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Appunti sul pensiero straordinario di un teologo scienziato

Post n°211 pubblicato il 22 Settembre 2009 da bioantroponoosfera
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Teilhard de Chardin, evoluzione e fede in dialogo

 

(segue precedente post)

 

L’uomo può  scegliere di accettare questo progetto ma anche rifiutarsi distruggendo  la  creazione e  ignorandone  l’evoluzione.    Il  progetto  formulato da  Teilhard  de  Chardin  diventa  così  un  progetto  che non solo ci riconcilia con l’evoluzione ma che ci mostra fino in fondo il progetto di Dio grazie  all’evoluzione,  la  storia  che  prende  tutto  l’universo,  che  non  si  ferma  con  l’uomo  ma  procede  nell’alleanza  fino  a  giungere  alla  prospettiva  finale,  quella  del  punto  Omega,  il  momento  della  seconda venuta di Cristo.

Prendere in mano i suoi scritti e approfondire le sue intuizioni, credo, ci può offrire uno strumento  prezioso per meglio comprendere il dibattito su evoluzione e creazione. Al tempo stesso molte delle  sue  intuizioni  possono  aiutarci in  quella  mai  interrotta  ricerca  del  progetto  scritto  da  Dio  nella  nostra vita di credenti.

Vorrei  infine  annotare  una  delle  sue  pagine  mistiche  più  belle.  Una  domenica,  mentre  è  in  una  spedizione scientifica nel deserto dell’Asia, Teilhard resta senza pane e vino per l’eucaristia. Offre  allora a Dio la natura, le ansie e le fatiche del mondo come comunione sacramentale. Ne nasce La messa sul mondo,  una  meditazione  altissima  sul  creato.  Mentre  la  liturgia  ci  fa  contemplare  il  Signore tentato da Satana nel deserto e ci invita a ritirarci anche noi nel deserto della solitudine, del  silenzio  e  della  meditazione  con  Lui,  ascoltiamo  le  sue  parole  cos.  suggestive  in  questa  prima

domenica di Quaresima: “Poichè, ancora una volta, Signore, nelle steppe dell’Asia, non ho nè pane, nè vino,    altare,  mi  eleverò  al  di  sopra  dei  simboli  fino  alla  pura  maestà  del  Reale,  e  io,  tuo  sacerdote,  ti  offrirò  sull’altare  di  tutta  la  Terra  il  lavoro  e  la  pena  del  Mondo.  Il  sole  ha  appena  illuminato laggiù  la  frangia  estrema del primo Oriente. Una volta ancora, sotto la tovaglia  mobile  dei  suoi  fuochi,  la  superficie  vivente  della  Terra si  sveglia,  freme,  e  ricomincia  la  sua  spaventosa  fatica. Io metterò. sulla  mia patena,  mio Dio,  l’atteso raccolto di questo nuovo sforzo. Verserò. nel

mio calice il succo di ciascun frutto che oggi verrà. spremuto. Il mio calice e la mia patena, queste  sono le profondità. di un’anima largamente aperta a tutte le forze che, in un istante, si innalzeranno  da tutti i punti del Globo e convergeranno verso ciò che si muove all’interno della materia oscura – perchè, irrimediabilmente, riconosco in me ben più di un bambino del Cielo, un figlio della Terra – questa  mattina  io  volerò  col  pensiero  sui  luoghi  elevati,  carichi  di  speranza  e  di  miserie  di  mia madre; e lì – forte di un sacerdozio che Tu solo, io lo credo, mi hai donato – su tutto ciò che,nella

Carne umana, si appresta a nascere o a morire sotto il sole che sorge, io invocherò il Fuoco”.

 

.Tiziano TORRESI

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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