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200 bambini-cavia in Nigeria

Bambini usati come cavie e di mezzo c’è ancora una multinazionale, con gli unici obiettivi di guadagno e affari, pronta a mettere a repentaglio la vita di centinaia di bambini. Sembra una notizia d’altri tempi ma invece è possibile, è possibile nei paesi più poveri e disagiati dove la popolazione muore di fame ed ogni aiuto dall’occidente viene visto come un’ancora di salvezza, dove la gente non ha alcun diritto e l’unico desiderio è quello di arrivare a fine giornata con lo stomaco pieno e in buona salute. E’ capitato nella regione settentrionale della Nigeria, a Kano, nel 1996. La multinazionale americana Pfizer è accusata di aver approfittato, senza motivazioni umanitarie, di una grave epidemia di meningite e morbillo, che ha causato 15mila morti, per testare un farmaco, il Trovan (trovafloxacina), un antibiotico orale, su 200 bambini cavia, senza ottenere il nulla osta dai genitori. Secondo la Food and drug administration tale farmaco presenta «rischi di tossicità epatica». Oltre ai gravissimi danni causati alle piccole vittime, l’episodio gettò nel panico la popolazione nigeriana che, temendo di essere utilizzata come cavia, disertò negli anni successivi numerose campagne di vaccinazione, fra cui quella contro la poliomielite condotta dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Questa vicenda fece talmente scalpore che nel 2005 girarono un film a proposito, ’The Constant Gardner’ .
Il governo nigeriano ha già dichiarato guerra legale. La prima udienza del processo contro la multinazionale sarà il 26 giugno. Nelle azioni legali presentate ieri alla Corte suprema federale, il governo nigeriano afferma che 11 dei 200 bambini usati come cavie sono morti e molti dei sopravissuti hanno subito danni gravissimi quali lesioni cerebrali, cecità sordità, paralisi. Ovviamente il colosso farmaceutico ha respinto invece tutte le accuse, sostenendo che il medicinale «ha salvato molte vite» e che le autorità locali erano al corrente della sperimentazione. Mi auguro che questa volta giustizia sia fatta, in rispetto dei bambini stessi e delle loro famiglie. Staremo a vedere gli esiti del processo.

 
 
 
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