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Post n°279 pubblicato il 22 Ottobre 2007 da morton0
In questo romanzo, di rara bellezza stilistica ed espressiva, la narratrice Rosamund, sul punto di morte, in un estremo atto catartico che sa tanto di testamento spirituale, avvalendosi di un album di fotografie consegna ad un registratore la storia autobiografica di una bambina non vedente, Imogen, di cui si erano perse le tracce, e la cui madre da piccola era stata da lei accudita e amata prima che si interrompessero bruscamente i suoi rapporti con la sua famiglia. Incidendo sul nastro i frammenti della vita di Imogen, Rosamund restituisce alla bambina la dignità della sua identità, il senso lacerato e poi riannodato della sua esistenza, la trama coesa anche se lisa del suo Sé. Tutto questo mi ha fatto ancora una volta riflettere sul significato della narrazione nella nostra vita e su alcuni aspetti psicologici pregnanti. Quando raccontiamo la storia della nostra vita, raramente seguiamo una linea logica e temporale coerente, ma siamo piuttosto portati a “saltellare” di qua e di là, ad ascrivere tutto quanto ci riguarda ad un nucleo esistenziale dominante, quello che secondo noi costituisce il leit motiv della nostra esistenza. Allora, recuperiamo ciò che ci è successo ieri e lo riconduciamo a quello che ci capitò dieci anni orsono, rievochiamo eventi passati per proiettarli in probabili orizzonti futuri, smontiamo l’orologio del vissuto e le più comuni regole di canonicità, nel tentativo di ritrovare noi stessi e di racimolare parti di noi smarrite o soltanto assopite. E in questo turbinio di attimi che si sovrappongono, in questo caotico e informe gioco di flashback e di flashforward, noi non ci limitiamo a raccontare asetticamente la nostra vita, ma la ricostruiamo rivivendola, la condensiamo e l’amplifichiamo, cercando di riappropriarcene nei suoi significati reconditi, che ci appartengono solo se riusciamo a guardarla con occhi aperti e ad afferrarla con entrambe le nostre mani, quella piccola e quella grande, quella dell’infanzia e quella della maturità. La raccontiamo, la riviviamo, ma anche la ricostruiamo e ce la reinventiamo. Ad un certo punto del romanzo Thea, la bambina che poi sarebbe diventata la mamma di Imogen, esclama convinta: “A me piace la pioggia prima che cada!”. Alla spiegazione razionale degli adulti che non può esistere qualcosa che non è ancora successo, la bambina risponde con aria di commiserazione: “Certo che non esiste una cosa così (…) E’ proprio per questo che è la mia preferita. Qualcosa può ben farti felice, no? Anche se non è reale”. Nella rappresentazione della nostra vita il senso psicologico prevale sul senso logico, il passato ci inonda e il futuro ci appartiene già nei suoi segnali premonitori intrisi di speranza o di minaccia, il fragore di una risata si scioglie nella lenta dolcezza dello scorrere delle lacrime, il confine tra piacere e dolore si disperde come foglie al vento. scritto da: morton0 su: SCHERZO O FOLLIA? |
io ho sempre creduto in due cose (in un certo senso le ho imparate durante la mia vita)
1. la parola scritta è fondamentale e scrivere di se stessi (dal diario alle lettere alle e-mail ai forum ai blog fino ad un libro) è assolutamente terapeutico
2. noi siamo il presente e l'insieme di tutto il nostro passato uniti ai sogni del nostro futuro...in un certo senso il nostro passato è sempre presente perchè noi siamo oggi il risultato di ogni cosa vissuta nel passato (e se impariamo ad amarci per come siamo non possiamo che amare anche tutto il nostro passato comprese quelle vicende dolorose che tutti abbiamo vissuto anche se diverse)
da sempre io quando devo "elaborare", quando devo chiarirmi le idee perchè il "cammino" è confuso o fermo...io in questi determinati momenti scrivo di me...ed ha sempre funzionato benissimo
anche io ho scritto un libro autobiografico (me lo stanno giusto pubblicando..dopo cinque anni che lo avevo scritto....^_^) e quando lo scrissi lo iniziai un pò per gioco ma per buona parte perchè ne avevo un assoluto bisogno ...e man mano che scrivevo mi si chiarivano le idee...la vita cambiava ed anche il libro di conseguenza da quella che era la bozza iniziale ^_^
saluti e complimenti per come scrivi ^_*
certo se poi divento famosa (figurt) non è che mi dispiace ehehe ^_*
il titolo è "il Mio Angelo - quando gli angeli mettono la coda ma non perdono le ali"
non so in quali librerie sarà distribuito comunque sul mio blog c'è il banner della WLM Edizioni che lo sta pubblicando e lo venderanno anche online
saluti e grazie ancora a tutti per gli auguri ^_^