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Post n°194 pubblicato il 19 Maggio 2007 da redazione_blog
 

I PENSIERI DI MIRELLA QUANDO ERA IN COMA

immagineCaro Angelo,
Qui nessuno mi chiede come sto, perché qui stanno tutti male e chi sta male
sta male e basta.
Non si chiede come stai a chi sta male.
Non si chiede come stai a chi si sa già come sta.
Eppure, io che sono semplice di desideri, sogno che qualcuno me lo chieda.
MI girano e mi rigirano per darmi dignità ma nessuno si rende conto di
quanto, in realtà, me la stiano togliendo con i loro gesti meccanici e
ripetitivi, come se fossi un pupazzo nelle loro mani.
Parlano mentre mi puliscono distrattamente ma con attenzione professionale
ed è quell' attenzione professionale che uccide anche l' ultimo granello di
polvere del mio amor proprio.

Vorrei piangere con le lacrime per far vedere loro che piango, che mi fanno
male, che mi strappano, atto dopo atto, l' unica cosa che mi è rimasta sana
e forte: la pudicizia.
Non ho più nulla di me, solo quella e a quella sono attaccata con le unghie
e con i denti, ma loro me la maltrattano tra risate e macchinismi quotidiani

Non si chiedono nulla.
Loro credono io già non ci sia più, priva di sentimenti, di movimenti, di
paure, di udito, di parola.
Se solo sapessero che I miei pensieri e le mie emozioni sono ancora tutte
qui, vive, mille volte più vive delle loro, perché quando un corpo è
immobile e apparentemente morto, il cervello lavora il triplo e la tua vita
si consuma tra le pareti della testa…
Se solo sapessero quanto male faccia essere morta senza esserlo davvero: è
come essere seppellite vive, forse ancora peggio, perché non mi posso
ribellare con urla e calci.
Se solo capissero che il mio cervello corre ancora, piange ancora, trema
ancora, si umilia ancora, vuole vivere ancora.
Questa è la mia disperazione e la mia solitudine, quella vera, quella
definitiva, quella dalla quale non si torna più indietro.
E allora prendimi, Dio, liberami da questo strazio senza dignità: toglimi
anche l' ultimo contatto con la vita, spezzami definitivamente il cervello
se vuoi che io rimanga ancora qua, in questo mondo, in questo spazio, in
questa stanza, tra queste persone, sotto queste cannule che mi violentano
ogni giorno e ogni notte.
Prendimi.
Ti chiedono di vivere, ti chiedono di guarire, ti supplicano di tornare.
Io voglio semplicemente andare via.
Offrimi la fine, perché io non sopporto un giorno di più così.
Non sopporto più I rumori inesistenti di questa stanza.
Ultimamente, poi, nemmeno l' uccellino che cinguettava poco lontano di qui
(unico mio legame col mondo fuori di qui) sento più.
Sembrava venisse qui per cantarmi la serenata della vita e io, pazza di
soffocamento e senza apparente vita, mi sentivo meno sola.
Quando spegnevano le luci della stanza io, nella mia disperazione di morta
in vita, iniziavo ad attendere il giorno dopo per riascoltare quell
uccellino.
Quell' attesa, Dio, mi faceva sentire viva.
Ho smesso di attendere dopo giorni e giorni di attesa.
Ora che devo attendere?
Ho bisogno di morire, comprendi Dio?
E non m' importa se dopo, non esistera una seconda vita, non importa se
posso vivere solo questa, così, in questo stato di schiava inascoltata.
Non m' importa finire per sempre il mio ultimo alito di vita.
Io voglio andare via di qua e se il prezzo da pagare è non esistere più, io
sono pronta a non esistere più, almeno non avrò più nulla per cui piangere
senza avere la capacità di versare una piccola e inutile lacrima.
Voglio liberarmi da queste mani che decidono per me, voglio scappare dai
dottori che parlano di me come se fossi una cosa tra le cose, come se io e
il letto fossimo un unico oggetto da spolverare.
Portami via, Dio.
Non ti chiedo di portarmi con te, mi basta che tu spenga finalmente la luce
del mio cervello, prima che il terrore e il dolore la spengano per te.
Voglio morire adesso, con questo moto di rabbia e di ribellione che ancora
riesco a provare.
Voglio morire viva...

scritto da:  lucextee   su: CORIANDOLI DI ME

(N.d.r) Questo che vi ho appena proposto, più che un post è una testimonianza, pregna di significati e carica di spunti di riflessione.
Le parole di lucextee ci guidano gradualmente attraverso molteplici percorsi:
- la sofferenza di chi è affetto da malattie allo stadio terminale,
- l'imprescindibile dignità del paziente che deve essere sempre considerata e preservata,
- la disumanità che spesso si incontra nelle strutture ospedaliere,
- il valore della vita, quella vita che talvolta si dimostra più forte della richiesta di morte, al punto da smentire le conoscenze scientifiche di cui disponiamo, anche quando la speranza è venuta a mancare.
L'immagine del post richiama il best seller di Raymond jr Moody "La vita oltre la vita e nuove ipotesi": uno studio sulla fase di transizione vita/morte effettuato attraverso le dichiarazioni di pazienti ritornati alla vita, dopo essere stati dichiarati clinicamente morti.

Commenti al Post:
luisa.gandi
luisa.gandi il 19/05/07 alle 22:12 via WEB
sono stupefatta di quel che ho letto...mi sono commossa fino alle lacrime...credo profondamente nei sentimenti della persona che ha scritto queste cose...a dire il vero son senza parole-....da leggere e da far leggere...
 
riscaldamiilcuore2
riscaldamiilcuore2 il 16/10/10 alle 17:31 via WEB
Non ho nulla da dire ma solo lacrime da versare
 
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