Blog del Giorno

ciao enrico


Tags: Berlinguer, dedicato, omaggio, Ricordi ciao enrico
In quel periodo passavo molto tempo con i miei nonni, soprattutto con mio nonno, abbiamo sempre avuto un legame speciale.. ricordo quei giorni dal 7 all’11 giugno, sono rimasti nella mia memoria, fanno parte della mia storia personale, è come se fosse successa una tragedia in seno alla mia famiglia..Rivedo mio nonno con le lacrime agli occhi, con la voce rotta dall’emozione, addolorato e increduloIo ero  piccolina e lo incalzavo di domande,  lui mi diceva che una brava persona si era ammalata gravemente.. Guardavamo insieme tutti i telegiornali e ogni mattina quando leggeva il suo giornale, L’Unità, lo osservavo attentamente per cercare di capire se Berlinguer sarebbe vissuto ancora,  ma il suo sguardo era cupo, anche la nonna era silenziosa, poi arrivarono l’11 giugno, i funerali.. immagini che ho ancora negli occhi. Dopo qualche anno, ormai avevo 14 anni, il nonno mi regalò un libro, “Vita di Enrico Berlinguer” di Giuseppe Fiori, un altro grande uomo che ho imparato ad amare, sardo anche lui come Berlinguer e come mio nonno..
Voglio dedicare a questi tre uomini della mia vita alcuni frammenti di questo libro per me preziosi e densi di significati e di emozioni:“…dal diario di  zia Ines: “Martedì 26 settembre. Stasera da Enrico portando non mirra e incenso, ma lasagne , crostata e vino. È il nipote che più amo perché soffre molto, ha tante responsabilità e non è compreso(…). L’interrogo. Fa qualche accenno al comportamento di Craxi, però molto cauto, com’è lui(…). S’è parlato di Stintino. Gli occhi gli brillavano quando descrivevo le prodezze dei Siglientini sulla barca a vela, le nuove leve addestrate da lui(…). Letizia polemica, com’era da bambina quando andava a scuola con Lina. Si diverte, e ci diverte, a  contraddirci su tutto, Pertini, il Papa, la DC, la Mafia, persino il PCI. È simpaticissima. Lei male se dici bene, bene se dici male. E lui, sorridendo dolcemente, cambia discorso”…    Un’occhiata ai titoli editoriali. L’uomo delle svolte (Alfonso Madeo). Ha cercato il nuovo (Domenico Settembrini). Questa è una vita che conta (Piero Pratesi). Quel modo di essere uomo…(Giorgio Bocca). Un sognatore (Tommaso Giglio). Eurocomunista incompiuto (Frane Barbieri). Un leader ardente e ascetico (Alfredo Venturi). Imperatore timido (Gianfranco Piazzesi).Il giorno prima di morire. Domenica 10 giugno arriva il presidente Craxi. Giovanni Berlinguer è sceso in cortile per raccomandare alla piccola folla di militanti un atteggiamento di cortesia verso chi viene a esprimere solidarietà. Lasciano passare il presidente del Consiglio e De Michelis con indifferenza. Poi qualcuno, su, fa capire a Craxi che Letizia e i suoi figli non desiderano vederlo…Altri editoriali. Un leader tra rinnovamento e continuità (Giuseppe Tamburrano). Dopo Togliatti e Longo, protagonista con discrezione (Alberto Moravia). Così ho guidato la lunga marcia dell’autonomia da Mosca (Michele Tito). L’uomo delle stelle e delle “eresie”(Mario Pendinelli) Straniero in patria (Eugenio Scalfari). Così portò il PCI  al di là del guado (Aldo Natoli). Un leader che ha saputo conquistare il partito (Alberto Jacoviello). Tornato a Roma ,per i funerali, il pomeriggio assolato di mercoledì 13 giugno 1984, i settecentomila del 24 marzo, e altri se ne aggiungono, a centinaia di migliaia, sino a più di un milione in corteo verso piazza San Giovanni o assiepati lungo il percorso, molti rannicchiati sugli alberi, avvinghiati ai tralicci, arrampicati sopra i cartelloni della pubblicità. Pugni chiusi, segni della croce. I marosi delle bandiere rosse, gli striscioni con parole semplici, “Ciao Enrico”, “Enrico ti vogliamo bene”. L’impressionante silenzio rotto dal canto dell’Internazionale , qualcuno prega. Mai per altri , nell’Italia repubblicana, una manifestazione di questa ampiezza. Alzando sopra la testa  “l’Unità” col grande titolo rosso Addio , salutano emozionati il compagno serio e semplice caduto sul lavoro. “Un eroe del nostro tempo”, ha scritto uno studioso inglese a Paolo Sylos Labini. Dice un delegato delle Officine Stanga di Padova: “Uno dei nostri, uno di tutti” E un ricordo di Roberto Benigni… da: agentealcairo . http://blog.libero.it/yellowwomans/
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