Teilhard de Chardin
Incontro con Teilhard de Chardin attraverso varie testimonianzeMessaggi del 30/08/2009
ADORA y CONFIA
Negli scritti religiosi e spirituali di padre Pierre Teilhard de Chardin si trovano delle pagine di straordinaria potenza mistica, che estrapolate dal testo possono diventare vere e proprie preghiere.
Padre Teilhard, a quanto mi risulta, non ha mai scritto preghiere a se stanti ed ha sempre preferito scrivere i propri sentimenti mistici e religiosi all’interno dei vari testi.
Non solo nella sua opera fondamentale “ L’Ambiente Divino” molte pagine di straordinaria bellezza e profondità spirituale possono essere riadattate a forma di preghiera, ma anche in altre opere come La Via Cosmica, La Messa sul Mondo, Il Cuore della Materia, il Cristico, Inno alla materia, Inno dell’universo, e in tante altre opere minori le pagine che possono trasformarsi in delicate ed amorevoli preghiere sono molte. Leggerle si rimane coinvolti in una esperienza mistica che non si dimentica facilmente.
Anche nelle lettere indirizzate a familiari, amici scienziati e confratelli religiosi, raccolte negli epistolari , ci sono concetti, esortazioni, pensieri di carità e di amore verso Dio e verso gli uomini, che possono essere estrapolati e diventare vere e proprie preghiere. (Per una migliore documentazione vi invito a leggere: Fabio Mantovani, Dizionario delle Opere di Teilhard de Chardin, Gabrielli Editori).
Per questo quando mi sono imbattuto in questo testo, per la verità molto bello e mistico, attribuito a Teilhard de Chardin, sono rimasto sorpreso.Dal 2005, su decine di siti di lingua spagnola, circola una preghiera in tre o quattro stesure leggermente diverse, intitolata ADORA y CONFIA e attribuita a Teilhard de Chardin:
Non è un falso, ma è un modo di trasformare uno scritto di Teilhard in forma di preghiera.
La pagina che riproduciamo più sotto è apparsa sulla rivista dei gesuiti spagnoli, Jesuitas, in occasione del 50° anniversario della morte del gesuita francese.
E l’autore che ha composto questa esortazione ha estrapolato alcuni concetti ,comunque stupendi, di Teilhard., componendone una lode religiosa.
Rimaneva la curiosità di stabilire la provenienza di tali concetti. Attraverso la competenza del Prof. Fabio Mantovani in tema di opere e pensiero di Teilhard siamo riusciti a capire da dove erano stati presi quei concetti e quelle parole per farne una esortazione stupenda che riflette la passione di Teilhard per i drammi dell’uomo.
Buona parte del testo della preghiera ADORA Y CONFIA viene da una lettera che Teilhard scrisse il 22 agosto 1915 alla cugina Marguerite. All’epoca dello scritto Teilhard era in una tricea dell’Yser ( parliamo della Grande Guerra) e aveva trovato un attimo di respiro dopo un violento attacco tedesco che seminò morti e feriti nelle trincee francesi.
Teilhard scriveva alla cugina Margherita una lettera stupenda. Dopo le preliminari notizie della guerra Teilhard affronta un discorso personale con la cugina probabilmente preoccupata della situazione.
Dice Teilhard “ Non preoccuparti del valore della vita, delle sue anomalie, delle delusioni, dell’avvenire più o meno oscuro e cupo. Tu fai ciò che Dio vuole. Gli offri, pur tra turbamenti e insoddisfazioni, il sacrificio d’un’anima umiliata che, nonostante tutto, s’inchina a una Provvidenza austera.”
E poi continua ancora Teilhard “ Quando sei triste, paralizzata, te ne prego, adora e affidati. Adora offrendo a Dio la tua vita che ti sembra rovinata dalle circostanze…Confidati, perditi ciecamente nella fede del Signore, che vuole renderti degna di Lui e vi riuscirà, anche se tu resterai fino all’ultimo sfiduciata::: Lascia da parte ogni preoccupazione….ogni snervante analisi… l’essenziale è d’aver trovato il centro di unificazione, Dio”
Più sotto troverete la pagina originale della rivista Juseitas in cui è riprodotta la preghiera in lingua spagnola e, ancora di seguito, la traduzione nella nostra lingua realizzata dal nostro amico Francesco Ortolani.
Giovanni Fois
Centro di documentazione Teilhard de Chardin sul futuro dell’Uomo - Roma
(segue)
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)