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Polemica religiosa a Londra: fanatismo religioso o semplice provocazione?

Oggi stavo leggendo il giornale quando una notizia in particolare mi ha davvero colpita.
In Gran Bretagna un agente si è rifiutato di dare la mano al capo della polizia Sir Ian Blair, durante una cerimonia di consegna dei diplomi alle nuove reclute. La poliziotta avrebbe fatto appello ad una pratica dell’islam e dei suoi principi secondo i quali una donna non puó stringere la mano, né abbracciare un uomo a meno che non sia un suo parente prossimo.
La poliziotta ha quindi chiesto e ottenuto di aver il diploma senza avere alcun contatto fisico con coloro che glielo hanno consegnato. Questo fatto ha peró ovviamente scatenato molte polemiche in Gran Bretagna e non solo.
Con tutto l’impegno che ci posso mettere nel rispettare le usanze di altre culture e le loro religioni, a me sembra davvero una follia. Capisco che una donna voglia portare il velo quando cammina nelle strade di una cittá in occidente, che per motivi religiosi certe persone decidano di seguire regimi alimentari particolari, ciascuno certo è libero di fare quello che vuole MA solo se la sua libertá non sconfina e limita la libertá altrui. E allora mi chiedo, perchè questa donna è voluta entrare nella polizia se non poteva avere contatti fisici con uomini sconosciuti? Nel caso in cui dovesse arrestare un uomo, come potrebbe farlo senza toccarlo? Non è questione di razzismo o altro, tollero tutte le scelte che uno fa ma penso anche che se una persona decide di andare in un paese con certe tradizioni e usanze dovrebbe sforzarsi per capirle e cercare di adeguarsi un po’, sempre nei limiti ovviamente. Per intenderci, se per assurdo la legge di un determinato paese mi imponesse di uccidere un altro uomo, io non lo fare mai, piuttosto mi rifiuterei di andare in quella nazione.
Insomma credo che rispetto per gli altri sia anche sinonimo di flessibilità, da entrambe le parti
.

scritto da: stranealchimie  tratto dal blog Strane Alchimie 

Commenti al Post:
nataieri73
nataieri73 il 24/01/07 alle 15:52 via WEB
Condivido il tuo pensiero ma al contempo credo che non è facile giudicare. Comunque quando si vive in un determinato paese è giusto seguire le regole di quel paese e se non piacciono proprio, si può benissimo andare via oppure non partecipare alla vita pubblica, chiudersi in casa. Ma anche lì vanno rispettate le leggi e le norme di buona educazione del paese in cui si vive. Tutto è relativo e io se vado in Svezia a vivere non posso rompere i cosiddetti alla gente percheè magari sono una fissata con i predcetti del cattolicesimo e magari micomporto anche da maleuducata. Cercherei di avere rispetto per la gente per il paese dove vivo, di integrarmi e di non fare la fanatica, che non porta a niente, perchè sarebbe importante socializzare il più possibile.Comunque, la libertà d'azione è una cosa sacrosanta, purchè non vada a ledere libertà altrui.
 
 
stranealchimie
stranealchimie il 25/01/07 alle 09:09 via WEB
Sono d'accordo che non è facile giudicare, io parto infatti dal presupposto che ognuno è libero di fare ció che vuole. Non critico questa pratica, forse un tantino strana per noi certo, ma non è questo il punto. Il punto è che come dici tu se si decide di vivere in un determinato paese è giusto cercare di adeguarsi ai suoi usi e costumi!
 
bella64_g
bella64_g il 24/01/07 alle 18:47 via WEB
Le tue riflessioni sull'accaduto sono più che giuste e credimi io le condivido poichè ritengo in primis che quando si entra in un paese straniero sia per turismo ke per lavoro bisogna rispettare gli, le consuetudini e le leggi. Inoltre per fare il lavoro che ha scelto la donna bisogna inevitabilmente ricorrere spesso al contato fisico con l'altro sesso e lei come farà? Il o la collega che dovrà lavorare al suo fianco non si potrà mai sentire al sicuro perchè sa già in partenza che non può contare sull'aiuto della poliziotta in questione così come i cittadini che lei dovrebbe tutelare. Integrazione non vuol dire che chi arriva debba dettare le proprie leggi o pretendere in tale nome di potersi permettere di fare cose diverse dagli altri cittadini. La legge è uguale per tutti!!! Ciao Gabry
 
 
nataieri73
nataieri73 il 25/01/07 alle 00:55 via WEB
giusto, poi un lavoro come quello del poliziotto..figuraiamoci, presuppone comunque un certo contatto fisico e una fiducia totale nell'altro!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/01/07 alle 21:38 via WEB
la scelta lavorativa di questa ragazza è a dir poco incongruente con i dettami del proprio credo religioso. Quanto a noi occidentali, sembriamo affetti dal complesso del razzismo e dell'intolleranza religiosa, se concepiamo l'integrazione come un venir meno alla nostra identità. Accogliere non significa negare se stessi e l'accettazione dell'altro deve passare necessariamente per l'accettazione di noi stessi. Non vedo perchè, presi da questa fobia dell'intolleranza razziale e religiosa, si debba sistematicamente porre in secondo piano le nostre abitudini e la nostra civiltà. Almeno io la penso così.
 
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