Blog Magazine

Ciccio e Tore... il dramma continua!!!


Angela Aliani, difensore di Filippo Pappalardi, alla richiesta di scarcerazione del suo assistito si è vista presentare l'ennesimo “NO” basato su motivazioni che la Procura di Bari continua a sostenere con “l’accusa di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela e dai futili motivi” Dai primi esami, medico legale, si sono presentate nuove situazioni che esulano da un atto di violenza subita dai bambini e che prediligono l'ipotesi di una caduta accidentale che ha poi portato alla morte dei due piccoli a causa di fame, di stenti e di freddo. Nonostante questa nuova visione della tragedia gli inquirenti continuano a sostenere che la ricostruzione dei fatti, basata sui rilievi medico legale, non contrasta in nessun modo con quanto da loro indagato. Due sono gli elementi fondamentali su cui l'accusa basa l'incriminazione del Pappalardi: A- la mancanza di una relazione conclusiva dei medi legali; B- la certezza che, il padre, avendo visto per ultimi i ragazzi, abbia un ruolo determinante sulla tragedia."Ogni presunta deduzione circa la sopravvivenza dei bambini dopo la caduta e i movimenti di uno o dell’altro all’interno della cisterna – scrivono i magistrati inquirenti – non aiuta certamente ad affermare di per sé che la condotta del Pappalardi non abbia avuto alcun’incidenza causale sulla tragica precipitazione dei fratellini". Il teorema montato dagli investigatori si basa sul fatto che il Pappalardi abbia trovato in piazza Quattro fontane i due bambini e che li abbia rimproverati in maniera dura, cosi com’è il suo fare e cosi come tutti lo descrivono... un duro uomo di strada. Durante il tragitto in macchina, i due bambini, in un momento di distrazione del padre, mettono in atto la fuga che li porta nella "casa dalle cento stanze". Il Pappalardi, “avrebbe”, quindi, volutamente depistato e mentito agli inquirenti, in aggiunta, rimane sempre in piedi l'accusa d’occultamento di cadaveri che per logica sostanziale riporta all'uccisione dei due piccoli per, presunta, mano del padre che, poi, avrebbe gettato o nascosto nella cisterna. La Polizia, infatti, ha avviato accertamenti per capire se il Pappalardi avesse o no conoscenza dell'interno della casa in cui è avvenuta la tragedia. Non occorre esser criminologi o esperti del settore per rendersi conto delle contrapposizioni esistenti in questa tesi accusatoria:1- Gravina non è Roma o Milano, non ha lunghi stradoni o centinaia di semafori che offrano la possibilità di soste da utilizzare per darsi alla fuga e nello stesso tempo, prova determinate, nessuno ha visto scendere in fuga i due bambini dalla macchina, come nessuno, altra prova determinante, ha visto, il Pappalardi,  inseguire i figli in fuga, in una "caccia all'uomo".2- L'occultamento di cadavere porta alla presunzione di un avvenuto omicidio, se  i cadaveri sono stati "occultati" s'intende che siano uccisi in altro luogo e poi trasportati e gettati nella cisterna, non esistono testimoni  del fatto.3- Nell’esame fatto sui corpi dei due bambini, dovevano esser riscontrati dai medici legali, i segni della violenza che, inflitta dal padre, ne causava la morte. Nulla in merito è stato segnalato dall'autopsia effettuata sui corpi.4- Questo fare da duro, da burbero e terrificante padre di famiglia è stato, in precedente causa di separazione, valutato da un “giudice” che ha ritenuto opportuno affidare i due bambini al Pappalardi perché la madre dei due ragazzi non aveva quei requisiti utili per l’affido a causa di motivi di salute, valutazione che si contrappone a quanto diversamente affermato, da tutti, in merito al comportamento dell’inquisito.5- Gli investigatori indagano sulla possibilità che, il Pappalardi, può o non avere conoscenza oggettiva del luogo in cui i bambini sono stati gettati..... ma scusate, non si è sempre detto, affermato e ripetuto che quasi tutti i bambini di Gravina sono cresciuti giocando in quella costruzione??? Pappalardi è nato e vissuto a Gravina mi è logico pensare che, come buona parte dei suoi coetanei, abbia anche lui, giocato nella "casa dalle cento stanze" e che quindi abbia sì nozione dei luoghi.La "casa dalle cento stanze" di cui ancora non è dato modo di capire a chi appartenga, è in ogni modo una costruzione fatiscente e pericolante esistente nel centro di Gravina, sta di fatto che è, da anni e anni, meta preferita per i giochi dei bambini di Gravina.Gravina di Puglia, non è nuova alle vicende di sangue, Maria Pia Labianca, studentessa di psicologia (a Padova), ventenne di Gravina in Puglia, è stata uccisa, il 24 febbraio del 1999, strangolata. Il suo cadavere è stato ritrovato, tre giorni dopo, in un casolare a qualche chilometro dall’abitato di Gravina da un agricoltore.All'epoca furono fatte ricerche in tutti i luoghi, tra cui anche la "casa delle cento stanze".In base al D.L. 18 agosto 2000, n 267, "testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali", pubblicato sulla G.U. n 227 del 28/09/2000 - S.O. n 162, al comma 2 recita "Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini; per l'esecuzione dei relativi ordini può richiedere al prefetto, ove occorra, l'assistenza della forza pubblica". In conformità a tale legge, mi chiedo: perché lo stabile e le sue pertinenze, non sono state "oggetto" dell'interessamento delle amministrazioni comunali? Il proprietario non è un vincolo decisivo perché il Sindaco ha l'opportunità, secondo tali leggi, di avocare a se ogni diritto per la messa in sicurezza degli stabili in pericolo e nello stesso tempo denunciare per mancata ottemperanza ad un’ordinanza sindacale il proprietario dell'immobile che, oltre alle eventuali condanne, è tenuto al pagamento di tutte le opere effettuate dal sindaco. L’esercizio del potere del sindaco di adottare provvedimenti contingibili ed urgenti in materia di salute e sicurezza pubblica risulta  fondamento nel caso di specie, sussistendo una situazione d’emergenza e di pericolo per l’incolumità degli stessi cittadini, va da se che, dei casi segnalati, la caduta accidentale dell'ennesimo bambino ne dimostra il pericolo costante. Il potere esercitabile dal sindaco ai sensi dell’art.54 Dlgs 267/2000 presuppone, infatti, una situazione di pericolo effettivo, specificamente rilevato in concreto con accertamenti istruttori idonei, che non può essere meramente presunto a priori con riferimento all’astratta generalità dei casi. Per l’appunto, “presupposto per l’adozione da parte del Sindaco dell’ordinanza contingibile ed urgente è il pericolo di un danno grave ed imminente per l’incolumità pubblica al quale, per il suo carattere d’eccezionalità, non possa farsi fronte con rimedi ordinari e che richiede interventi immediati ed indilazionabili” (CdS, Sez. IV, n°1537/2006; nello stesso senso, ex multis, cfr: CdS, Sez. V, n°2109/2007, Cds Sez.VI n°1551/2007, Cds, Sez. IV, n°1537/2006, CdS, Sez. IV, n°1537/2006). Perché???Ci aggiorniamo amici… ci aggiorniamo!!!Scritto da: il.corsaro.nero