Messaggi del 19/06/2009

NAVIGANDO LUNGO IL WEB

Post n°191 pubblicato il 19 Giugno 2009 da bioantroponoosfera
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PADRE AGOSTINO CANTONI INCONTRA TEILHARD DE CHARDIN

 

 

 

Padre Agostino Cantoni era un uomo, un sacerdote che non aveva mai paura di  pensare. Nella sua parrocchia a Crema spingeva i suoi parrocchiani alla testimonianza di una fede che partiva dagli abissi della materia e ascendeva attraverso l’evoluzione umana verso Cristo, Alfa e Omega, Principio e Fine,

Non per niente padre Agostino Cantoni aveva approfondito la teologia di padre Teilhard de Chardin arrivando a testimoniare attraverso numerosi scritti la sua passione per il gesuita che ha parlato di Cristo con un linguaggio aderente all’uomo moderno.

Abbiamo trovato in rete un bellissimo lavoro di Patrizia di Capua su:  La parola e il Gesto nell’opera di don Agostino Cantoni.

Patrizia di Capua dedica un capitolo all’incontro tra Don Agostino e Padre Teilhard.

Ve lo proponiamo invitandovi nel contempo a leggere gli scritti di Don Cantoni su Teilhard ancora rintracciabili nelle librerie cattoliche.

 

PATRIZIA DI CAPUA

LA PAROLA E IL GESTO NELL’OPERA DI DON AGOSTINO CANTONI

 

………..n

 

Pierre Teilhard de Chardin: il rischio non è un errore

Nel 1994, quindici anni dopo il libro su Madinier, presso le stesse

edizioni Benucci di Perugia, Cantoni riunisce una serie di articoli

già pubblicati a partire dal 1978 in un testo per alcuni aspetti profetico:

Pierre Teilhard de Chardin. Saggi di antropogenesi42.

Lo studio, dedicato al “gesuita proibito”43, si avventura coraggiosamente

nel cuore di un pensiero accolto con prudenza, per non

dire con sospetto, dalle gerarchie ecclesiastiche: quello, per l’appunto,

del geologo e paleontologo al quale si deve un grandioso

tentativo di mediazione fra l’evoluzionismo e la tradizione cristiana.

Se poi veramente la “Gaudium et spes” possa essersi in

qualche modo ispirata alla filosofia teilhardiana44 è questione che

lasceremo ai teologi.

Premessa di ogni discorso su Teilhard de Chardin è la negazione

di un illusorio antropocentrismo e del connesso geocentrismo.

L’uomo non è centro dell’universo, bensì freccia ascendente di

una sintesi biologica. Dall’immobilità di un uomo che si crede

stabilmente collocato in una sede privilegiata, al dinamismo di

un essere capace di conquistare una posizione superiore solo se si

impegna a riflettere e pensare: materia (molteplicità) che diventa

spirito (unità). Le direzioni indicate da questa freccia sono il superamento

dell’individualismo nel segno di una solidarietà armonizzatrice,

e la convergenza verso Omega, nome con cui il filosofo

ribattezza il dio dell’evoluzione cosmica. La fragilità della magnanima

visione che non esiterei a definire utopistica sta nell’inverificabilità

(o, se si vuole, nella non falsificabilità) dei postulati

di base: “il postulato dell’unità e della coerenza dell’universo,

da cui deriva l’infallibilità della sua marcia in avanti verso

lo spirito” e “il postulato dell’irreversibilità della crescita dello

spirito45. In una sconcertante simmetria con le utopie dell’ottocentesco

socialismo autoproclamatosi scientifico, Teilhard de

Chardin propugna o per meglio dire proclama il passaggio dalla

fase forzata della collettivizzazione umana alla fase libera, “in

cui gli uomini, riconoscendosi finalmente elementi solidali di

un Tutto convergente e di conseguenza iniziando ad amare i determinismi

che li rinserrano, sostituiranno l’unanimità di affinità

e simpatia alla forza di coercizione46. Ritorna alla mente il

passaggio marxiano dalla società naturale alla società volontaria,

dove naturale è sinonimo di forzata, ossia quella società in cui la

divisione del lavoro e la proprietà privata dei mezzi di produzione

provocano una “scissione fra interesse particolare e interesse

comune47, mentre volontaria e dunque libera risulterà la società

comunista. Solo in quest’ultima, infatti, “la società regola la

produzione generale e appunto in tal modo mi rende possibile di

fare oggi questa cosa, domani quell’altra, la mattina andare a

caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopo

pranzo criticare, così come mi vien voglia; senza diventare né

cacciatore, né pescatore, né pastore, né critico48.

