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UNA PREGHIERA ATTRIBUITA A TEILHARD

Post n°204 pubblicato il 30 Agosto 2009 da bioantroponoosfera
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ADORA  y  CONFIA

 Negli  scritti religiosi e spirituali di padre Pierre Teilhard de Chardin si trovano delle pagine di straordinaria potenza mistica,  che  estrapolate dal testo possono diventare vere e proprie preghiere.

Padre Teilhard, a quanto mi risulta,  non ha mai scritto preghiere a se stanti ed ha   sempre preferito scrivere i propri  sentimenti mistici e religiosi all’interno dei vari testi.

Non solo nella sua opera fondamentale “ L’Ambiente Divino” molte pagine di straordinaria bellezza e profondità spirituale possono essere  riadattate a forma di preghiera, ma anche in altre opere come La Via Cosmica, La Messa sul Mondo,  Il Cuore della Materia, il Cristico, Inno alla materia, Inno dell’universo, e in tante altre opere minori le pagine che possono trasformarsi in delicate ed amorevoli preghiere sono molte.  Leggerle si rimane coinvolti in una esperienza mistica che non si dimentica facilmente.

 Anche nelle lettere indirizzate a familiari, amici scienziati e confratelli religiosi, raccolte negli epistolari ,  ci sono concetti,  esortazioni, pensieri di carità e di amore verso Dio e verso gli uomini, che possono  essere  estrapolati  e  diventare vere e proprie preghiere. (Per una migliore documentazione vi invito a leggere: Fabio Mantovani, Dizionario delle Opere di Teilhard de Chardin, Gabrielli Editori).

Per questo  quando  mi sono imbattuto in questo  testo, per la verità molto bello e mistico, attribuito a Teilhard de Chardin, sono rimasto sorpreso.Dal 2005, su  decine di  siti di lingua spagnola, circola una preghiera in tre o quattro stesure leggermente  diverse, intitolata ADORA y CONFIA e attribuita a Teilhard de Chardin:

Non è un falso, ma è un modo di trasformare uno scritto di Teilhard in forma di preghiera.

La pagina che riproduciamo più sotto è apparsa sulla rivista dei gesuiti spagnoli, Jesuitas, in occasione del 50° anniversario della morte del gesuita francese.

 E  l’autore che ha composto questa esortazione ha estrapolato alcuni  concetti ,comunque stupendi, di Teilhard., componendone una lode religiosa.

Rimaneva la curiosità di stabilire la provenienza di tali concetti. Attraverso la competenza del Prof. Fabio Mantovani in tema di opere e pensiero di Teilhard siamo riusciti a capire da dove erano stati presi quei concetti e quelle parole   per farne una esortazione stupenda che riflette la passione di Teilhard per i drammi dell’uomo.

Buona parte del testo della preghiera ADORA Y CONFIA viene da una lettera che Teilhard scrisse il 22 agosto 1915 alla cugina Marguerite. All’epoca dello scritto Teilhard era in una tricea  dell’Yser  ( parliamo della Grande Guerra) e aveva trovato un attimo di respiro dopo un violento attacco  tedesco che seminò morti e feriti nelle trincee francesi.

Teilhard scriveva alla cugina Margherita una lettera stupenda.  Dopo le preliminari notizie della guerra Teilhard affronta un discorso personale con la cugina probabilmente preoccupata della situazione.

Dice Teilhard  Non preoccuparti del valore della vita,  delle sue anomalie, delle delusioni, dell’avvenire più o meno oscuro e cupo.  Tu fai ciò che Dio vuole.  Gli offri, pur tra turbamenti e insoddisfazioni, il sacrificio d’un’anima umiliata che, nonostante tutto, s’inchina a una Provvidenza austera.”

E poi continua  ancora Teilhard “ Quando  sei triste, paralizzata, te ne prego, adora e affidati.  Adora offrendo a Dio la tua vita che ti sembra rovinata dalle circostanze…Confidati, perditi ciecamente nella fede del Signore, che vuole renderti degna di Lui e vi riuscirà, anche se tu resterai fino all’ultimo sfiduciata::: Lascia da parte ogni preoccupazione….ogni snervante analisi… l’essenziale è d’aver trovato il centro di unificazione, Dio”

Più sotto troverete la pagina originale della rivista Juseitas in cui è riprodotta la preghiera in lingua spagnola  e, ancora di seguito, la traduzione nella nostra lingua realizzata dal nostro amico Francesco Ortolani.

 Giovanni Fois

Centro di documentazione Teilhard de Chardin sul futuro dell’Uomo - Roma

(segue)                                                                                                                                                   

 

 

 

 

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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