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A MALI ESTREMI?Faccio un lavoro per cui negli ultimi anni ho potuto toccare con mano gli effetti delle allerte sanitarie di natura alimentare. Dopo il caos provocato dalla BSE e dalla SARS ecco che ora scoppia il caso della febbre suina, rinominata successivamente in influenza sudamericana dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Trovo che sia scandaloso il modo in cui vengono gestite queste notizie dai mezzi d’informazione che non fanno altro che cercare di instillare un senso di panico ed insicurezza nelle persone anche laddove, di fatto, non sussiste un reale pericolo per la salute pubblica. Nel frattempo le aziende alimentari subiscono i contraccolpi economici che in questi tempi di crisi contribuiscono a mettere in pericolo molti posti di lavoro e conseguentemente di accrescere ancora di più quel senso di precarietà e di insicurezza che è oramai dilagante. Non trovo eticamente corretto che per mero scopo di informare, ma sarebbe più giusto dire “fare notizia”, vengano messi in moto processi che vanno a minare la serenità e la capacità di giudizio della popolazione. Questa bieca strumentalizzazione ha un effetto boomerang che si riflette sul quotidiano di ciascuno di noi. Lo stesso governo che si assume l’onere di vaccinare il 40% dei cittadini contro una forma influenzale, che allo stato attuale è meno virulenta del comune raffreddore di stagione che di fatto ogni anno uccide molte più persone di quanto fino ad ora non abbia fatto l’influenza sudamericana, non contribuisce a rasserenare gli animi o quanto meno a riportare il tutto sotto la giusta prospettiva. Devo essere maliziosa e pensare che questa iniziativa più che rivolta alla salvaguardia della salute pubblica sia invece una forma di sostegno economico indiretto alle compagnie farmaceutiche? In tempi di BSE io ho continuato a mangiare carne bovina, in tempi di SARS ho riempito il congelatore di polli e se oggi mi regalassero una vacanza in Messico ci andrei senza portarmi dietro nemmeno una scatola di antibiotici perché sarà pur vero che prevenire è meglio che curare ma dalle mie parti si dice anche che non ha senso fasciarsi la testa prima ancora di essersela rotta. |