La socializzazione preconizzata da Teilhard de Chardin segna

l’inizio dell’Era della Persona, dove tutti, animati da un amore

universale, intravedono la cima, il centro supremo, sommamente

personale e personalizzante, che è l’ipotesi Omega, fuoco di

attrazione e polo che magnetizza l’azione umana. All’universo

 

in stato di cosmogenesi, fatto di energia, risponde la noogenesi,

genesi dello spirito, a sua volta radicata nella psicogenesi e nella

biogenesi. L’impotenza delle tradizionali categorie scientifiche

è a più riprese denunciata dallo studioso, con particolare riferimento

alle leggi della termodinamica: l’energia non si conserva

costante, né si entropizza; al contrario: l’energia cosmica cresce

costantemente. E parallelamente la creazione, da quando l’evoluzione

si è imposta in campo scientifico, non può più essere concepita

come un atto puntuale, o come un intervento di rottura

nella continuità dei fenomeni, bensì va intesa come “un atto coestensivo

all’intera durata dell’universo49.

Ancora una volta, al di là delle sue ben documentate argomentazioni

ermeneutiche, quale preziosa eredità vuole trasmettere don

Agostino con questo saggio?

Molteplici messaggi ricchi di insegnamento morale sono estrapolabili

da un testo tanto dotto quanto – come si diceva – profetico,

per la volontà di porsi in ascolto e dialogare con le più recenti

acquisizioni delle scienze50. Innanzitutto il peccato viene

qui ridefinito come l’inerzia, come colpevole fissismo tendente

all’involuzione, mentre il bene altro non è che un “contributo

alla evoluzione del mondo51. Valori e disvalori vanno anch’essi

ri-gerarchizzati all’interno di una morale e di una religione dinamica,

di bergsoniana memoria, a cui corrispondono un neoumanesimo

che indica il futuro in un maximum di personalità, di

amore e di socialità, e perfino un’iperfisica, “sintesi in un’unica

visione omogenea di tutti i settori e di tutti gli aspetti della ricerca

fenomenologica52. Affascinano soprattutto le considerazioni

sulla morale dinamica, quella che afferma che “non è bene

se non ciò che concorre alla crescita dello spirito sulla terra”,

che “è bene tutto ciò che procura una crescita spirituale della

terra” e che “il meglio è ciò che garantisce il più alto sviluppo

delle potenze spirituali della terra53. Quanto alle religioni storiche,

da un confronto fra le religioni mistiche dell’oriente e quelle

occidentali, emerge che le prime “hanno preteso dall’uomo un

atteggiamento di passività e di rinuncia alla terra, di disimpegno

dalla storia”, mentre le seconde, “panteistiche o umanitaristiche,

del Progresso universale, animate dalla fede in uno Spirito

senza immortalità, senza personalità e trascendenza, non

giustificano lo sforzo umano”. E se “l’oriente ha il senso del Tutto

a scapito della persona, l’occidente ha il senso del progresso

a scapito dello spirito54.

 

(segue al prossimo post)

PATRIZIA DI CAPUA

 
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Post n°192 pubblicato il 19 Giugno 2009 da bioantroponoosfera
Foto di bioantroponoosfera

(segue dal precedente post)

 

Padre Agostino Cantoni incontra Teilhard de Chardin

 La vera religione dinamica è il cristianesimo, perché, in quanto religione dell’amore, impegna l’uomo nel realizzare il progresso dell’umanità e fonda un neoumanesimo che è comunione con Dio attraverso il mondo. Così, secondo Cantoni, “il messaggio di Teilhard è un invito appassionato a dimostrare nei fatti che la religione cristiana è di stimolo per il vero progresso dell’umanità. Meno di ogni altro il cristiano ha il diritto di diventare vittima del ‘demone dell’immobilismo’55.

