« Il papa e TeilhardUn pensiero di Teilhard »

UN ARTICOLO SCOMPARSO !

Post n°202 pubblicato il 23 Agosto 2009 da bioantroponoosfera
Foto di bioantroponoosfera

Dopo la citazione del papa di un concetto di Teilhard de Chardin (vedi il post precedente) il Prof. Carlo Cardia avceva scritto per il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, Avvenire, un breve articolo di commento.

Ci sembra che alcune cose scritte dal Prof. Cardia potrebbero essere opinabili e discusse per un miglior approfondimento del pensiero di Teilhard.  A questo proposito rileggetevi la lettera del prof. Fabio Mantovani ai giornalisti Vecchi e Giacovazzo.

Ma lo scopo di pubblicare questo "articolo fantasma" è di far conoscere come la chiesa intende "riabilitare Teilhard. Non parlandone  o se per caso qualche pezzo giornalistico scappa alla redazione dell'Avvenire lo si fa sparire dal sito del quotidiano cattolico e non c'è verso di rintracciarlo.

Abbiamo qnche visitato molti siti cattolici, compreso quello intitolato papa ratzinger blog, ma nessuna traccia dell'articolo in questione.

Vi dirò di pù: io sono un utente registrato ad Avvenire on-line ma neanche a me è concesso di leggere il pezzo.

E' veramente strano che Avvenire censuri se stesso!  Abbiamo proprio raggiunto il fondo. Eppure, come leggerete l'articolo di Cardia non era pericoloso per il magistero.  Ma dobbiamo constatare ancora una volta che la politica antiteilhardiana del Card. Ottaviani continua imperterrita la propria strada. Eppure moltissimi teologi, anche più recenti, sono piùavanti rispetto a Teilhard.  Allora dobbiamo pensare che questa politica di ostruzione vale solo per questo gesuita che sfortunato lui porta il nome di Teilhard de Chardin.

Eccovi allora l'articolo che Avvenire non vuole che si legga e che si stampi.

La liturgia cosmica di Teilhard de Chardin

di Carlo Cardia

(Avvenire, 1 agosto 2009

 

 Grazie a uno sguardo in anticipo sui tempi, il teologo-scienziato ha sottolineato la capacità della fede di trasformare progressivamente l’uomo e l’universo 
 

 

 Con una bella espressione, parlando ad Aosta venerdì scorso, Benedetto XVI ha ricordato il grande teologo-scienziato Pierre Teilhard de Chardin. Dopo aver auspicato che «il mondo stesso diventi ostia vivente, diventi liturgia», il Papa ha aggiunto: «È la grande visione che ha avuto anche Teilhard de Chardin: alla fine avremo una vera liturgia cosmica ». Non si tratta di una citazione estemporanea, un omaggio occasionale, perché il filo conduttore della riflessione del Papa è stata l’opera di Dio per cambiare il mondo da un oceano di male in un oceano di bene. L’intervento di Dio nel mondo è diretto a trasformarlo «perché ci sia un fiume di bene più grande di tutto il male che può mai esistere».
  Teilhard de Chardin, che vive la prima parte del secolo scorso, apre la teologia alle scienze naturali e fisiche (compresa l’astronomia), ed elabora una concezione fondata sulla crescita della dimensione spirituale nella vita dell’uomo e dell’universo, sul ruolo cen- trale che Cristo svolge nella rigenerazione della coscienza e nella storia, sulle difficoltà da superare perché il bene affronti il male e lo sconfigga. Il teologo-scienziato muove dalla convinzione che «dalle origini del mondo sino a Lui, la costituzione del Pleroma si rivela necessariamente alla nostra mente attraverso una progressiva marcia dello spirito». E se la trasformazione non avviene d’un tratto ciò è «solo perché siamo finora incapaci, in forza dello stadio evolutivo attuale dell’Universo, di maggiore organizzazione e di più luce». Teilhard de Chardin vede in anticipo sui tempi, come avviene di frequente nella storia del pensiero, propone una visione cosmica della fede sottolineando la sua capacità di trasformare progressivamente l’uomo e l’universo. Non mancano nelle scritture riferimenti al cosmo, alla sua creazione, al suo destino ultimo, a cominciare dal celebre passo di Paolo per il quale «tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo» (Rm, 8,22). Teilhard approfondisce il suo spiritualismo studiando la natura, le tracce del passato più lontano, le varie fasi della vita sulla terra, scrutando le incipienti conoscenze delle profondità del cosmo. Dovunque egli guarda, in ogni novità scientifica che studia, trova conferma della forza dello spirito che riempie la creazione, la anima, la dirige al bene, in un processo lungo e veloce al tempo stesso, con al centro l’avvento di Cristo.
  Qualcuno ha accostato il pensiero di Teilhard de Chardin all’evoluzionismo scientista, dimenticando che Teilhard de Chardin è esattamente l’opposto di Darwin . L’evoluzione del gesuita francese è una evoluzione spirituale, e nella storia cristiana questo concetto è iscritto sin dall’inizi, a cominciare dal fatto che Dio si è rivelato all’uomo per gradi, con una Bibbia scritta (e compresa) in tappe successive. Per il Concilio Vaticano II «Dio è ispiratore dei libri dell’uno e dell’altro Testamento. Egli ha sapientemente disposto che il Nuovo fosse nascosto nell’Antico e l’Antico diventasse chiaro nel Nuovo» (Dei Verbum, 15-16). Per la Chiesa l’uomo è un essere in cammino, al quale Dio svela poco per volta la verità su se stesso e la creazione, con un Libro scritto (e compreso) in progressione di tempo, L’uomo, chiuso nelle tenebre degli inizi, intravede la luce poco per volta, apprende le verità essenziali, perfeziona la sua percezione di Dio. Teilhard de Chardin ha incontrato incomprensioni nella Chiesa che per la verità sono state superate nel tempo, ed è stato oggetto di un Monitum del Sant’Uffizio del 1962. Anche per questo le parole del Papa assumono un valore speciale, esprimono la volontà di sanare una incomprensione della sostanza del pensiero teilhardiano quando mette Cristo al centro della storia della creazione, inizio e fine di un cammino che è in pieno svolgimento. Per Teilhard de Chardin Gesù è il cuore della lotta tra il bene e il male, e la «croce assume una gravità ed una bellezza nuova, proprio quelle che possono maggiormente sedurci», perché il significato completo e definitivo della Redenzione non è solamente espiare, ma anche vincere il male. È un concetto vicino a quello espresso da Benedetto XVI ad Aosta quando ha ricordato che «nelle nostre sofferenze non siamo mai lasciati soli. Dio, nel suo Figlio, prima ha sofferto ed è vicino a noi nelle nostre sofferenze».

 

 

 

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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