perchè la felicità non si ruba. Ho provato a tuffarmici. Ma non era felicità. Era melma. Ora sono a bordo. Con i miei sensi di colpa, la melma, il cuore rotto.
E la mia insufficienza d'amare.
Il mio amare non basta. non riempie. è insufficiente. sto cercando qualcosa di buono da ricordare. ma non c'è.
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blog finito
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Qui nel cuore, forse, o meglio ancora:
una ferita inferta col coltello,
lama d’inganno, taglio di rifuto,
da cui sfugge la speranza
colano le emozioni, la sete, i sogni.
Desiderare, volere, non bastare,
disillusa ricerca del motivo
che spieghi un senso.
Un senso che non c’è.
questo è che duole, forse qui nel cuore.
riscrittura da «Os poemas possíveis» José Saramago
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Post n°64 pubblicato il 05 Marzo 2009 da blimunda.settelune
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(elaborazione grafica di Mathjs)
Molti cuori
hanno battuto
su questa Terra
raccontando
la loro storia
a coloro
che
non hanno avuto
amore
su questa Terra
.
nero il silenzio
che si fa strada dentro
morsi e rimorsi
e mi divora il cuore
è sempre la stessa storia
un' altra cosa che ho perso
fuori la sera
leggera
si scava un posto
nel bel mezzo del giorno
e avanza a grandi passi
inghiottendo la città
io
che l' ho cercata in strada
una nuova intensità
e per rifarmi gli occhi
ho ballato tutta notte
abbracciato stretto
all' inquietudine che ho
di vivere in dissolvenza
come un sogno che si disfa
alle prime luci dell' alba
e intanto il suono
che guida le mie dita
intorno questa canzone
ha cullato le mie ansie
verso più verdi malinconie
sulla deriva delle emozioni
dove mi trovo naufragando
sconfitto e grigio
come il cielo di milano
ed un sapore di vuoto
poggiato come un bacio
impalpabile sulle labbra
la danza triste
dei 100 e uno adii
.
Piango nel mare
Così che le mie lacrime si confondano con le lacrime del mondo.
Urlo sul fondo
così che il mio dolore si versi nell'immensità. O nel nulla.
.
trovò un mondo
sotto le palpebre
di stelle incollate alla terra
e margherite cadenti
dall'alto di un cielo
verde
rise di lei
aprì gli occhi
e capì
che avrebbe
sempre
valso
la pena
guardarsi.
oddio...
ora mi fai venire i dubbi :)
direi che non mi piace soffrire.
che non accetto la sofferenza che mi rende debole. insicura. ansiosa. laddove normalmente sono forte. decisa. serena. poi lo so, sul concetto di normalità potremmo discuterci le ore.
che mi vergogno di soffrire. tanto non lesino di partecipare la mia gioia, l'entusiasmo e l'allegria, quanto mi nascondo quando soffro. tant'è che mi annido qui. e anche qeusto, sembra una contraddizione. scrivere il proprio dolore in un luogo in cui chiunque può accedere. ma qui entra quel concetto di estraneità espresso nel post. poggiare in questo luogo i miei pensieri pesanti, dopo arverli elaborati e vestiti, imbellettati e manipolati, mi dà l'impressione di allontanarmene in qualche modo. cercare la parola, il sinonimo, "confezionare" il pensiero, mi costringe a guardarlo con occhi critici e oggettivi. pubblicarlo, significa posarlo. abbandonarlo. lasciarlo a chi lo legge. e mi alleggerisco.
questa percezione è avallata dalla mia incapacità di commentare ciò che scrivo. di rispondere ai commenti. motivare, spiegare, interagire sull'argomento che mi riguarda personalemnte, è come "rientrare" in quel dolore....
se poi trovo il modo di non soffrire, anche meglio :)
grazie cara, un abbraccio. a te, e alle splendide anime che, qui, mi regalano pensieri, carezze e partecipazione. anche solo con passaggi silenziosi.