Ma perché ciò possa realizzarsi, occorre “una teologia rinnovata che, ponendosi lealmente in ascolto dei risultati e delle prospettive della scienza contemporanea, operi una trasposizione dei dogmi cristiani in dimensioni di cosmogenesi, in una visione dinamica del mondo e scopra il valore religioso dello sforzo umano nel campo del temporale56. Non ci si dovrà scandalizzare, perciò, se si parla ad esempio di Incarnazione come di una “prodigiosa operazione biologica57, o di ricerca come “‘cristificabile’, cioè suscettibile di cooperare alla venuta del  Cristo 58. La ricerca viene enfatizzata nel suo valore religioso, addirittura mistico, in quanto è proprio da essa che nascerà la luce: non dall’Oriente, bensì dal cuore della Tecnica e dalla ricerca stessa verrà quel “supplemento di coscienza e di vita59 di cui andava in cerca anche Bergson, quando, denunciando la feticizzazione della tecnica moderna, auspicava il sorgere di una nuova mistica per riproporzionare il corpo smisurato della meccanica.

Crediamo si debba cogliere proprio in questo il valore del saggio di Cantoni: nell’aver dichiarato con forza che la teologia non è stanca ripetizione della Scrittura e dei dogmi, bensì “ricerca permanente di comprensione, di approfondimento e di sintesi della Rivelazione all’interno delle categorie culturali che rendano recepibile e vitalmente coinvolgente la ricchezza e l’autenticità originarie del messaggio60. Con riferimento alla fides quaerens intellectum in cui, a nostro avviso, va individuato il fil rouge della meditazione di Cantoni, viene ribadito che “più la teologia è attuale (purché sempre teologia, fede alla ricerca di intelligenza) più la Rivelazione è intelligibile, significativa, feconda61. L’attenzione per la contemporaneità è acutissima: “il teologo – nota infatti il filosofo cremasco – parla oggi. Ora, se la concezione evolutiva del mondo appare oggi come il fondamento necessario di ogni cosmologia, Teilhard ha il diritto di assumerla come punto di riferimento per riorganizzare una teologia ancora fondata nsu una visione fissista del mondo62. Pare quasi di sentire il Don che ammonisce: “Sveglia! Non siamo più ai tempi di Aristotele!”.

E poi, quasi a tendere la mano ai più restii: “per chi, anche non credente, è estremamente sensibile alla dimensione storica dell’esistenza e all’impegno umano nella storia per attuarvi un sempre maggiore progresso, il Cristianesimo non è più una realtà trascendente che aliena dalla storia e dal progresso,  un fermento di umanità e di impegno terrestre63. Questo non significa che l’adesione di Cantoni al pensiero di Teilhard de Chardin sia dogmatica, anzi: la letteratura critica viene analizzata e vagliata. L’accusa più insidiosa, quella di negare la trascendenza divina, è seriamente presa in considerazione. Eppure tale rischio, come l’altro, simmetrico, di indurre il cristiano a dimenticare la dimensione spirituale perché troppo impegnato nelle realtà terrestri, non implica una condanna senza appello del gesuita: in fin dei conti “il rischio non è un errore64. E sia pure Teilhard “tecnicamente un mediocre teologo”, sia pure il suo paolinismo approssimativo e carente di garanzie critiche contestuali”, sia il suo discorso sui contenuti del dogma cristologico panoramico e selettivo”; ciononostante egli resta un testimone epocale che ha avuto un’intuizione “notevole e nuova nella teologia contemporanea65: quella di saper ascoltare i “segni dei tempi66 e revisionare in relazione ad essi il dato rivelato.

 41. Ib., pp. 158-159.

42. Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), scienziato-filosofo della Compagnia di Gesù, fu noto in vita soprattutto come autore di opere di carattere scientifico, mentre i suoi scritti con implicanze teologiche furono, in obbedienza agli ordini dei superiori, pubblicati postumi. Uno dei saggi più noti è forse Le Phénomène humain (1938-1940), che Cantoni cita, come sempre, dall’originale in lingua francese, in “Oeuvres complètes”, Paris, Ed. du Seuil, 1955- 1976, in 13 volumi, t. 1, 1955. Accusato di panteismo, costretto a dimettersi dall’insegnamento e a trasferirsi in Cina, dove rimase per vent’anni, partecipando tra l’altro alla spedizione in cui fu scoperto il Sinantropo, Teilhard de Chardin fu giudicato un pensatore decisamente innovativo e, se le sue opere non furono messe all’Indice, furono tuttavia oggetto di un monitum che ne imponeva il ritiro dalle biblioteche, in quanto pericolose specialmente per i giovani. Negli anni ’80 ebbe inizio una cauta riabilitazione del pensiero teilhardiano. Cantoni manifesta una piena autonomia di giudizio nell’occuparsi di tali tematiche in tempi nei quali l’evoluzionismo non era ancora un interlocutore così assiduamente presente nei dibattiti teologici e religiosi.

