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CON TEILHARD ESPANDI L'INTELLETTO E LA COSCIENZA

Post n°164 pubblicato il 29 Gennaio 2009 da bioantroponoosfera
Foto di bioantroponoosfera

LO SVILUPPO DELLA PERSONALITA’ SECONDO TEILHARD

 

 

Gli studiosi e gli esperti di Teilhard hanno finora poco osservato che prima di intraprendere l’esplorazione del fenomeno umano, Teilhard ci invita (o ne fa un pre-requisito) ad espandere l’intelletto e la coscienza.  Teilhard invita il lettore ad un processo di auto trasformazione mediante sette nuovi “sensi”, al fine di comprendere l’ampiezza del fenomeno umano nel quadro del suo contesto evolutivo.

E’ un invito al cambiamento individuale, ad abbandonare gli usuali e ben stabili modi di pensare, di percepire e di interpretare.  Così Teilhard invita all’azione per una completa trasformazione personale.

I sette sensi dell’intelletto proposti nel fenomeno umano, che consentirebbero di comprendere il vasto quadro dell’evoluzione, sono;

1- Un senso di immensità spaziale che ammette ogni cosa., dal subatomico al supergalattico e tutto ciò che vi sta in mezzo, come un’immensità nella quale possiamo seguire con le nostre menti le linee e i raggi che portano a noi da ogni oggetto, comunque lontano, racchiuso o interiore.

2- Un senso di profondità o un senso del tempo che oltrepassa gli stretti limiti degli eventi appena passati e della storia reale, i quali condizionano la percezione della  nostra intera vita.  Tale senso ci renderebbe capaci di intuire le sequenze senza fine del tempo, che stanno al di là della scala di riferimento umana, e di comprendere le sequanze e gli eventi di miliardi di anni di durata e di svolgimento.

3- Un senso del numero, il quale denota interdipendenza e interazione con la “sconcertante moltitudine di elementi materiali e viventi dimostra attraverso ogni movimento e cambiamento”.  Ciò equivale all’espressione con un filo d’erba non può essere strappato senza il tremolre di una stella; ossia che il più semplice atto si riflette su miriadi di cose attorno ad esso.

4- Un senso di proporzioni, che riconosce nella nostra ragione livelli su livelli di organizzazione dell’universo, ciascuno esplicitamente la sua unica propria realtà:  il mondo dei quarks e degli atomi con le sue leggi ed interazioni, il mondo dei minerali e dei cristalli, il mondo degli animali e delle piante, il mondo dell’uomo con le sue uniche leggi ed interazioni, ecc… il tutto esteso dal micro ai macrosomi.

5- Un  senso di qualità che riconosce determinate fasi nuove nello sviluppo evolutivo e la  completa perfezione ed eccellenza in ciascuno di esse, pur senza isolarne o bloccarne il processo o senza “rompere” l’unità fisica del mondo.

6- Un senso del movimento che percepisce, al di sotto dell’apparente immobilità, lentezza e ripetitività del mondo, uno sviluppo in atto, che avverte la spinta interna e la potenza esplosiva nel senso di un irresistibile movimento verso la creazione di novità evolutive.

7- Un senso dell’organico che “scopre i legami fisici e l’unità strutturale al di sotto delle giustapposizioni delle successioni e delle moltitudini” attraverso i quali lo sviluppo naturale di ogni processo e di ogni struttura è visto come un organico e autentico fenomeno, parte dall’ecologia naturale dell’universo.

La necessità, suggerita da Teilhard, di un nuovo modo di “vedere” ponendo a fuoco i nostri occhi, è piuttosto in contrasto con gli esercizi psicologici che predominano in Occidente.  Negli ultimi decenni il mondo Occidentale è stato invaso da una miriade di tecniche e di metodi per lo sviluppo della personalità, per la crescita o trasformazione, per l’espansione della coscienza per la realizzazione delle proprie capacità potenziali, per divenire ricco, forte, saggio e felice. Sono tecniche e metodi  alloctoni, provenienti dal vicino e lontano Oriente, oppure autoctoni, risultato della stessa mentalità Occidentale e di ricerche sulla crescita, la gioia e la felicità.

Con pochissime eccezioni significative, questi metodi sono centrati sul personale, come espressione particolare della tendenza “io-mio-me” così diffusa negli anni ’60 e ’70.

L’invito di Teilhard a sviluppare i “sette sensi” consentono di vedere le cose in modo nuovo, con una visione dilatata del”continuum” spazio-tempo.

L’accresciuta comprensione del personale e, nello stesso tempo,  la nuova importanza dell’individuale come parte del fenomeno dell’uomo nel processo di convergenza e completamente evolutivo, conducono dallo “sforzo personale” allo “sforo umano”.

In realtà essi convergono e<scoprono un nuovo significato, il tutto all’interno del fenomeno umano.  Ciò è illustrato da un relativo processo di integrazione e di avanzamento evolutivo verso l’unione del punto Omega, stimolato – come lo concepisce Teilhard in una delle  più complesse nozioni del fenomeno – dell’interazione di due energie: l’energia tangenziale e l’energia radiale.

 

JANIS ARNOLD ROZE

 

(in IL FUTURO DELL’UOMO n.3 estate 1981)

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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