Teilhard de Chardin
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Post N° 142
Teilhard Anche il cosmo aspetta la totale redenzione |
Nasce a Sarcenal, in Alvernia nel 1881 e muore a New York nel 1955. Entra a far parte della Compagnia di Gesù nel 1899. È stato scienziato (paleontologo e geologo), nonché filosofo e teologo. Dal 1920 al 1923 insegna geologia e Paleontologia nell'Istituto Cattolico di Parigi. Dal 1926 partecipa a numerose spedizioni in Oriente, in Cina, in Birmania a Giava e in India, contribuendo al rinvenimento del cosiddetto "uomo di Pechino" (Sinanthropus pekinensis), l'ominide fossile vissuto nel Pleistocene medio (200-300.000 anni fa). Il suo pensiero matura in un periodo di grande fermento scientifico: da un lato il positivismo va in crisi, dall'altro gli studiosi umanisti si interrogano sul futuro della civiltà occidentale. Tehilard critica la debolezza delle basi teoriche su cui si fondano queste tesi, intuendo tutta una serie di "estrapolazioni" che gli permettono di pensare ad una vera "scienza dell'avvenire". Amplia il campo della ricerca scientifica al dibattito cosmologico-teologico e ancora oggi risulta assai importante il suo tentativo di conciliazione tra le tesi evoluzioniste e la dottrina cattolica.
Sono tesi espresse nel saggio "Il fenomeno umano", pubblicato solo nel 1955, in cui ogni evento è intuito in funzione di una realizzazione del progetto divino, che non si conclude con la comparsa dell'uomo sulla terra, ma è destinato a proseguire.
Tehilard parla di una "noogenesi", una specie di divinizzazione dell'universo, attraverso la quale trovano unificazione i destini sia dell'uomo che dell'intero cosmo. L'evoluzione dalla pre-vita (mondo inorganico) alla vita ("biosfera") porta alla formazione del mondo dell'uomo e del pensiero ("noosfera"), suo culmine, anche se l'uomo non è visto come l'approdo finale: l'universo e l'uomo tendono ad un punto omega: il Cristo cosmico, punto di aggregazione di tutta l'umanità. Le sue posizioni sono viste con un certo sospetto dagli ambienti ufficiali della Chiesa Cattolica di allora e tutti i suoi libri più importanti escono postumi: dal già citato "Il fenomeno umano" (1955) a "La comparsa dell'uomo" (1956), da "La visione del passato" (1957) a "L'ambiente divino" (1957) fino a "L'avvenire dell'uomo" (1959). Dopo l'edizione completa delle sue opere pubblicate da Il Saggiatore e non più reperibili, è ora l'editrice Queriniana a pubblicare Teilhard de Chardin in Italia. Tra i volumi disponibili: "L'ambiente divino", "Il cuore della materia", "Le direzioni del futuro", "La messa sul fondo", "Il fattore umano", "Inno all'universo". Per conoscere la biografia e il pensiero dell'autore si segnala "Teilhard de Chardin mistico e scienziato", di Jules Carles e Andrè Dupleix, pubblicato nel 1998 dalle Edizioni Paoline.
Fulvio Panzieri
da: Avvenire 8 agosto 2000
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)