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Appunti sul pensiero straordinario di un teologo scienziato

Post n°210 pubblicato il 22 Settembre 2009 da bioantroponoosfera

Teilhard de Chardin, evoluzione e fede in dialogo

 

 

La  scorsa  settimana  ho  provato  ad  appuntare  alcune  riflessioni  sul  rapporto tra  evoluzionismo  ed  intelligenza della fede. Oggi vorrei scrivere qualche riga su una straordinaria figura che del dibattito  sull’evoluzione  è  stato  protagonista:  Teilhard  de  Chardin  (1881-1955),  gesuita,  teologo,  filosofo,  paleontologo e mistico, tra i pi. grandi del XX secolo se consideriamo la qualit.à e la quantità. degli  scritti  che  ci  ha  lasciato.  Nonostante  la  grandezza  e  lungimiranza  delle  sue  intuizioni,  nonostante

l’ispirazione che diede al Concilio Vaticano II, il suo pensiero è stato spesso trascurato ed una parte  significativa delle lettere e dei diari attende ancora di essere studiata e approfondita. Anche stavolta  riconosco  che  mi  è  possibile  solo  brevemente  accennare  ad  alcuni  punti  del  suo  pensiero,  tanto  vasto e complesso. 

Mi  pare  che  una  considerazione  profonda  si  intreccia  sin  dagli  inizi  con  la  sua  opera:  il  mondo  moderno  va  accolto  in  tutta  la  sua  bontà,  con  i  suoi  limiti  ma  anche  con  le  sue  potenzialità.  La  Chiesa è chiamata a riconciliarsi con il mondo e con la scienza, riteneva Teilhard tanti anni prima  del Concilio Vaticano II. Egli, come detto, fu paleontologo e svolse sempre la sua attività. scientifica  come un privilegio altissimo attribuito all’uomo, un compito mediante il quale lo scienziato non si  limitava  ad  una  descrizione  distaccata  o  disinteressata  del  mondo,  ma  si  poneva  al  servizio

dell’intera  umanità..  Proprio  dalla  scoperta  degli  ominidi  del  Pleistocene,  che  studi.  a  lungo  nei  deserti  dell’Asia,  capì  che  occorreva  trovare  nel  presente  le  linee  di  sviluppo  dell’umanità.  Solo  l’uomo,  non  frutto  del  caso,  dell’azzardo,  può  infatti  spiegare  la  natura  delle  cose  perchè  la  sua  coscienza regge  il cosmo: ecco un  altro punto importante che  il  suo pensiero impose nel dibattito  furioso tra creazionisti ed evoluzionisti nella prima metà del Novecento.

L’evoluzione dell’uomo raccontava per lui una natura che si faceva lentamente più complessa lungo  tutta la storia, storia incessante di un muoversi verso – così lui definiva la legge evolutiva. Capì che  era possibile constatare un’evoluzione verso forme sempre pi. complesse, e poi, dopo la comparsa  della vita, verso forme sempre più dotate di coscienza. Un'altra intuizione straordinaria fu quella di  non  fissare  l’uomo  al  centro  del  cosmo:  l’antropocentrismo  di  Teilhard  è  infatti  dinamico perchè  l’uomo è parte del divenire delle cose, anzi, è responsabile di questa stessa evoluzione. La centralità

dell’uomo  che  Galileo  aveva  messo  da  parte  collocando  la  Terra  in  orbita  intorno  al  sole,  che  Darwin  sembrava  mettere  da  parte  facendo  derivare  l’uomo  dalla  scimmia,  che  Freud  sembrava  aver  messo da  parte  legando  la  libertà  dell’uomo  a  pulsioni  del  suo  io  più  profondo,  si  recupera  attraverso  quest’idea:  l’uomo  non  più come centro  fisico  ma come centro  spirituale  dell’universo  perchè  sulla  Terra  nasce  la  coscienza  riflessa,  nasce  l’essere  pensante, capace  di  rispondere  all’alleanza con Dio. Scrive Teilhard ne Il fenomeno umano: “Il Cristo si ammanta organicamente

nella maestà della sua creazione. E, per questo motivo, l’uomo si rivela, senza metafora, capace di  subire e di scoprire il suo Dio mediante tutta la lunghezza, tutto lo spessore, tutta la profondità del  mondo in movimento. Poter dire letteralmente a Dio che lo si ama, non soltanto con tutto il corpo,  con  tutto  il  cuore,  con  tutta  l’anima,  ma  con  tutto  l’universo  in  via  di  unificazione,  ecco una  preghiera che si può fare solo nello spazio-tempo”. 

Teilhard era scienziato esploratore sì, ma gesuita. E quando gli chiesero la sua opinione sulla teoria  del  peccato  originale  e  sulla  perfezione  perduta  della  natura,  dopo  anni  di  studi  sui  fossili  e  pubblicazioni  scientifiche,  rispose  che  il  racconto  della  Bibbia  indicava  come  la  sofferenza,  il  dolore e la morte non entrassero nel mondo in conseguenza del peccato. Esse facevano parte della  stoffa  stessa  dell’universo  e  bisognava  cambiare  il  modo  di  vedere  il  giardino  dell’Eden  e  il

progetto di Dio sull’uomo: esiste la sofferenza perchè l’universo non è ordinato fin dall’inizio e la  creazione non può avere una perfezione originaria perchè la materia in quanto tale ha sempre delle  imperfezioni,  delle  difficoltà  ad  organizzarsi.  L’ordine  appartiene  al  futuro.  Allora  il  giardino  dell’Eden  non  è  un  punto  di  nostalgia,  di  un  passato  irreparabilmente  alterato  e  inaccessibile  per  l’uomo, è invece il punto a cui tendere nel futuro. L’imperfezione della natura è un invito all’uomo  per  costruire  un  ordine  del  futuro  cui  la  libertà  della  creatura,  di  ciascuno  di  noi,  è  chiamata  a

tendere.

Questo è un aspetto bellissimo della sua teologia. Il Dio non è più l’orologiaio di Newton o il dio di  Leibniz, un Dio che, azionato l’orologio dell’evoluzione, si disinteressa delle sorti dell’uomo. Il Dio  di Teilhard scommette sulla  libertà della creatura, sulla sua possibilità di  costruire  la Terra e sulla  volontà  di  preparare  il  suo  futuro,  proponendogli  un’alleanza,  una  salvezza,  una  redenzione.

(segue)

 

TIZIANO TORRESI

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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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