Teilhard de Chardin
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La visione evoluzionista di Teilhard
Che differenza fa la vita religiosa per il mondo? Pierre Teilhard de Chardin, S.J., ha portato luce a questa domanda comprendendo il cristianesimo in un universo in evoluzione. Ciò che noi facciamo e le decisioni che prendiamo nella storia, dice Teilhard, influenzano la genesi di Cristo. Cristo è il fine dell’universo, la nuova creazione, il futuro di ciò che diverremo. Noi che siamo battezzati in Cristo dobbiamo innamorarci e scendere in solidarietà con la terra [avete presente il ciclo di Fondazione di Isaac Asimov? Gaia: il pianeta pensante…]. Teilhard notava che non c’è niente di profano sulla Terra per quelli che sanno come guardare. Adorazione significa vedere la profondità dell’amore divino nella realtà ordinaria e amare quello che vediamo. Questo universo è santo perché è fondato sulla Parola di Dio. Esso è Cristo, il vivente, colui che sta venendo ad essere [Cristo è l’universo in evoluzione??].
Per molti anni mi sono chiesta se le religiose avessero male interpretato i segni del tempo. Tuttavia come ho ponderato il mistero di Dio, sono arrivata a credere che l’universo in evoluzione sta progredendo in parte perché le religiose stanno lavorando nelle trincee dell’umanità in mezzo a coloro che sono poveri, oppressi e dimenticati. Oggi le religioni del mondo stanno giocando un maggior ruolo nella sintesi di una nuova coscienza religiosa [SINTESI DI UNA NUOVA COSCIENZA RELIGIOSA!]. Le donne del L.C.W.R. hanno rischiato le loro vite nella ricerca dell’autentica Incarnazione ed hanno proclamato profeticamente che l’amore di Dio non può essere sterminato o soppresso. Esse continuano a combattere per il cambiamento del sistema in favore delle persone oppresse. Le congregazioni possono morire [e speriamo presto!] ma il cammino iscritto nella storia dalle religiose del Vaticano II non sono niente meno che le anticipazioni evoluzionistiche di un nuovo futuro.
Come notava Teilhard, sofferenza e sacrificio sono parte del processo evoluzionistico. Le strutture isolate devono lasciare il campo a unioni più complesse. Vivere con uno spirito evoluzionistico è lasciar andare le vecchie strutture e impegnare nuove strutture quando viene il momento. I nuovi cielo e terra promessi da Dio non verranno allontanandoci dal mondo o formando ghetti cattolici [!]. Non si realizzeranno attraverso il trionfo del potere ecclesiastico. Verranno in quanto noi seguiamo le impronte del Crocifisso, discendendo nelle tenebre dell’umanità e rialzandoci nel potere dell’amore. Questo è il cammino ad una nuova creazione simbolizzata da Cristo.
Noi crediamo che ciò che accadde tra Dio e il mondo in Cristo punta al futuro del cosmo. Quel futuro comprende una trasformazione radicale della realtà creata attraverso il potere unitivo dell’amore di Dio. Essere un portatore di Cristo è concentrarsi sulla profondità interiore di amore. E’ l’amore che mette la carne al cospetto di Dio, amore che rende Cristo vivo: amore è il potere del futuro [flower power!] e lo spiegamento di Cristo. La storia non ricorderà quel che indossavamo, dove vivevamo o come pregavamo, come cattolici Concilium o Communio Catholics. Alla sera della vita saremo tutti giudicati solo sull’amore [unica frase condivisibile di tutto lo scritto].
Ilia Delio, O.S.F., delle Suore Francescane di Washington, D.C., è professore e ordinario del dipartimento di studi di spiritualità alla Washington Theological Union.
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)