43. La definizione fu introdotta a partire dal testo di G. Vigorelli, Il gesuita proibito. Vita e opere di P. Teilhard de Chardin. Milano, Il Saggiatore, 1963.

44. Tale possibilità fu ammessa dall’attuale Benedetto XVI nell’opera del 1987 Principi di teologia cattolica.

45. A. Cantoni, Pierre Teilhard de Chardin. Saggi di antropogenesi, cit., p. 19.

46. P. Teilhard de chardin, Un grand événement qui si dessine: la planétisation humaine (1946), ne L’Avénir de l’homme, in “Oeuvres complètes”, t. 5, Paris, 1959, p. 160, cit. in A. Cantoni, Pierre Teilhard de Chardin. Saggi di antropogenesi, cit., p. 23.

47. K. Marx-F. Engels, La concezione materialistica della storia, Roma, Editori

Riuniti, 1969, p. 53.

48. Ib.

49. A. Cantoni, Pierre Teilhard de Chardin. Saggi di antropogenesi, cit., p.

41. Cantoni sta commentando il testo Note sur la notion de Transformation créatrice (1919), in Comment je crois, in “Oeuvres complètes”, t. 10, Paris, 1969.

50. Da questo punto di vista, pensiamo che la direzione di ricerca additata dal prof. Cantoni prendendo sul serio l’opera di Teilhard de Chardin sia assimilabile a quella di un Vito Mancuso, il quale in L’anima e il suo destino (Milano, Raffaello Cortina, 2007), con il suo progetto di “teologia laica”, mostra di prendere molto sul serio le contemporanee scienze biologiche, fisiche e psicologiche. Non è forse un caso che Mancuso chieda oggi a monsignor Ravasi un segnale di apertura che renda giustizia al “Darwin cattolico”. “Così come la Chiesa anglicana ha chiesto perdono alla memoria di Darwin – scrive Mancuso in un articolo pubblicato sul Corrirere della Sera del 20 settembre 2008 – la nostra Chiesa dovrebbe, a mio avviso, chiederlo alla memoria di Teilhard”, dichiarando decaduto il monitum del 1962.

51. A. Cantoni, Pierre Teilhard de Chardin. Saggi di antropogenesi, cit., p. 55.

52. Ib., p. 64.

53. P. Teilhard de chardin, Le Phénomène spirituel (1937), ne L’énergie humaine, in “Oeuvres complètes”, t. 6, Paris, 1962, pp.132-133, cit. in A. Cantoni, Pierre Teilhard de Chardin. Saggi di antropogenesi, cit., p. 103.

54. A. Cantoni, Pierre Teilhard de Chardin. Saggi di antropogenesi, cit., p. 106.

55. Ib., p. 107. L’espressione è citata da P. Teilhard de chardin, La foi en la Paix (1947), ne L’Avenir de l’homme, in “Oeuvres complètes”, t. 5, Paris, 1959, p. 196.

56. A. Cantoni, Pierre Teilhard de Chardin. Saggi di antropogenesi, cit., p. 135.

57 P. Teilhard de chardin, Le Phénomène humain, cit., p. 327, in A. Cantoni, Pierre Teilhard de Chardin. Saggi di antropogenesi, cit., p. 138.

58. A. Cantoni, Pierre Teilhard de Chardin. Saggi di antropogenesi, cit., p. 149.

59. Ib., p. 148.

60. Ib., p. 156.

61. Ib., corsivo nostro.

62. Ib.

63. Ib., p. 157, corsivo nostro.

64. Ib., p. 161.

65. Ib., p. 163. L’espressione “testimone epocale” dà il titolo al quinto ed ultimo capitolo del libro, in cui si affaccia anche il tema della morte.

66. Ib., p. 157.

 

……………….

 

PATRIZIA DI CAPUA

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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