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Riforma che ti riforma, l'Italia è sempre al palo. Esercizi di riformismo.

Post n°55 pubblicato il 14 Gennaio 2007 da sissunchi
 

scritto da: unamicoincomune


Mi chiedo, se entrambi gli schieramenti sentono la necessità di riformare il sistema Italia non sarebbe il caso di mettere da parte i rancori e avviare una nuova fase riformista che coinvolga entrambi gli schieramenti? Tanto, sappiamo bene, che nessuno dei due gruppi potrà avviare le riforme veramente necessarie al Paese. Riformare significa andare a colpire sacche di sottogoverno e interessi particolari e per riformare, necessariamente, si dovrà mettere nel conto il disappunto e la disapprovazione di diversi settori della popolazione. Ciò, in altre parole, significa perdita di consensi.

Ora, appare chiaro che, un solo schieramento non può procedere in senso riformista e immaginedi conseguenza il Paese resterà ingessato dai propri controsensi e retaggi del passato. Solo un intervento unitario ed esteso potrà incidere significativamente nel rinnovamento dell'Italia. Questo vuole essere l'invito alle forze più rappresentative a trovare l'accordo e avviare la fase riformista. E’ vero, c’è tanto da riformare ma l’importante è iniziare perché, mentre i nostri cari politici discuto su questioni di basso livello, gli altri Paesi vanno avanti. Qui, ad ogni cambio di maggioranza, si tende a distruggere quanto lasciato dal governo precedente così ci ritroviamo sempre nello stesso punto. Siamo l’unico Paese che marcia sul posto (chi ha fatto il militare capisce di cosa parlo, ma anche per gli altri non dovrebbe esserci problema alcuno). A mio parere, una prima riforma da realizzare è quella elettorale. Occorre una bella legge elettorale proporzionale con soglia di sbarramento alta al fine di garantire la governabilità. Nel nostro Paese è sempre stata favorita la rappresentatività e i risultati sono davanti ai nostri occhi: maggioranze tenute in scacco da partiti con percentuali bassissime.


Ora, il Paese ha bisogno di governabilità e con la soglia di sbarramento almeno all’8% si favorirebbe governabilità e aggregazione tra forze politiche. Qualcuno dirà: ma così vengono tagliate fuori dai giochi tante forze politiche. Questo è vero, ma è anche vero che la politica non si deve fare obbligatoriamente nei palazzi istituzionali. La politica si fa per la strada, tra la gente e, se le idee saranno forti e condivise, sicuramente prima o poi si arriverà a farla anche nei Palazzi. E questa è una prima riforma.
Passiamo alla seconda: il sistema previdenziale. Per prima cosa occorre eliminare privilegi che comportano spese quali, ad esempio, il trattamento previdenziale particolare per gli eletti. Questi signori avranno un proprio lavoro, no? E allora perché non versare loro i contributi relativi al lavoro svolto? Ciò porterebbe a notevoli risparmi. Anche perché in periodi di sacrifici richiesti, chi li richiede deve essere il primo a farli. Certo la riforma previdenziale non si riduce a queste poche righe ma intanto sarebbe un primo passo. Un primo passo sulla strada del risanamento di un Paese che per anni ha sperperato il denaro in opere inutili, incompiute e mandando in pensione i quarantenni. Ora, purtroppo, bisogna riparare agli errori commessi.
Altra riforma: il mercato del lavoro, sia pubblico che privato. In entrambi i settori deve essere premiato il merito e chi, invece, si dimostra lavativo va LICENZIATO. A questo argomento è legato, ovviamente, il tema stipendi e compensi. Più SOLDI a chi lavora! E, per i politici, per coloro che si candidano a guidare il Paese direi che si potrebbe far loro un bel contratto a progetto (così capiscono cosa voglia dire precarietà). Se raggiungono i risultati promessi avranno il giusto compenso altrimenti niente o giusto il rimborso spese.


Ancora, da anni si parla tanto di eliminazione degli enti inutili e in ogni finanziaria vengono previsti fondi per raggiungere questo obiettivo. Risultato: soldi spesi inutilmente ed enti, in gran parte, ancora in piedi. Forse è arrivato il momento di agire in tal senso, o no?
Alla prossima puntata, altre divagazioni in tema.


tratto dal blog: ENTRONELLANTRO

Commenti al Post:
lpelo
lpelo il 14/01/07 alle 14:33 via WEB
Concordo con te che per avviare della riforme, che prima di andare a regime portano un grande scontento nella popolazione, i due poli devono trovare un accordo fra loro. Ma se già dentro le coalizioni non riescono a trovare un accordo secondo te riescono a farlo fra destra e sinistra? Luca
 
 
unamicoincomune
unamicoincomune il 14/01/07 alle 18:12 via WEB
Hai ragione, però l'accordo per la legge elettorale potrebbe essere trovato solo dai 4 partiti principali e questa strada, se veramente amassero il Paese, sarebbe l'unica strada da percorrere per dare governabilità al Paese. Ciao e grazie del commento. Pierluigi
 
cateviola
cateviola il 14/01/07 alle 18:32 via WEB
Premiare il merito.. sarebbe una vera riforma! E un contratto a progetto (o anche solo a tempo determinato) per gli eletti, così capirebbero subito quali sono le priorità... Un saluto da una risorsa umana in cerca di nuova collocazione
 
franchini1956
franchini1956 il 15/01/07 alle 10:08 via WEB
Io penso che sia arrivato il momento di dire basta, e questo basta lo dobbiamo dire noi cittadini non i governanti. Li manteniamo da anni con trattamenti che fanno invidia anche ai componenti di governi di altre nazioni. Non è una questione di destra o sinistra è questione di serietà e fino ad oggi tutti ci hanno preso in giro, anche l'attuale governo. Perchè non eliminiamo i tanti partiti per arrivare a due sole coalizioni alle elezioni, istituiamo anche una verifica a metà mandato, così chi non mantiene quanto promesso passa in minoranza. Ciao a tutti.
 
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