel caso del cervello dell'uomo, anche di spiritualità.

          Questa legge che è, si può dire, cardine di tutto il pensiero teilhardiano, viene riscontrata da Teilhard nelle due principali tappe della evoluzione del mondo e dell'uomo: quella che va dalla pre-vita alla vita, alla vita animale, alla vita umana, per la quale "l'Uomo rappresenta il termine elementare più elevato di questo movimento di adattamento", e in secondo luogo nella tappa evolutiva della storia e della  società umana, che progrediscono spiritualmente e sul piano della coscienza dei valori stessi dello spirito, man mano che si perfezionano, si organizzano, evolvono verso forme di vita più civili e perfette.

          Anzi, per Teilhard il singolo uomo non può perfezionarsi da solo, anche sul piano dello spirito, ed ha bisogno di solidarizzarsi strutturalmente con gli altri per essere veramente e pienamente uomo: "Al di sopra dell'uomo individuale, lo sviluppo si prolunga ancora, mediante il fenomeno sociale, nella Umanità, al termine della quale si lascia intravedere un punto superiore e critico di riflessione collettiva".

          Teilhard vuol dire qui che lo slancio dell'evoluzione che anima la materia fin dall'inizio, non si arresta nemmeno al grado di organizzazione cerebrale rappresentato dall'Uomo, ma sembra tendere ancora più in alto, ad una espressione della mente e dello spirito dell'uomo che sia frutto non del solo individuo, ma dell'Uomo ormai compiutamente e solidarmente unito agli altri uomini nei legami di una socialità che non lo annulla ma lo eleva. Teilhard scorgeva infatti nel fenomeno di socializzazione, caratteristico della nostra epoca, qualcosa di più rivoluzionario e importante dello stesso fenomeno evolutivo attraverso il quale gli esseri viventi si sono organizzati per poter giungere all'uomo.

          Occorre precisare che proprio su questo punto del pensiero di Teilhard sono state scagliate le maggiori critiche e anche incomprensioni. Si è affermato infatti che Teilhard sposava, con queste sue tesi, non solo l'evoluzionismo darwiniano, ma anche l'evoluzionismo storico rappresentato da Hegel e poi sfociato in Marx, secondo cui la materia si evolve da se stessa e con le proprie forze, verso le più alte forme della coscienza e dello spirito, senza nessun intervento "dall'alto". Per chi conosce veramente Teilhard, nessuna accusa è più ingiusta. In effetti Teilhard non fa qui che riprendere, adattandole alle moderne cognizioni della scienza, alcune formulazioni fondamentali della filosofia classica, secondo cui - per usare un linguaggio tecnico - il principio formale o attuale, investendo la materia, la fa tendere a ricevere forme sempre più perfette.

          Come già notava Maritain commentando Bergson, il principio secondo cui ogni essere tende per un inarrestabile slancio a trascendere la propria stessa perfezione per accogliere una forma superiore, che lo conduca ad un nuovo grado di essere, è un principio radicato profondamente nella filosofia classica, in particolare di impostazione aristotelico-tomista, e l'averlo dimenticato è stato la vera causa del sorgere del materialismo nel mondo moderno.

          La legge di "complessità-coscienza" implica, per Teilhard, un movimento evolutivo negli esseri, anche i più materiali, verso forme sempre più perfette e spiritualizzate, movimento che comporta sempre, a chi sappia ben leggere la realtà, la presenza di una finalità spirituale, fin nei più infimi movimenti della materia primordiale. La materia non si evolve a caso, verso l'unità organica, psichica delle coscienze, ma ha un fine da raggiungere, che le trascende e, pur unificando in un definitivo significato tutti i suoi sforzi, la supera.

          Questo fine è quello che Teilhard chiamava "punto Omega". La legge di "complessità-coscienza" contiene infatti per Teilhard un grosso significato: e cioè che il punto finale dell'evoluzione della materia, della coscienza e dello stesso uomo, il suo punto Omega, che tutto ricapitola e insieme tutto trascende, è Cristo. Anche se non ci fosse la Rivelazione, la perfezione a cui Cristo eleva l'uomo sarebbe parimenti postulata dall'evoluzione delle coscienze e dello spirito dell'uomo.

