Teilhard de Chardin
Incontro con Teilhard de Chardin attraverso varie testimonianze« Trovato un 33 giri dedic... | S.Natale 2009 » |
Le pèarole difficili di Teilhard de Chardin
Due parole chiare...
Nel sito www.biosferanoosfera.it è stato pubblicato un vocabolarietto di tante parole usate da Teilhard de Chardin nella stesura delle sue opere. Abbiamo sempre detto che gli scritti di Teilhard, per molti versi, sono abbastanza difficili da interpretare proprio per la presenza di tanti vocaboli di ideazione teilhardiana.
Ci sono molte opere che trattano il difficile Lessico di Teilhard, ma nessuna è in lingua italiana.
In alcuni libri su Teilhard c’è allegato un piccolo lessico che però si riferisce alla stessa opera.
I lessici migliori sono stati editi in lingua francese, inglese e tedesca mentre come dicevo in Italia non è stato trovata neanche una casa editrice disposta a questa pubblicazione.
Ora il Prof. Fabio Mantovani, autore di un’opera altamente meritoria per la conoscenza del pensiero di Teilhard de Chardin e cioè: Dizionario delle opere di Teilhard de Chardin, edito dagli editori Gabrielli, ha realizzato questo piccolo lessico, riportando i vocaboli più difficili e
sistemandoli in modo che il lettore possa individuare l’opera in cui Teilhad utilizza il vocabolo.
In questo blog pubblichiamo solo l’introduzione al GLOSSARIO TEILHARDIANO, scritto da Fabio Mantovani rimandando il lettore al sito www.biosferanoosfera.it per la lettura completa.
Giovanni Fois
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La grande Sintesi di Teilhard de Chardin è colta in maniera unitaria quand’è considerata da punti di vista non settoriali.
La sua opera dovrebbe essere analizzata nelle tre parti che la compongono, in quest’ordine e senza salti:
1 – dall’inizio dell’evoluzione cosmica sino all’Uomo (il Passato):
2 – dall’Umanità dispersa, divisa, a quella unita nel Punto Omega (il Futuro);
3 – dal Peccato originale alla Parusia (per le ‘proposte’ teologiche).
Il presente “Glossario teilhardiano” tiene conto dei malintesi lessicali che si sono verificati nei decenni scorsi, è suscettibile di aggiornamenti ed è pensato per quei lettori che si sforzano di estendere lo sguardo al Tutto, inteso come unico
immenso “Sistema”.
L’appassionata ricerca di Teilhard, per scoprire il posto dell’Uomo nella Natura
e per intravedere il Futuro dell’Umanità, ci è offerta con atteggiamento di grande umiltà, – come un dono, che dovrebbe essere esaminato con rispetto e senza preconcetti.
C’è sempre fatica nel dire cose nuove e c’è fatica nel recepirle correttamente. Ma da questo incontro comunicativo può aver inizio un ulteriore cammino per ampliare la luce della nostra coscienza nel mistero dell’universo che ci circonda.
Fabio Mantovani
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)