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Intuizioni teilhardiane

Post n°215 pubblicato il 06 Ottobre 2009 da bioantroponoosfera

TEILHARD E LA SOCIALIZZAZIONE UMANA (O DEL SOCIALISMO)

La socializzazione è un fatto costituito dall'insieme delle interdipendenze economiche. sociali, politiche, giuridiche e culturali degli uomini e delle nazioni. Come tale, essa ha avuto inizio con lo comparsa dell'uomo, e il suo studio si confonde con lo studio delle diverse forme di società: clan, regioni. nazioni, ecc... Nel secolo XlX, dopo l'avvento della rivoluzione industriale, la socializzazione si è intensificata e generalizzata. Si è intensificata: le interdipendenze sono diventate sempre più numerose e necessitanti. Si è generalizzata: costatiamo infatti che, in campo internazionale, si stringono tra gli uomini rapporti sempre più stretti. La sociallzzazione riguarda non solamente le persone di una medesima nazione, ma le nazioni stesse.

La socializzazione è dunque un fenomeno che si costata. si descrive e si analizza. 11 socialismo invece è una dottrina o, più esattamente. un insieme di dottrine. tanto che sarebbe più esatto parlare di socialismi anziché di socialismo. Se i socialismi concordano nel mettere l'accento sul Tutto (per usare la terminologia di Tei/bard). differiscono profondamente gli uni dagli altri: il laburismo inglese. ad esempio. è lontano dal comunismo russo.

Qual è stato l'atteggiamento di T ei/hard in merito alla socializzazione e al socialismo? Teilhard non ha approfondito le dottrine socialiste, se non per cercarvi le prime soluzioni, ancora incerte e imperfeue, ai problemi posti dalla socializzazione attuale, e per denunciarne le insufficienze e le deviazioni. Prima di tutto e soprattutto si è interessato al fenomeno della socializzazlone, che ha minutamente descritto e analizzato. Ecco perché è più esatto e ovvio parlare di Teilhard e la socializzazione.

Afavore del titolo «T eilhard e il socialismo N militano però due ragioni.

La prima si desume dal modo con cui Teilhard affronta il fenomeno della socializzazione. Per T eilhard lo socializzazione è un insieme di fatti costatabili. Il suo studio però è qualcosa di più di una pura e semplice costatazione. T eilhard col/oca questo fenomeno in tutta lo storia dell'universo, e ne deduce:

I) Che la socializzazione non è una fase momentanea dell'umanità, dovuta al/o sviluppo rapido della tecnica, ma una sua situazione fondamentale.

2) Che s'inserisce in un grande movimento di convergenza dell'universo, assumendo significato individuale.

3) Che è un valore positivo. il movimento di socializzazione è per Teilhard un movimento di personalizzazione.

T eilbard ricorda con insistenza le condizioni di riuscita della socializzazione: salvare il Tutto senza trasformare le persone in automi, salvare la persona senza cadere nel­l'individualismo, salvare tutte le persone senza sacrificare quelle di oggi alle persone di domani.

T eilbard non ha dunque affrontato questo fenomeno da semplice sociologo: ne ha ricercato il significato, ne traccia le condizioni di riuscita. Certo: molti sono i sistemi concreti di realizzazione che possono soddisfare le condizioni da lui enunciate, e ripetiamo anzi che Tei/hard non si è schierato per nessun sistema politico, sociale od economico. Rimane comunque vero che, per Teilbard, la socializzazione non è un epijenomeno, qualcosa di acci­dentale per l'umanità, «un temporale che dobbiamo attraversare », bensì un qualcosa che appartiene alt' essere stesso della persona. T eilhard ritiene che questo processo non possa fare a meno di intensificarsi: ci invita pertanto a non [renarlo, ma piuttosto ad impegnarvici e a dirigerlo, in modo tale che il movimento di socialtzzazione diventi effettivamente un movimento di personalizzazione. L'accento posto sul valore del Tutto lo avvicina pertanto allo spirito comune a tutti i socialismi. Non dimentichiamo però che esistono differenze profonde.

La seconda ragione nasce dalle stesse correnti socialiste. A cominciare dal secolo XIX esse hanno subito una notevole evoluzione e si evolveranno ancora. Sorrette al-

l'inizio da ideologie razionaliste, laiciste o marxiste, alcune cominciano a liberarsi dalla filosofia che le ispirava, e si trasformano in sistemi di organizzazione della società, capaci di accogliere i valori ai quali noi non possiamo rinunciare. La Pacem in terris ha sottolineato quest'evoluzione, già avvenuta, o prossima a verificarsi: «Non si possono identificare fa/se teorie filosofiche sulla natura, l'origine, e il destino dell'universo e dell'uomo, con movimenti storici a finalttà economiche, sociali, culturali e politiche, anche se questi movimenti sono stati originati da quelle dottrine e da esse hanno tratto e traggono tuttora ispirazione. Giacché le dottrine, una volta elaborate e definite, rimangono sempre le stesse, mentre i movimenti suddetti, agendo sulle situazioni storiche incessantemente evolventesi, non possono non subire  può negare che in quei movimenti, nella misura in cui sono conformi ai dettami della retta ragione e si fanno interpreti delle giuste aspirazioni della natura umana, vi siano elementi positivi e meritevoli di approvazione? ».

Conscie della loro evoluzione, alcune correnti socialiste sembrano oggi cercare vie nuove.

Non potrebbe Teilbard de Chardin colmare le loro lacune? Ecco perché riteniamo giusto il titolo: «T eilhard de Chardin e il socialismo».

 

 ROBERT COFFY

 

 

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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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