          La mente dell'uomo, e in particolare del cristiano, dice Teilhard, deve riuscire a "identificare l'Omega della ragione con il Cristo-Universale della rivelazione"; deve cioè scorgere come tutti i fenomeni dell'universo che tendono ad organizzarsi unendosi, da quelli più infimi a quelli superiori della vita umana e in particolare cristiana, tendono sostanzialmente a manifestare la verità e la realtà del Cristo. Ciò vuol dire anche che la visione strettamente scientifica dell'universo è anche una visione mistica: "l'evoluzione tutta intera viene ricondotta ad un processo di unione e di comunione con Dio, diviene integralmente amante e amabile fin nel più intimo come nel più finale dei suoi sviluppi.

          Sebbene Teilhard distingua diversi gradi di questa analisi fenomenologica dell'evoluzione del mondo, è soprattutto all'analisi mistica - che rivela il modo cosciente con cui l'uomo costruisce l'ascesa dell'Umanità intera verso l'Omega - che egli dedica la maggior parte delle sue riflessioni. Per Teilhard è infatti la persona di Cristo che, tutto riassumendo e tutto ricapitolando, dà il senso ultimo alla coesione ed evoluzione dell'universo intero.

          L'umanità contemporanea, e soprattutto i cristiani, sono oggi chiamati, secondo Teilhard, a scorgere questo nuovo cammino dell'umanità e a capire che l'Umanità deve trascendere in un certo se stessa, deve superare i propri egoismi, per avviarsi ad un nuovo e superiore stadio della sua evoluzione. "Convertiamoci ad un grado maggiore di questa conversione, mostrando con tutta la nostra vita che solo il Cristo è suscettibile di animare e di dirigere il nuovo cammino intravisto dell'Universo". 

          Per Teilhard si tratta, con molta chiarezza e forza, non di entrare in una specie di religione naturale dell'universo, che potrebbe anche non avere niente a che fare con il Dio del Vangelo, ma di accettare Cristo come il termine finale dell'universo, e della storia dell'uomo, come colui che con il suo messaggio supera e insieme dà valore a tutte le aspirazioni e tensioni dell'uomo, aprendo lo sconfinato orizzonte di una nuova storia.

         Se anche è vero che Teilhard non è sempre stato preciso nella elaborazione dei termini filosofici tecnicamente più appropriati per formulare questa concezione dell'universo e dell'uomo, dando così origine alle critiche che abbiamo ricordate, è certo però che ha formulato forse la più grandiosa sintesi moderna della centralità, in Cristo, di ogni realtà cosmica umana.

          Tutto ha origine da Cristo, perché "tutto è stato fatto per mezzo di lui", e ogni essere tende, nella sua evoluzione, inconsciamente o consciamente, a Cristo. Lo sviluppo dell'uomo che giunge a Cristo diviene irreversibile e Cristo, attraverso l'uomo, eleva tutta la creazione - di cui l'uomo è insieme sintesi e compimento - alla sua stessa altezza. E poiché Cristo è il punto Omega, l'uomo, nell'unirsi a lui, sperimenta l'unità del principio con la fine, l'unità tra il Dio della creazione e il Dio della Rivelazione e della Parusia (quella nuova ed ultima venuta mediante la quale Cristo attrarrà a sé e trasformerà in una suprema dimensione la creazione intera).

          Per questo per Teilhard la mistica, come progressione di vita di unione con Cristo, non è qualcosa di irrazionale o di irreale, ma diviene la fonte della nuova conoscenza dei cristiani, mediante la quale essi si riconoscono innestati, personalmente, comunitariamente e anche cosmicamente, nella realtà del Cristo.

          Occorre rileggersi le bellissime pagine della "Messa sul mondo" per cogliere qualcosa del grande afflato religioso e mistico, e soprattutto del grande amore per Cristo che ha acceso la mente e il cuore dello scienziato Teilhard de Chardin.

          Un messaggio, il suo, non destinato già alle biblioteche, ma a fecondare, con una ventata di ottimismo cristiano, lo spirito degli uomini di oggi e di domani. 

MURA Gaspare

( da Città  Nuova n. 20 del 25 0tt0bre 1981)

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Ultime visite al Blog

nosdgl10pinmurafilippotassiamelita3bmgiulia46argentoRmdglOzmago01gerusdueporcellinevitocapanoenzozinifiltrostophermesvskipper470vaccarosambuca
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963