Teilhard de Chardin
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Origine dei resti fossili di ZhouKoudian
Per chi segue l’invio giornaliero di Google. Avviso Scholar Teilhard de Chardin avrà notato i continui lavori presentati sulle riviste di paleontologia , di archeologia e di geobioantropologia edite in Cina e in Russia che continuano a richiamarsi a Teilhard e i suoi lavori nel campo delle scienze citate.
Gli ambienti scientifici di questi paesi hanno una grande venerazione per Teilhard e ogni occasione è buona per riferirsi a Lui e alla sua preparazione e alla sua opera scientifica sul terreno.
Il Prof. Mantovani ha scoperto su una rivista scientifica russa una breve conferenza di Teilhard , inedita in Italia, sulla scoperta dell’Uomo di Pechino
Per inciso ricordiamo che questo intervento di Teilhard appare sette anni prima della stesura da parte del Padre gesuita dello studio sulla scoperta del Sinantropo. Testo pubblicato nel volume 2 delle Ouvres,
Pubblichiamo qui di seguito il testo di Teiklhard tradotto dal russo dallo stesso Prof,.Mantovani e pubblicato sul sito www.biosferanoosfera,ot dove troverete altri inediti di Teilhard de Chardin..
La scoperta del Sinantropo a Zhoukoudian o Choukoutien (presso Pechino) fu annunciata ufficialmente il 28 dicembre 1929 in una Conferenza indetta dal Servizio Geologico della Cina. Vi intervenne anche Teilhard de Chardin che pronunciò un breve discorso su “L’origine dei resti fossili a Zhoukoudian”, riportato dalla rivista on-line Antrogenez.ru.1
In questo documento colpisce l’incipit: Teilhard si rende conto di essere stato assistito dalla fortuna o dalla Providenza sia nel caso (rivelatosi poi un falso) dell’Uomo di Piltdown (o Eoanthropus, di cui egli trovò nel 1913 il canino della mascella)2 sia nella rilevante scoperta del Sinantropo.
Entrambi gli eventi lo resero internazionalmente famoso e misero in maggior evidenza, però la sua posizione evoluzionista, intollerabile agli occhi della gerarchia ecclesiastica.
Fabio Mantovani
“ORIGINE DEI RESTI FOSSILI DI ZHOUKOUDIAN”
Intervento di P. Teilhard de Chardin al Servizio Geologico della Cina
La vita ha un potere misterioso. Mi ha permesso di essere testimone della scoperta dell’Eoanthropus nelle ghiaie dell’Inghilterra meridionale, e ora, 20 anni dopo, mi ha condotto in Cina, affinché potessi assistere ad un evento scientifico ancora più emozionante - la scoperta del Sinantropo.
Alla vostra attenzione sono già state presentate così tante illuminanti testimonianze sull’uomo del passato che a proposito della scoperta di Zhoukoudian, io aggiungo soltanto una cosa. Sebbene il successo sembri inaspettato, esso è divenuto possibile grazie ad un grande lavoro, perché questo cranio è stato trovato in sedimenti proprio di quell’epoca e proprio in quel luogo dove valeva la pena di sperare su tale scoperta.
Proprio in quel luogo ... Innanzi tutto osservo che all’inizio degli scavi a Zhoukoudian non era chiaro in che modo si era formata la massa principale di roccia che occupa la cavità carsica. Ma ora è sempre più evidente che pietre, ossa e argilla nel sedimento non sono stati trasportati nella fenditura dalla corrente d’acqua ma caddero gradualmente nella caverna; inoltre la presenza d’acqua nel materiale trasportato non era significativa. In altre parole, la cavità carsica a Zhoukoudian è probabilmente una grotta anticamente abitata che in seguito si riempì di sedimenti.
E dove sono stati trovati in Europa tutti quei famosi crani e scheletri di neanderthaliani?
Nelle grotte. Tuttora, le grotte sono il miglior rifugio per degli animali veloci e intelligenti come i primati. Dappertutto le antiche grotte sono i luoghi più promettenti per le ricerche di fossili umani. Perciò è del tutto naturale e giusto che il Sinantropo sia stato scoperto nella grotta di Zhoukoudian.
Possiamo anche aggiungere che è ancor più giusto e naturale che in una grotta così antica sia stato trovato un esemplare di ominide assai primitivo, il sinantropo.
In Europa occidentale, la gran parte delle grotte da noi conosciute furono abitate nell’epoca che noi chiamiamo l’ultima era glaciale, ossia durante la seconda metà dell’era quaternaria. È appunto per questo motivo che i resti umani trovati colà appartengono soltanto a razze completamente sviluppate o a rappresentanti casualmente sopravissuti di tipi chiaramente primitivi.
Tuttavia a Zhoukoudian le evidenze stratigrafiche e paleontologiche dimostrano che la formazione dei sedimenti all’interno della grotta è avvenuta molto prima di quando i neanderthaliani vivevano in Belgio, Francia e Spagna. Quando questa grotta era abitata e gradualmente riempita di sedimenti, in Asia esistevano ancora iene, rinoceronti e cavalli, senza dubbio appartenenti alla fauna del tardo terziario della Cina; ed i macairodonti (tigre dai denti a sciabola, rappresentante della fauna quaternaria del mondo, dappertutto diffusi) stavano ancora vagando sulle montagne dell’Occidente.
In questo circondario speravamo di trovare un uomo che fosse ad uno stadio evolutivo primordiale, che avesse appena iniziato la sua ascesa dalle scimmie antropomorfe all’uomo. Tale è la ragione per la quale questi lavori hanno attirato così tanta attenzione e per essi è stato investito molto denaro.
Tre anni di lavoro - e il cranio è stato trovato e, come il dottor Davidson Black vi ha spiegato, questo teschio è di tipo pre-neanderthaliano. È un premio meritato!
Dunque, se si cerca di caratterizzare da un punto di vista paleontologico, in una parola, l’esemplare che sta davanti a voi, io direi che si tratta dell’indubbio ritrovamento di un uomo primitivo. Indubbio perché il grado di mineralizzazione è molto elevato ed è stato trovato totalmente in situ. Indubbio perché proviene da uno strato perfettamente definito dal punto di vista geologico e paleontologico. Ed infine indubbio perché esso trova collocazione nelle corrispondenti aspettative che si sono create dopo molti anni di ricerche antropologiche.
(traduzione dal russo di f.m.)
Note
1 http://antropogenez.ru/article/471/
2 Cfr. in questo sito Da Piltdown a Poughkeepsie – Solitudine ed emarginazione di Teilhard de Chardin
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)